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L'universo di Italo Calvino, fonte d’ispirazione per i videogiochi moderni

14 novembre 2023 - 12:35

Scrittore, saggista, paroliere e creatore di mondi immaginari, Italo Calvino è uno dei più grandi pionieri e cervelli del secolo scorso. Tuttavia in pochi sanno che è stato fonte di ispirazione per alcuni celebri videogiochi.

Scritto da Carlo Cammarella
@ Wikipedia

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Nell’epoca del digitale i nuovi giochi che si sovrappongono ai precedenti sono all’ordine del giorno; nuovi titoli appaiono e scompaiono velocemente, spesso senza lasciare traccia, a una velocità fino a qualche tempo fa impensabile. Una società che può sembrare cannibale e che per certi versi sembra aver dimenticato i legami con un passato ancora vicino e palpabile con mano.

Per questo la maggior parte delle persone potrebbe pensare che un prodotto come un videogame possa essere semplicemente il frutto di tempi moderni. In realtà le connessioni con il passato sono molte e basta guardare un po’ più a fondo per capire che ogni azione, invenzione, innovazione non nasce dal nulla ma trae spunto dal vissuto e spesso proprio dalla letteratura.

Un esempio pratico è la figura di Italo Calvino, scrittore del novecento nato esattamente cento anni fa e scomparso prematuramente nel ventesimo secolo. Perché questo parallelismo tra due mondi all’apparenza così lontani?

In realtà la risposta è molto semplice: il celebre paroliere che ha lasciato ai posteri grandi capolavori della letteratura, precursore e innovatore dei tempi moderni, in realtà ha anticipato alcuni dei linguaggi e delle trame presenti in alcuni videogiochi. Anzi, per alcuni sviluppatori è stato una vera e propria fonte di ispirazione.

Facciamo un esempio pratico con Braid, videogame nato nel 2008 per mano di Jonathan Blow, inizialmente uscito sul servizio online di Microsoft Xbox Live. Protagonista di questo gioco è Tim, un uomo che cerca di salvare la sua principessa da un terribile mago malvagio. L’unica cosa chiara però è che il personaggio deve correggere una sorta di errore iniziale per riuscire nel suo intento, riparando una sorta di peccato originale che all’inizio non si conosce. Blow non ha certo nascosto che l’ispirazione di questo titolo proviene proprio dalle Città Invisibili di italo Calvino.

Uno spunto interessante arriva da un articolo uscito su Artribune firmato da Matteo Lupetti in cui si afferma come Braid sia “influenzato soprattutto dalla raccolta di città immaginarie "Le città invisibili", ma ciò che interessa a Blow è il modo in cui Calvino struttura le sue opere, come ci insegna a riconoscerne anche solo intuitivamente i pattern, gli elementi ricorrenti, più ovvi e come in questo modo ci incoraggia a cercarne altri, meno ovvi, creando libri-puzzle.”

Non a caso il protagonista del videogioco deve raccogliere i pezzi di un puzzle divisi nei livelli di gioco che gli permetteranno di riavvolgere il tempo e correggere l’errore inziale e per fare ciò dovrà risolvere enigmi spesso basati sulla fisica.

Altro spunto di riflessione lo troviamo in un articolo pubblicato su Eroica Fenice di Salvatore Iaconis in cui l’autore prende in considerazione alcuni titoli come Assassin’s Creed, GTA, Prince of Persia o Il professor Layton dove “il giocatore può scegliere quali missioni compiere oppure scegliere un determinato approccio al gioco.”

Il legame in questo caso può essere con Il castello dei destini incrociati perché “I protagonisti del romanzo sono un gruppo di viandanti medioevali che si ritrovano in una taverna ma a causa di un evento improvviso tutti gli avventori della locanda perdono la facoltà di parlare. Così decidono di usare le carte dei tarocchi per raccontare le proprie storie ma la lettura delle carte può avvenire in modo diverso a seconda della disposizione.” Lo spunto parte proprio dalla libertà di scelta che è uno degli elementi imprescindibili di questo tipo di videogiochi.

Gli esempi appena riportati servono per sottolineare come il passato abbia influenzato il presente e per evidenziare che le cose all'apparenza più ovvie non nascono dal nulla ma da un retaggio culturale e da legami invisibili, proprio come le città descritte da Italo Calvino in una delle sue opere più celebri.

 

 

 

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