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Spese digitali: in Italia il gaming cresce del 2% e supera gli 1,5 miliardi

09 febbraio 2024 - 11:31

La spesa dei consumatori in contenuti digitali d’informazione e intrattenimento in Italia nel 2023 raggiunge i 3,6 miliardi di euro, cresce la richiesta di video-intrattenimento (e videogame) mentre si 'raffredda' il metaverso.

Scritto da Dd
Foto Rupixen Com (Unsplash)

Foto Rupixen Com (Unsplash)

Il gaming in Italia cresce del +2 percento in un anno e rappresenta il 42 percento della spesa del consumatore con oltre 1,5 miliardi di euro, e mentre emerge l'interesse per l'intelligenza artificiale, si raffreddano gli entusiasmi attorno al metaverso.

Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2023 dell'Osservatorio Digital content, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, giunta al suo quarto anno, e presentato in occasione del convegno “Contenuti digitali: la tecnologia dà forma al mercato”*.

Superata la battuta d’arresto nel 2022, spiegano dall'Osservatorio, dovuta anche alla crisi dei semiconduttori, che ha ritardato la diffusione delle consolle di nuova generazione, e grazie alla diffusione di consolle digital only, il comparto del gaming è tornato crescere, consolidando il proprio valore.

Nel complesso la spesa dei consumatori italiani in contenuti digitali, che siano di informazione o di intrattenimento, nel 2023 raggiunge i 3,6 miliardi di euro, registrando un tasso di crescita del +5 percento rispetto al 2022. A contribuire allo sviluppo vi è anche il rinnovato interesse da parte degli utenti per una vasta gamma di contenuti digitali, in particolar modo per l’informazione, i video di intrattenimento e i contenuti musicali, fruiti da circa l’80 percento del campione intervistato.

“Per la prima volta, dopo anni di crescita a doppia cifra, i volumi di spesa, seppur in aumento, sembrano consolidarsi. Negli anni passati la crescita è stata trainata principalmente da un forte dinamismo dell’offerta, dall’espansione della base clienti e dalla situazione pandemica. Nel corso del 2023 la crescita è legata principalmente a un aumento generale dei prezzi medi da parte delle piattaforme e alla crescente base utenti che ha fruito dei contenuti a pagamento” afferma Samuele Fraternali, direttore dell’Osservatorio Digital content del Politecnico di Milano.

Il mercato dei contenuti digitali si articola in due macro-componenti: la spesa del consumatore, intesa come spesa degli utenti per fruire dei contenuti attraverso sottoscrizione di abbonamenti e/o acquisto di singoli contenuti, e la raccolta pubblicitaria, intesa come i ricavi ottenuti attraverso la vendita a terzi di spazi pubblicitari all’interno della piattaforma o all’interno dei contenuti stessi (in-product).

Il settore più rilevante in valore assoluto è il video intrattenimento che pesa il 44 percento della spesa totale (circa 1,6 miliardi di €) e che cresce anno su anno del +7 percento in termini di spesa del consumatore. Andamento ancora più positivo per la raccolta pubblicitaria che raggiunge un +14 percento rispetto all’anno precedente. Influiscono sui numeri del settore l’aumento dei prezzi, i nuovi modelli di abbonamento ibridi che includono anche annunci pubblicitari e il potenziato contrasto alla pirateria.

In termini di modalità di distribuzione, i modelli Subscription Video On Demand (Svod, cioè i servizi su abbonamento con canone periodico) sono oramai responsabili della quasi totalità della spesa del consumatore, mentre quelli Transactional Video On Demand (Tvod, ossia basati sull’acquisto o sul noleggio di singoli contenuti) stanno diventando sempre più marginali. Tuttavia, molti attori che da sempre hanno modelli Svod stanno sviluppando soluzioni ibride e nuovi modelli Asvod (Ad-supported Subscription Video On Demand) stanno prendendo piede.

Anche il settore dell’audio digitale, seppur in valore assoluto rappresenti solo il 9 percento del totale del mercato (circa 325 milioni di €), cresce grazie a una spesa del consumatore che aumenta a un tasso decisamente superiore rispetto alla media del mercato (+18 percento). In termini di raccolta pubblicitaria, il comparto segna invece un +24 percento. La musica è senza dubbio il contenuto digitalmente più maturo, responsabile della quasi totalità del valore, sia in termini di spesa che in termini di raccolta pubblicitaria. Il modello in streaming è ormai predominante e consolidato, mentre l’acquisto di singoli contenuti rimane marginale nella dimensione digitale. Gli audiolibri si stanno gradualmente ritagliando un ruolo all’interno del settore.

