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Cina: in carcere per aver aggirato il blocco dei siti di gioco

09 settembre 2017 - 09:24

Un uomo cinese è finito in in prigione per aver aiutato giocatori online a sfuggire ai blocchi governativi.

Scritto da Vincenzo Giacometti

 

Una condanna a nove mesi di reclusione è la pena inflitta a un cittadino cinese che è stato smascherato dalle autorità locali dopo aver aiutato alcuni giocatori online a sfuggire ai controlli messi in campo dal  governo per impedire l'accesso ai siti di gioco. L'accusa, sottoposta al vaglio del tribunale, è quella di vendita illegale di software conosciuti come “virtual private networks” (reti private virtuali o Vpn), che consentono agli utenti di evitare i controlli della propria navigazione in Internet. E per questa ragione sono assolutamente vietate in Cina. Portando alla condanna in via definitiva per il soggetto in questione, con una sentenza che scaturisce dall'inasprimento delle pene e delle ulteriori sanzioni previste di recente dal governo cinese per “blindare” la rete.

LA REPRESSIONE IN CINA - I fatti, tuttavia, risalgono al 2015 quando l'uomo aveva avviato la vendita di tali software in grado di eludere le barriere virtuali del governo. Un anno dopo è stato tratto in arresto essendo stato scovato ad quello che il South China Morning Post definisce un “enorme sistema di monitoraggio”, denominato "grande firewall", che permetterebbe di controllare ciò che la gente fa e dice online. Oltre a bloccare anche l'accesso a siti come Facebook e YouTube. All'inizio di quest'anno il governo ha lanciato una campagna di informazione mirata a frenare le persone dall'utilizzo dei software Vpn e, forse, la diffusione che sta avendo questa pronuncia ha anche lo scopo di dissuadere la cittadinanza da commettere questo tipo di reati. I quali, visti dall'Italia o comunque dall'Europa, fanno sorridere i giocatori, tenendo conto che da anni, da queste parti, tali software vengono impiegati da molti giocatori “esperti” e particolarmente specializzati, che non si accontentano di giocare sui siti di gioco legali, sfidando la legge e collegandosi – a proprio rischio e pericolo – a siti di gioco border line. Commettendo, anche qui, un reato. Ma con pene decisamente diverse. Ma con una colpa forse duplice, visto che da noi, almeno, l'offerta legale esiste e non c'è bisogno di commettere un reato per intrattenersi, anche volendo puntare denaro.

 

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