Il mercato dei videogiochi è cresciuto dell'1,7% rispetto al 2019, arrivando a quota un miliardo e 787 milioni di euro, e l'ultimo rapporto Newzoo parla di una ulteriore crescita nel 2020. Un trend che, anche causa della pandemia, continuerà anche quest'anno. Solo in Italia sono più di 17 milioni i giocatori, ma a livello mondiale si parla di un pubblico di almeno 2,5 miliardi di persone, una massa di persone enorme unita da una passione comune, quella per il gioco, che oggi, grazie agli smartphone, ognuno può avere in tasca.
Proprio attraverso il gioco, e il videogioco sempre più inteso come strumento, come media, per molti mercati si aprono opportunità nuove. Si chiama gamification, è l'utilizzo di elementi ludici in contesti non ludici con il fine di coinvolgere persone in modo attivo, in modo da catturare la sua attenzione e magari accompagnarlo in una scelta d'acquisto. Da tempo la gamification è stata adottata dal mondo della moda, in particolare (basti pensare i rapporti che si sono stretti tra moda e sport elettronici), ma anche altri ambiti come quelli della scuola e del turismo trovano sempre più applicazioni in questo campo.
Non stupisce dunque se anche il settore vinicolo decide di darsi al gaming, affidandosi a esperti che sviluppando attività ludiche puntano a conquistare i consumatori e a guidarli nell'apprendimento di contenuti complessi in modo "leggero" e accattivante. "Un videogioco di successo – spiega Fabio Viola al portale Formazioneturismo.com, uno dei maggiori esperti italiani di gamification applicata a cultura e turismo – spinge Winexplorers. La piattaforma di gamification applicata all'enoturismo Winexplorers è la prima piattaforma integrata di gamification applicata all'enoturismo, messa a punto da The Round Table in collaborazione con il progetto TuoMuseo (di Fabio Viola). Studiata inizialmente per accompagnare nel web la promozione enoturistica in tempo di Covid-19, ora si pone a tutti gli effetti come strumento strategico".
I "winexplorers" si muovono sul territorio, più o meno come fa chi gioca con i Pokémon, e "ricevono gratuitamente un passaporto digitale – spiega ancora Viola –: l'obiettivo è ottenere una serie di timbri digitali che rappresentano le sfide vinte, i problemi risolti, le informazioni acquisite, i luoghi visitati, gli acquisti effettuati, siano essi di esperienze enoturistiche che di prodotti della denominazione e del territorio protagonista. Giocando on line si conoscono i vini di un territorio, i cibi con i quali accompagnarli, le esperienze di accoglienza in cantina e in vigna, le peculiarità artistiche, culturali, naturalistiche, sportive dei dintorni con le quali arricchire la visita enoturistica".
Così avviene che i giocatori instaurano un rapporto attivo con la località visitata, e non sono più semplici spettatori passivi. Esplorano, visitano, si muovono e, cosa più importante, agiscono nella realtà tridimensionale nella quale sono immersi in un meccanismo che, continua Viola, "si verifica anche con il cinema, la letteratura e il fumetto". Viola ricorda ad esempio il caso emblematico del borgo medievale di Monteriggioni, in provincia di Siena, che ha assunto una fama mondiale a partire dal 2009, anno di lancio di Assassin's Creed II (secondo capitolo della celebre saga di videogiochi Ubisoft) ambientato in Toscana. Con un sondaggio sottoposto a 500 turisti il Comune di Monteriggioni ha scoperto che l'11,4% aveva scoperto il borgo grazie al videogioco.
Ma restando al tema del vino, oltre a Winexplorers, che è la prima vera applicazione di gamification del settore, troviamo già esperienze simili come il progetto Living Wine Labels, che trasforma le etichette in racconti e consente l'esplorazione di paesaggi digitali attraverso la tecnologia della realtà aumentata, e poi My Wine Society, una applicazione volta a stimolare forme di comunità intorno al vino.
Al tema ha dedicato un approfondimento l'ultimo numero de Il Corriere vinicolo, organo d'informazione ufficiale dell'Unione italiana vini, che propone nelle sue pagine anche un'intervista a Magda Antonioli, direttrice del Master in Economia del turismo dell'Università Bocconi, vicepresidente European Travel Commission e consigliere Enit. "L'innovazione degli strumenti di comunicazione digitali, come la gamification – spiega l'esperta –, rappresentano ormai una frontiera obbligatoria con la quale confrontarsi. L'enoturismo è un settore dagli importanti impatti economici, che si aggiunge al ruolo fondamentale del settore vitivinicolo e dell'industria agroalimentare. L'enoturista cerca emozioni, ritmi slow, dettagli ambientali e si muove alla scoperta di attrattive culturali del territorio. Tutte azioni che implicano informazioni continue e dettagliate, che solo strumenti digitali idonei sono in grado di fornire". Tutti aspetti che i giochi elettronici conoscono bene, per questo anche il vino ha bisogno del videogame.