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Calciatori e scommesse: c'era anche il poker tra i giochi illegali e in ritiro

14 aprile 2025 - 14:46

Anche il poker online giocato in ritiro in Nazionale e su siti senza licenza Adm tra le attività illecite di cui i campioni italiani di Serie A e Premier League, come Tonali, sarebbero colpevoli.

Scritto da Ca
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Hanno fatto il giro del web e dei giornali le foto di Sandro Tonali e Nicolò Fagioli e di mezza Nazionale Under 20, che giocano a poker in ritiro, in mezzo all’ennesimo scandalo legato alle scommesse coi campioni azzurri intenti a puntare somme a sei cifre. Notizia di oggi è anche il coinvolgimento di un tennista, Matteo Gigante, che, però, avrebbe giocato solo a poker online come altri calciatori.

Tuttavia, il poker, come al solito, è stato tirato dentro più per dipingere il profilo del ludopatico di questo o quel calciatore che per esserci realmente un’ipotesi di reato vera e propria. Ricordiamo, infatti, che il problema principale riguarda le scommesse sui siti illegali e senza concessione dove puntare tramite allibratori smaliziati, somme con diversi zeri. Emerge dalle chat che i debiti erano ingenti. E per pagare si usava Revolut, cercando di evitare tracciamenti ulteriori anche se, poi, in qualche modo i soldi vanno caricati e molti calciatori (vedi Zaniolo) hanno avuto anche grossi problemi perché controllati da chi sa che qualche distorsione con tutti quei milioni in mano è all’ordine del giorno.

Ma il poker non c’entra nulla. O meglio, può essere solo uno degli “n” modi per giocare d’azzardo pesantemente. Anche le scommesse non riguarderebbero puntate su eventi legati alle squadre in cui giocavano.

Va specificato, e questo è il nostro ruolo, che queste somme venivano girate su piattaforme di gioco estere, indirizzi raggiungibilissimi purtroppo dall’Italia o tramite tecnologia VPN. Piccola parentesi: da tempo pensiamo che l’azione sull’inibizione dei siti senza licenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sia dovuta e lodevole, tuttavia servirebbe un intervento più profondo sui provider e bloccare il problema alla radice. Il problema è anche il conflitto con legislazioni che operano in framework europei e quindi difficilmente arginabili, così come è dura frapporre barriere alla libera circolazione delle persone nel web.

Tornando ai siti legali, puntare cifre del genere su piattaforme “punto it” è impossibile. Sia per i limiti alla vincita sia per gli autocontrolli di gioco e di deposito inseriti con la legge Balduzzi che è rimasta in vigore per alcuni pezzi rimasti validi dopo il varo del decreto Dignità e del divieto di pubblicità.

La stampa generalista ha specificato molto bene che il gioco era fatto esclusivamente su siti illegali. E tornando al divieto di promozione, quello che si dice e cioè che spot e inserzioni servono a distinguere tra il gioco legale e quello illegale, questo ennesimo scandalo serve a dimostrare come ci sia la necessità di avere una comunicazione sana e formativa e non una norma inefficiente e oscurantista che ha avuto solo l’effetto di creare maggiori distorsioni e non certo quello di ridurre i volumi di gioco, anzi.

Nel caso dei calciatori, il male di Sandro Tonali, Nicolò Fagioli, Alessandro Florenzi e tanti altri ancora, sembra qualcosa di peggiore, però, ma anche di difficilmente ripetibile per i comuni mortali. Servirebbero pene dure, qui sì, perché questi campioni (di piede e non di testa pare) dovrebbero dare l’esempio. Ed è in questi casi che si deve picchiare forte col beneficio del garantismo, sia chiaro, ma, accertate le colpe e le responsabilità le sanzioni dovrebbero essere salatissime e fortissime. Invece di colpire chi gioca al circoletto 50-100 euro forse dovrebbero essere questi i veri cattivi esempi da demonizzare.

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