Il settore del gaming è secondo in valore assoluto di spesa dopo il sorpasso subito da parte del video. Ora il gaming "copre" il 42 percento della spesa del consumatore, con oltre 1,5 miliardi di euro, e torna a crescere dopo la leggera contrazione del 2022 (+2 percento rispetto all’anno passato), consolidando il proprio valore.

L'evoluzione tecnologica sta profondamente influenzando le abitudini dei consumatori italiani, i quali stanno dotandosi sempre più di dispositivi connessi: lo smartphone si conferma essere il dispositivo più comunemente posseduto dall’internet user italiano, e nel corso del 2023 Smartwatch, Smart Speaker e Smart Tv sono i device che registrano i maggiori tassi di crescita. 

Secondo i dati Bva Doxa, nel 2023 si è assistito ad una crescita dell’utilizzo di digital content. I contenuti più fruiti dagli utenti italiani (da circa l’80 percento) sono informazione, video di intrattenimento e contenuti musicali, seguiti da riviste, videogiochi e podcast (fruiti da circa un utente su due). Seppur eBook e audiolibri catturino l’interesse solo di circa un terzo del campione, insieme ai podcast risultano essere – secondo il dichiarato dei consumatori italiani - i contenuti con il maggiore potenziale di crescita nel prossimo futuro.

I consumatori italiani dichiarano che il tempo dedicato ai contenuti digitali (in particolare video di intrattenimento, contenuti musicali e videogame) rimarrà stabile nei prossimi 12 mesi.

Il settore dei contenuti si trova agli inizi di una nuova era", aggiunge Fraternali. "I recenti sviluppi nel panorama digitale, con particolare attenzione al Web3, al metaverso e alla generazione automatica di contenuti, stanno ridefinendo il mercato dei contenuti digitali e i paradigmi di consumo, alimentando nuovi trend innovativi. Tra sfide e opportunità, affiorano diversi elementi a cui le imprese devono prestare attenzione, in quanto capaci di impattare in maniera profonda sulla profittabilità, sull’arena competitiva e sul mercato del lavoro. La sfida reale per l’industria dei contenuti digitali risiede nel capire come trasformare le sperimentazioni e le progettualità in modelli produttivi e distributivi strutturati. Per fare questo, è necessario comprendere al meglio le potenzialità e le implicazioni di breve e medio termine per gli utenti e per l’industria nel suo complesso e identificare delle precise direttrici di investimento.” 

Il concetto di Web3, associato all’idea di decentralizzazione, di componibilità delle applicazioni, di accessibilità dei servizi, di privacy dei dati, della possibilità per gli utenti di possedere e scambiare asset digitali e di gestire la propria identità online senza intermediari – rende possibile lo sviluppo di nuove modalità di distribuzione e commercializzazione dei contenuti digitali. Alcuni esempi di impatti tangibili potrebbero essere la ridefinizione del concetto di proprietà digitale, una maggiore tracciabilità e trasparenza nella filiera associate all’idea di equo compenso per i differenti attori, e la creazione di mercati secondari.

L’intelligenza artificiale generativa, pur essendo un tema esistente da diversi anni, ha avuto nell’anno trascorso la sua consacrazione. L’industria dei contenuti digitali si sta interrogando su quale sia il perimetro per l’utilizzo di questa tecnologia. Se da un lato emerge un tema di efficienza nella redazione di contenuti audio, testuali e visivi, dall’altro persistono forti criticità quando si devono affrontare temi legati all’etica, alla gestione del diritto d’autore e ai diritti dei lavoratori in industrie creative come quella dei contenuti digitali.

Per quanto riguarda il metaverso, si è invece assistito a livello globale a una riduzione degli investimenti, anche a fronte di un cambio di focus proprio verso il tema dell’intelligenza artificiale. Le aziende stanno provando a comprendere come possano sfruttare i mondi virtuali – spesso valorizzando specifici eventi - per aumentare il coinvolgimento degli utenti, promuovere il proprio brand o esplorare nuove modalità di distribuzione.

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