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Coca-Cola, tutti contro il nuovo spot in stile gaming

09 ottobre 2021 - 06:31

Coca-Cola ha scelto i videogame per ambientare il suo ultimo spot, ma il video su Youtube sta raccogliendo una valanga di critiche.

Scritto da Daniele Duso
Coca-Cola, tutti contro il nuovo spot in stile gaming


"Real Magic", questo il nome della nuova serie di spot realizzati da Coca-Cola in ambito gaming. L'azienda, solitamente sempre attenta alle nuove tendenze, stavolta ha stretto una partnership con Twitch, piattaforma dove già hanno cominciato a girare le prime pubblicità. Gli spot raccontano la storia di un videogiocatore e del suo avatar digitale in un mondo di finzione che si rifà un po' a World of Warcraft e un po' a League of Legends. Peccato che ai giocatori questo storytelling proprio non piaccia.

Nella réclame si vede il player che, mentre è alle prese con una competizione videoludica, incappa in un momento di difficoltà. Crisi che svanisce dopo aver bevuto un sorso di Coca-Cola che, con un colpo di magia, lo fa entrare nel mondo virtuale, con il suo avatar che si riprende e, dopo aver guardato il campo di battaglia, getta l'arma a terra così che la competizione tra orchi e guerrieri finisce, come si suol dire, a tarallucci e vino, tra sorrisi e abbracci. Tutto ciò mentre l'erba fiorisce e il claim recita "siamo a una Coca di distanza gli uni dagli altri".

"Una storia epica", riporta il testo introduttivo, "al crocevia di mondi in cui un guerriero senza paura e un giovane giocatore apriranno la strada a una nuova alba, cambieranno il corso della storia... e sveleranno il vero significato di Real Magic". Peccato che i giocatori non siano affatto d'accordo in particolare con il messaggio, che di fatto annulla lo spirito competitivo trasformando il campo di battaglia in un prato fiorito, facendo riferimento ai videogiochi un po' a sproposito. Così lo spot pubblicato su Youtube, ad oggi, 8 ottobre, ha raccolto 39.532 pollice verso, e solo 2.395 "mi piace".

Tra le critiche troviamo chi, come Falk Ebert, apprezza "lo sforzo che è stato fatto", pensando al budget speso in computer grafica, chiedendosi tuttavia come mai, in questo progetto, Coca-Cola abbia "fatto di tutto per NON coinvolgere nessuno che avesse il minimo indizio sui giochi."

"Questo è ciò che succede", commenta l'utente Henry Hamilton, "quando hai due idee e, invece di sceglierne una, le distruggi entrambe creando un pasticcio incoerente". E ancora "avrebbe potuto funzionare solo con il giocatore che sta perdendo, beve coca, improvvisamente ringiovanisce e poi fa una serie di giocate impressionanti. Ma in questo spot la competizione è finita senza un vincitore poiché tutti hanno perso. La pace in un mondo di fantasia non ha senso, poiché si tratta solo di un gioco".

Di fatto i giocatori sono rimasti molto infastiditi dall'accostamento tra la guerra (del videogioco) e la Coca Cola che la "risolve" facendo scemare la competizione in una atmosfera fiabesca che i player hanno trovato un po' stucchevole. Quasi che la violenza delle scene videoludiche sia reale e sia, quindi, un problema da risolvere. Un tema, questo, peraltro sempre molto caro ai videogiocatori, con i videogiochi spesso citati a sproposito dai media in occasione di fatti di cronaca riguardanti episodi di violenza giovanile.

"Immagina se i giocatori di basket nel bel mezzo di una partita", commenta l'utente RollingBomberSpecial, "lanciassero il pallone sugli spalti e iniziassero a fare una piramide umana ridendo e bevendo Coca Cola". Un commento che racchiude in sé tutti i motivi per cui lo stop di Coca Cola, in questo caso, è risultato essere così inviso dal pubblico, e in particolare da quel pubblico per il quale era stato creato.

Difficile prevedere se, per Coca Cola, potrà valere il vecchio adagio che in ambito pubblicitario sostiene che "bene o male, importante è che se ne parli". Al momento il video è certamente cliccatissimo, avendo già raggiunto quasi 400mila visualizzazioni, tuttavia i "dislike" sono tanti, e tra i commenti molti assicurano che non berranno più Coca Cola durante le loro sessioni di gioco.

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