Videogame, Harrison Ford 'paladino' dei doppiatori
Il noto attore in una intervista ha evidenziato la qualità del lavoro dei doppiatori sottolineando che ritiene inutile l'intelligenza artificiale per le voci nei videogame.
Scritto da Dd
Foto tratta dalla pagina di Wikipedia dedicata a Harrison Ford
"Non c'è bisogno dell'intelligenza artificiale per rubare la mia anima, puoi già farlo per pochi centesimi con buone idee e talento".
Lo ha detto il noto attore Harrison Ford nel corso di una intervista rilasciata pochi giorni fa al Wall Street Journal. Parole che lo hanno eletto a paladino della lotta dei doppiatori contro gli editori che puntano a sostituirli con l'utilizzo di software più flessibili e probabilmente più economici.
Parlando del doppiatore Troy Baker, che ha dato la voce al protagonista nel recente videogioco Indiana Jones and the Great Circle, Ford ha sottolineato che "ha fatto un lavoro brillante e non c'è voluta l'intelligenza artificiale per farlo".
Harrison Ford (83 anni il prossimo luglio), che ha prestato il volto al leggendario esploratore Indiana Jones in ben cinque pellicole tra il 1981 e il 2023, ha voluto quindi spendere qualche parola a favore di una categoria che negli ultimi mesi, con l'avanzare dei servizi di software AI, sta vivendo uno dei periodi peggiori, non solo per quanto riguarda la produzione di videogame.
La questione ha raggiunto un punto critico con lo sciopero dei doppiatori del sindacato Sag-Aftra, iniziato a luglio 2024, che mira a proteggere i propri membri dall'uso indiscriminato dell'IA e a garantire compensi adeguati per le performance riprodotte digitalmente.
Il sostegno di figure di spicco come Harrison Ford ha acceso i riflettori sulla questione.
Il sindacato chiede principalmente trasparenza e consenso nell'uso delle tecnologie di generazione vocale, ma anche una giusta retribuzione per le performance riprodotte digitalmente. Alcuni sviluppatori hanno accolto queste richieste, ma i grandi editori come Activision Blizzard, Disney, Warner Bros ed Electronic Arts oppongono resistenza. Il sindacato denuncia il tentativo delle aziende di classificare il motion capture come "dati" anziché come "performance", aprendo la strada a possibili abusi e sfruttamento.
La battaglia è in corso e il futuro del doppiaggio nei videogiochi (e non solo) è sicuramente molto incerto, con la decisione su come bilanciare innovazione e diritti dei lavoratori che, in qualsiasi caso, avrà un impatto significativo sull'intero settore.