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Videogame, un progetto bolognese riporta in vita Oxo dopo 72 anni

27 febbraio 2024 - 10:45

Il primo videogioco della storia, che è anche uno dei primi esperimenti di intelligenza artificiale, rivive grazie a un progetto realizzato dall'associazione Insert Coin di Bologna.

Scritto da Daniele Duso
Foto dell'Electronic Delay Storage Automatic Calculator, l'elaboratore dove girava il videogame Oxo (Fonte Wikipedia)

Foto dell'Electronic Delay Storage Automatic Calculator, l'elaboratore dove girava il videogame Oxo (Fonte Wikipedia)

Oxo, come spiega Wikipedia, è un videogioco sviluppato da Alexander Shafto "Sandy" Douglas nel 1952 simulando il noto "tris" (dai simboli del quale deriva, appunto, il nome: O, X e O).

Si tratta di uno dei primi giochi sviluppati nella storia dei videogiochi, realizzato nell'ambito di una tesi sull'interazione uomo-computer presso l'Università di Cambridge, scritto per l'Electronic Delay Storage Automatic Calculator (l'Edsac, nella foto in alto, tutt'altro che una console portatile, come si può notare), uno dei primi computer a programma memorizzato, con memoria che poteva essere letta o scritta, che era stato allestito pochi anni prima, nel 1948.

Oxo ora "rivive" grazie a un progetto dall'associazione Insert Coin di Bologna, che ne ha creato una riproduzione perfettamente funzionante, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca e di riproduzione del codice originale.

"Il progetto", come ha spiegato al portale di informazione locale Bologna24ore.it Nicolò Mulas Marcello, Presidente di Associazione Insert Coin, "ci ha impegnati per diversi mesi, sia per la ricerca di informazioni, sia per quanto riguarda la scrittura del codice, ed anche per il recupero di tutti i materiali dell’epoca con cui è stato realizzato. La sfida più grande è stata quella di riprodurre l’intelligenza artificiale che nel 1952 dava vita al computer, e per questo ringrazio l’amico programmatore Flavio Martinelli che ha dato una grande mano nella scrittura del codice per la piattaforma hardware Arduino."

Il giocatore umano selezionava la propria mossa attraverso un selettore a disco di un telefono, selezionando un numero dall'1 al 9, posizionando così il suo simbolo sulla rispettiva casella della scacchiera. Una modalità probabilmente difficile da immaginare per i più giovani, abituati a tastiere e wi-fi. Eppure il "gioco" funzionava: il computer rispondeva con la sua mossa per bloccare l'avversario o per selezionare la mossa vincente, analizzando e adottando la strategia migliore. La partita veniva visualizzata su un monitor a tubo catodico da 6 pollici illuminato a fosfori verdi.

Lo chiamiamo gioco, anche se lontano anni luce dai videogame attuali, e anche se creato con fini non certo legati all'intrattenimento.

Oggi, 72 anni dopo, Oxo è storia. Storia dell'industria videoludica che il progetto realizzato da Insert Coin prova a recuperare riproducendo lo stesso tipo di selettore input grazie ad un telefono originale del 1949. Anche il monitor è stato interamente ricostruito sfruttando materiali originali dei primi anni '50.

Il progetto Oxo di Inset Coin non è peraltro l'unico in questo ambito, dato che si aggiunge alle altre riproduzioni realizzate dall'associazione con intento didattico e divulgativo, come Tennis For Two (1957) e Spacewar! (1962) e mira, come è successo per il Videogame Art Museum, attualmente chiuso, a far rivivere o scoprire ad appassionati e curiosi di tutte le età la storia del videogioco, con i primi esperimenti videoludici.

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