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City Gaming, amministrare grazie ai giochi

27 dicembre 2016 - 11:37

City Gaming, una teoria affascinante che utilizza i giochi per dare forma alle potenzialità dell'urbanizzazione e della circular economy

Scritto da Gt

Le città stanno diventando elementi sempre più complessi, in continua evoluzione, proiettate verso il futuro e verso il modello della circular economy. Star dietro ai cambiamenti urbani, come si legge su green.it, tenendo il passo dei processi di urbanizzazione, può essere visto come una delle più importanti sfide di questo inizio secolo. Per alcuni potrebbe essere anche un gioco, un city gaming, anzi…

Urbanizzazione, condivisione e circular economy- Sta prendendo sempre più piede il processo di urbanizzazione basato sull’esperienza collettiva, sulla creatività e sull’intelligenza condivisa. Si tratta di idee nuove che, siamo pronti a scommetterci, diverranno essenziali per la costruzione di un futuro urbano più sostenibile. Tra queste c’è sicuramente una teoria davvero affascinante che utilizza i giochi per dare forma a tutte le potenzialità ancora inesplorate del così detto City Making. Ogni modello di urbanizzazione attraverso l’utilizzo dei giochi di ruolo potrà così essere esplorato, studiato e soltanto in un terzo step applicato.


Una volta inseriti nei processi urbani, i giochi miglioreranno sensibilmente la pratica di progettazione urbana convenzionale, ad esempio: il sostegno collaborativo, il processo decisionale e di progettazione, la circular economy, l’estrazione e la visualizzazione dei big data e contribuiranno alla risoluzione dei conflitti.
City Gaming, un nuovo terreno di… gioco - Tuttavia, il campo di City-Gaming è relativamente nuovo e c’è un urgente bisogno di costruire una comunità integrata per sviluppare un linguaggio comune. Ci sono queste motivazioni dietro il lancio di Games for cities: una ricerca-evento che esplora il ruolo che il Gaming può avere nelle questioni urbane complesse. Ma prima è necessario un passo indietro.
 
Di cosa parliamo esattamente quando parliamo di City Gaming? - Già negli anni sessanta, giochi come Metropolis lanciarono il gioco di ruolo come laboratorio di studio per la società e le città. Infatti giochi multi-player, ambienti interattivi e basati su regole condivise si sposavano alla perfezione per la simulazione dei processi urbani. Il successo commerciale di certi giochi arrivò nel giro di un decennio con un gioco a cui tutti probabilmente abbiamo giocato almeno una volta nella vita: SimCity.
In passato, i giochi sono stati percepiti come momenti lontani dalla realtà; tuttavia, le teorie contemporanee propongono oggi un rapporto più integrato tra i giochi e la vita reale. Con questa nuova generazione di giochi capaci di influenzare il comportamento umano e facilitare la progettazione interattiva o il processo decisionale collaborativo per i processi urbani complessi il city gaming acquisisce un nuovo significato e diventa una vera e propria piattaforma di problem-solving.
I giochi possono aiutare i giocatori ad affrontare le sfide della vita reale. L’università di Cambridge sta assumendo un professore di che spiega il design urbano attraverso i Lego e i governi e le grandi società di gestione di energia, acqua o di costruzione stanno cominciando a riconoscere nel City Gaming un importante strumento di risoluzione dei problemi.
 
City Gaming, Games for cities, l’evento - Games for cities è la prima conferenza internazionale che ospiterà esperti di City Gaming da tutto il mondo. E si terrà Rotterdam il 20 e 21 aprile 2017. L’obiettivo è quello di creare una piattaforma per lo scambio di conoscenze sui giochi che hanno il potenziale per facilitare l’urbanizzazione più efficace e inclusiva.
Questa conferenza internazionale si basa su una serie di tre precedenti eventi tenutisi ad Amsterdam, Utrecht e Eindhoven. L’obiettivo guida è quello di scoprire quali modelli di gioco potrebbero essere utili per affrontare le sfide di pianificazione urbanistica pressanti che queste città devono affrontare.
Games for cities consegnerà alla fine dei lavori tre risultati concreti. O almeno questo è l’obiettivo dichiarato.
 

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