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Il poker live nei casinò d'Italia sta per morire: resiste Campione ma gli altri tre?

22 maggio 2017 - 16:50

Tornei di poker settimanali, eventi e cash game in tre casinò su quattro in Italia rischiano di scomparire. Ecco la situazione. 

Scritto da Cesare Antonini

La scorsa settimana presentando l'Italian Poker Open edizione 24 da 1 milione di euro garantiti scrivevamo, "uno dei migliori tornei d'Europa, certo, ma i format del Casinò di Campione d'Italia rischiano di rimanere anche gli unici da giocare in Italia". E da qui ci attacchiamo ribadendo i concetti già espressi aggiornandoli con alcune novità.
Pazzesco ma vero, tra accordi scaduti, mala gestione, miopia che sfiora la cecità aziendale nel top management e un lavoro assurdo e contrario dei sindacati delle principali sale da gioco, gli altri tre casinò italiani al momento sono senza un torneo di poker programmato da qui a qualche mese.

Con un paese privo da 8 anni di una legge sul poker live che era stata promessa dalle istituzioni, neanche i luoghi da sempre deputati per l'ospitare eventi dal vivo riescono a mantenere programmazioni stabili e di appeal. Spesso per ragioni che esulano dalle capacità delle organizzazioni stesse. Eccezion fatta per Campione d'Italia, ovvio, dove è passato il concetto per il quale il poker live offerto a certi livelli genera solo grandi opportunità che sono determinanti anche in termini di indotto.
E se un circolo di poker live di Milano con un format storico riesce a totalizzare 1.386 entries (un low buy in ovviamente) e alcuni casinò sono a 0 spaccato qualcosa bisognerà pur fare.
Invece, no. Sindacati e piccoli gruppi con la forza di un moscerino sono lì a fare la guerra "fredda" a suon di comunicati incomprensibili, mobbing e altre diavolerie senza ancora comprendere che la clientela dei casinò è cambiata e che una buona parte delle affluenze può arrivare proprio da giochi nuovi come il texas hold'em poker. Dai grandi eventi.

Nella nostra esperienza di "rounders" della comunicazione possiamo portare la testimonianza di location come Dusk Till Dawn, nella normalissima cittadina di Nottingham e in grado di offrire servizi ai players coccolati, serviti e riveriti con al centro proprio il poker. Per non parlare di Las Vegas, proprio un altro pianeta.

E in Italia? A Venezia quello che è successo al poker live è roba da pazzi. Non ci interessa entrare nel merito di chi ha torto o ragione ma un progetto decisamente ambizioso è stato messo alla porta nel giro di meno di 4 mesi. Vi sembra normale? E vi pare logico che una gestione di questo tipo stia per chiudere uno dei luoghi più affascinanti dove giocare a poker, il Casinò Ca' Vedramin nella laguna di Cannareggio? La culla del boom del poker live con la Notte del Poker poi esplosa con alcune tappe di successo del Wpt global poi ridimensionate al National. Negli ultimi mesi si era parlato di PokerStars Festival, qualcuno credeva anche nel Championship. Chissà. Magari abbiamo perso anche questo.

Campione d'Italia a parte gli altri tre casinò hanno difficoltà evidenti nella gestione del cash game. O meglio, chi organizza tornei live non può mettere mano ai tavoli cash che sono complementari ad un'offerta da festival, da series, e dai quali non si può mica prescindere. Questo è un handicap troppo grosso per chi si è trovato ad organizzare poker in questi anni in location che, però, vivevano solo coi live.
Mettiamocelo in testa, tra Sanremo, Saint Vincent e Venezia rischiamo di non vedere un torneo di poker dal vivo da qui a fine anno. E abbiamo visto con quali difficoltà poi riaprano sale da gioco rimaste ferme per mesi.

Qual è la soluzione? Finché le case da gioco non si troveranno sull'orlo del precipizio non prenderanno nessuna decisione sensata. Si andrà avanti sempre con framework sindacali senza guardare a produttività, efficienza, economicità e sana gestione.
Intanto il poker live bordeline dilaga e c'è addirittura un politico che propone di eliminare quella legge della comunitaria 2008 che consente sostanzialmente di giocare proprio per i ritardi dello Stato nell'emanare quel famigerato regolamento del poker live. Ma se si abroga quel comma poi non si riapre più.
Finalino con una stoccatina a Federgioco, l'associazione dei 4 casinò italiani. A che punto sta quella famosa indagine sul gioco live in Italia? E soprattutto che senso ha se 3 casinò su 4 sono ormai senza poker room? Non penserete mica che i players verranno a giocare ai tavoli tristi e inarrivabili ai più di cash game con 10-15 players a settimana e con i croupier che lasciano i giocatori ad all in in corso perché hanno finito il turno da operai? Dai su.

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