Scommesse Brexit, i bookmaker 'vedono' la vittoria degli europeisti
Con un referendum il 23 giugno la Gran Bretagna vota per la Brexit, l'uscita dall'Ue: il mercato delle scommesse punta sulla vittoria degli europeisti.
Il mercato delle scommesse va contro le opinioni dei sondaggisti sulla questione Brexit, vale a dire l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, su cui i cittadini inglesi sono chiamati ad esprimersi il 23 giugno con un referendum. I bookmaker infatti prevedono al 60 percento la vittoria degli europeisti
mentre il 40 percento crede nella 'fuoriscita'. Dai sondaggi invece risulta che il fronte 'nazionalista' ha un vantaggio del 7 percento.
In una conferenza stampa a Bruxelles, la European Sport Security Association (l'organizzazione che raggruppa alcuni dei principali bookmaker internazionali) ha detto che le quote delle scommesse sulla Brexit dovrebbero essere ritenute più affidabili dei sondaggi sul referendum.
Tuttavia, Eric Konnings, responsabile per l'integrità delle scommesse sportive ufficiale di integrità per Unibet, ha ammesso che il divario tra i due fronti si è notevolmente ridotto negli ultimi giorni. "Sei settimane fa, il divario era probabilmente più ampio con una netta maggioranza per la permanenza nella
Ue, ma dal 14 giugno il divario si è ridotto ed è ora al suo minimo da quando sono iniziate le scommesse sulla Brexit".
Secondo Konnings uno dei motivi per i relativi fallimenti dei sondaggisti negli ultimi anni è il criterio di formulazione delle domande, che può influenzare direttamente le risposte che suscitano. "I sondaggisti possono anche essere prevenuti, ed è per queste ragioni che i mercati delle scommesse offrono un'alternativa, e forse un modo più preciso di stimare il risultato del voto sulla Brexit".
I suoi commenti sono stati ripresi dalla politologa Williams Leighton Vaughan, della Nottingham Trent University, che ha detto che ci sono "un sacco di prove aneddotiche" a supporto dell'accuratezza delle previsioni dei bookmakers. Una 'virtù' dimostrata in tanti altri casi come le elezioni presidenziali USA del 2004, dove i bookies hanno centrato il vincitore in tutti i 50 stati, o il referendum per l'indipendenza della Scozia.