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Bibliothèque nationale de France, i videogame accanto ai libri

25 agosto 2022 - 10:55

Manoscritti, libri, Dvd, Cd-Rom, ma anche 20mila videogiochi tra i documenti conservati dalla Biblioteca nazionale di Francia.

Scritto da Dd
Bibliothèque nationale de France, i videogame accanto ai libri

La Bibliothèque nationale de France, intitolata all'ex presidente della Repubblica francese François-Mitterrand, allarga il suo patrimonio puntando sui videogiochi. La sezione dedicata a questa nuova forma d'arte è conservata in quattro torrette della biblioteca, con un curatore dedicato, tra grammofoni e jukebox della riserva di Charles Cros.

In due vetrine sono ospitate una decina di console iconiche della storia dei videogiochi, come il famoso Game Boy di Nintendo, l'Atari Lynx, il Sega Saturn e, soprattutto, il rarissimo Magnavox Odyssey, commercializzato nel 1972 negli Stati Uniti.

"Conserviamo queste console per consentire ai futuri ricercatori, tra decine o addirittura centinaia di anni, di capire come potevamo giocare a questi videogiochi, qual era l'attrezzatura utilizzata", spiega Laurent Duplouy, capo del dipartimento multimediale presso il dipartimento dedicato della Biblioteca Nazionale di Francia. "Per la BnF i videogiochi sono preziosi quanto altri tipi di documenti conservati. Gli prestiamo la stessa attenzione, è un patrimonio culturale a sé stante", aggiunge.

La BnF da qualche anno raccoglie, ogni 12 mesi, almeno 2000 documenti relativi ai videogiochi, gestiti poi da un team specifico formato da circa una ventina di persone, tra gestori, magazzinieri e ingegneri. Un patrimonio accumulato, e in continua crescita, grazie al "deposito legale" dei documenti multimediali reso obbligatorio da una specifica legge del 1992 che, anche se non menziona direttamente i videogiochi, include software interattivo, e quindi, per estensione, anche le produzioni videoludiche. Ogni titolo (o versione) deve essere depositato in BnF in due copie: una per la conservazione e l'altra per la consultazione.

I giochi sono conservati nelle gallerie di conservazione, immersi nell'oscurità, ad una temperatura costante di 19° C, protetti dall'umidità. Ogni titolo è riconfezionato in una scatola neutra, con tutti i generi che sono rappresentati su tutti i supporti possibili, come cartucce, floppy disk, Cd-Rom, e altre.

Uno dei problemi ad affrontare sarà quello di conservare questi giochi per sempre pur sapendo che i media fisici si deteriorano velocemente nel tempo, quando già l'obsolescenza tecnologica li sta minacciando. Ostacoli che la BnF prova a bypassare grazie alla digitalizzazione dei giochi analogici e agli "emulatori", software sviluppati da comunità di appassionati che permettono di giocare a vecchi giochi su computer recenti. Spiega infatti Laurent Duplouy che la Biblioteca nazionale francese "ha in organico due ingegneri nel reparto multimediale che monitorano costantemente questi problemi per trovare emulatori, farli funzionare e allinearli con le nostre collezioni".

Ma anche la recente dematerializzazione dei giochi ("cloud gaming") costituisce un problema, basti pensare al fenomeno Fortnite, accessibile solo online su una piattaforma dedicata, e tramite aggiornamenti regolari. "Siamo in trattative con gli editori", aggiunge Duplouy, "e alcune piattaforme per trovare un modo per recuperare i giochi in deposito legale nella loro forma dematerializzata".

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