Bridgerton e la passione dei nobili per il gioco
Abbondano i riferimenti al gioco e ai vizi della nobiltà inglese in Bridgerton, probabilmente la serie tv più vista durante il lockdown di Natale.
Non passerà agli annali come un capolavoro ma "Bridgerton", comparsa da pochi giorni sulla piattaforma Netflix, è pronta a conquistare il gradino più alto fra le serie più viste di queste festività natalizie.
Grazie alla sapiente miscela di costumi e ambientazioni d'altri tempi, amori da romanzo rosa (ma con frequenti scene di nudo) e vizi e virtù della nobiltà inglese dei primi dell'Ottocento, che passa il suo tempo fra conversazioni oziose e occasioni mondane, con una diffusa passione per l'azzardo. Fra scommesse sugli incontri di pugilato e partite a carte, con cospicue poste in palio.
Un feuilleton dei giorni nostri, ispirato al libro 'The Duke and I' di Julia Quinn (il primo di una saga letteraria in nove volumi), impreziosito dal marchio di fabbrica di Shonda Rhimes, sceneggiatrice e produttrice televisiva statunitense celebre per aver creato Grey's Anatomy, medical drama sugli schermi da ormai 15 anni.
Al centro c'è la storia d'amore fra la giovane Daphne - alla ricerca del marito perfetto - e il tenebroso Simon Basset, duca di Hastings, allergico ai legami stabili e amante della boxe, oltre che del genere femminile.
Decretando, ad esempio, il riscatto sociale per un pugile che decide di scommettere sulla propria sconfitta - assicurando il benessere alla sua famiglia - e la definitiva rovina per un lord, colpevole di aver vinto ingenti somme a scapito di due "professionisti del settore".
Ma anche, più innocentemente, cagionando un po' di innocuo svago e divertimento alle signore dell'aristocrazia dimenticate dai propri mariti.