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Fabio Bacà e il lato sociale del gioco

27 agosto 2022 - 07:35

Fabio Bacà con 'Nova' è stato tra i candidati al premio Strega 2022, nel romanzo racconta una delle pulsioni dell'uomo, quella per la violenza.

Scritto da Dd
Fabio Bacà e il lato sociale del gioco

Parla di violenza, di quella violenza che fa parte da sempre dell'uomo, il secondo libro di Fabio Bacà, "Nova" (Adelphi Edizioni). Un tema attualissimo, peraltro, mentre il mondo è sfregiato dall'ennesima guerra. Ma soprattutto un tema completamente diverso da quello del primo libro, quel "Benevolenza cosmica" che ha fatto apprezzare Bacà al grande pubblico.

Ne parla con Gioco News partendo proprio dalle riflessioni dalle quali è scaturito questo romanzo.
"Viviamo un mondo in cui la violenza viene condannata", spiega Bacà, "sia dalle principali religioni, sia dal buonsenso, ma nonostante ciò la violenza è naturalmente presente, connaturata al capitalismo stesso, una pulsione che ha sempre fatto parte della storia dell'uomo".

Un concetto, quello della violenza, che effettivamente troviamo quotidianamente sulle prime pagine dei giornali.
"Basta pensare anche alla guerra in Ucraina, a come si è scatenata, a come viene presentata, costantemente in prima pagina, pur non essendo l'unica che si combatte ancora nel mondo. Comunque sì, questa è una contraddizione interna della società che mi ha sempre incuriosito, e questo è il primo motivo che mi ha spinto a scriverne. Poi c'è un secondo motivo, che è legato ad uno dei privilegi dello scrittore, tra i quali c'è, appunto, quello di rendere omaggio a film o altre opere apprezzate. Per quel che mi riguarda, e in particolare per questo romanzo, io ho voluto omaggiare Fight club".

Con una storia che tuttavia presenta una grande differenza, rispetto al film, visto che nel libro c'è un mentore, che è il personaggio del maestro zen, mentre nel film lo stesso protagonista è il protagonista stesso?
"Esatto, ma nel libro come nel film i protagonisti scoprono, dentro sé, una cosa che hanno sempre saputo di avere. Vengono fuori pulsioni che sono sempre state dell'uomo e con le quali dobbiamo sempre fare i conti".

Tema peraltro molto diverso da quello del suo primo libro.
"Il fatto è che detesto la serialità, per questo ho voluto raccontare una storia completamente diversa. Anche se poi, in realtà, un richiamo al mio primo romanzo c'è, con un piccolo cameo che ho inserito, nel quale appare il protagonista di 'Benevolenza cosmica'. In Nova invece ho voluto inserire una persona assolutamente normale all'interno di uno schema narrativo che lo mette di fronte a fatti straordinariamente reali, a episodi di violenza, di prevaricazione, che sono gli stessi che fanno parte
delle cronache quotidiane".

Perché, come accennava prima, la violenza viene stigmatizzata, ma poi ce la ritroviamo ovunque.
"Già, anche lo stesso sport, che è un gioco, è infarcito di terminologia e di retorica bellicista: l'orgoglio patriottico, lo scontro tra nazionali, ma anche semplicemente i concetti di vittoria e sconfitta sono tutte cose su cui si può riflettere. Peraltro la stessa scienza ci dice che mentre si fa sport si producono ormoni che scatenano aggressività".

Un aspetto che solitamente viene associato al maschio, a questo proposito, il protagonista di Nova è un uomo. Si tratta di una scelta voluta, oppure avrebbe potuto essere anche una donna?
"Non c'è nessuna casualità nel fatto che il protagonista sia un uomo. Ma penso ad altre storie, come ad esempio quella narrata in Telma & Louise, pertanto la protagonista avrebbe potuto benissimo essere anche una donna. Credo però che, in questa particolare epoca storica, un personaggio maschio sia particolarmente adatto nel contrasto con una donna che si è maschilizzata, di fronte alla quale l'uomo si sente schiacciato, o quantomeno confuso.

Tornando a quanto lei accennava sul gioco cosa ci può dice invece di quel che è il suo rapporto con l'universo ludico?
"Io sono un grande amante del gioco. Per quanto riguarda lo sport sono stato un grande amante del calcio, tanto che da piccolo speravo pure di fare il calciatore, un giorno. Per il resto non sono mai stato un giocatore d'azzardo, però mi piace molto giocare a carte, amo quella che è la parte sociale del gioco, quella che accade una volta l'anno e caratterizza determinati periodi, quelli delle feste, nei quali ci si ritrova in famiglia o con gli amici e si sta in compagnia".

Ora sta vivendo l'avventura dello Strega, che le auguriamo finisca nel migliore dei modi, ma ha già qualche idea per il suo prossimo lavoro? Sarà diverso dai precedenti?
"Come accennavo odio la serialità. Il prossimo libro sarà sicuramente diverso. Posso solo dire che parla dei social, ma non solo, e parlerà molto di sesso. Attualmente lo sto ancora scrivendo, penso che non vedrà la luce prima di altri tre o quattro anni almeno". 

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