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Calcio, campioni, player e classifiche, ecco perché l'approccio nel Poker è più sereno e senza odio

02 gennaio 2023 - 11:12

Basta ai paragoni tra grandi campioni, alle classifiche, alla base deve esserci cultura, rispetto e serenità nel vivere la grande qualità.

Scritto da Cesare Antonini

Siamo piuttosto nauseati dai paragoni e dalle classifiche tra grandi campioni di qualsiasi sport o disciplina. Dai Mondiali in Qatar con Messi e Maradona e poi con la morte di Pelé. La qualità a certi livelli è difficile da valutare specie da chi certe vette non riuscirà mai a raggiungerle. Perché non apprezzare lo spettacolo e le magie che certi campioni hanno regalato allo sport?
Poi ci sono i dati, i numeri e le statistiche che, però, andrebbero anche confrontati con i tempi e le condizioni in cui si è giocato e vissuto. Nel poker, tuttavia, ci sono i soldi vinti, HendonMob e la Global Poker Player. Ci sono tanti Player of the Year, delle World Series of poker, del World Poker Tour e di tante competizioni che sono misurati con algoritmi e con i soldi vinti, anche in questo caso e sono assai obiettivi. 
Poi ci sono i criteri della Poker Hall of Fame che sposano proprio il nostro sentiment: un player per entrare in questo epico gruppo che cristallizza per sempre i migliori del settore deve essere sulla breccia per tanti anni, deve aver giocato ad alti livelli e deve aver contribuito alla crescita del settore. Anche in questo premio c’è un minimo di discrezionalità, un po’ come nel Pallone d’Oro con i membri viventi, al pari dei giornalisti sportivi e della redazione di France Football, che devono alla fine scegliere chi ne entrerà a far parte. 

Ma nel poker sembra tutto molto più sereno e condiviso. Questa riflessione nasce dall’iniziativa di Benjamin Rolle che ha elencato i cinque players migliori per la sua personalissima valutazione. Bene provate a fare un tuffo nei commenti del Twitter del player in questione (ne parliamo a parte), e poi andate sui social a vedere come ne parlano i tifosi di calcio, la gente comune. C’è da prendere e cancellarsi da tutto, anche dal bar dello sport dove le litigate con gli avventori potevano finire uscendo dal locale o chinandosi sul bicchiere o mescolando il caffè scrollando la testa senza sentire le famose “chiacchiere da bar”, appunto. 

Non prendeteci da snob ma non è la prima volta che spezziamo una lancia a favore dei players rispetto ad altre categorie e alla massa comune. Il tema è sempre quello: l’istruzione, la preparazione e la cultura. Sono le basi per un vivere civile e per esprimere valutazioni serene e corrette. Ma soprattutto deve esserci il rispetto alla base di tutto e quando vediamo sfidare menti “eccelse” su chi sia il più grande giocatore del Mondo di tutti i tempi ci rendiamo conto che quando questo manca poi non si è più lucidi e si incorre in errori. 
Potremmo dire: de gustibus. Chi ama più Maradona o Doyle Brunson, Hellmuth o Messi, Sammartino o Kanit, Totti o Del Piero. Scegliete liberamente ma fatevi guidare dall’emozione e dal rispetto delle opinioni altrui. Specie se si parla di certi grandi campioni e di certi livelli dove le classifiche, francamente, dovrebbero andare a farsi benedire. 

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