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Il poker reagisce alla guerra in Ucraina ma no alla cancel culture: al tavolo siamo tutti uguali!

07 marzo 2022 - 15:42

Il poker, in questo caso PokerStars Live e l'Ept, reagisce alla guerra in Ucraina ma no alla cancel culture: al tavolo siamo tutti uguali!  

Scritto da Cesare Antonini
Il poker reagisce alla guerra in Ucraina ma no alla cancel culture: al tavolo siamo tutti uguali!

PokerStars ha cancellato la tappa di Sochi, in Russia. Sì, la notizia è proprio questa. Dallo spostamento da marzo a ottobre 2022, di cui avevamo scritto, alla rimozione coatta della data dal calendario di PokerStars ovviamente in risposta alla protesta per aver ospitato l'evento dopo l'invasione russa dell'Ucraina, che sta causando migliaia di vittime, paesi e città distrutte e milioni di sfollati diretti verso il centro Europa.

Ma il tema è proprio questo: ok alle sanzioni, a qualsiasi mezzo che possa servire a convincere la Russia (Putin in realtà) a fermare l’operazione militare “speciale”, come la definisce in maniera propagandistica lo Zar, ma attenzione a non cadere nell’errore di allontanarsi anche dai players russi e ad agire con la più banale e spietata cancel culture.

Ma non poteva andare altrimenti per la tappa di Sochi che, in un primo momento era stata spostata dal primo al 10 di ottobre, ma una dichiarazione questa settimana ha finalmente annunciato la sua cancellazione. “PokerStars può confermare che l'EPT Sochi è stato cancellato. Un evento non si terrà a Sochi fino a quando non sarà sicuro per lo staff e i giocatori e sarà appropriato farlo. I qualificati possono contattare live@pokerstarslive.com per qualsiasi domanda”.

La breve dichiarazione concludeva così: "Stiamo continuando a monitorare da vicino la situazione e stiamo adottando tutte le azioni appropriate per garantire il rispetto di tutte le leggi e sanzioni applicabili".

Per lo staff e players è il minimo che si possa fare al di là delle sanzioni anche se le tappe di Sochi hanno field prettamente russo e non avrebbero rappresentato un grosso problema di sicurezza.

Ma la poker community si era mossa specie con uno statement del professionista olandese Joris Ruijs che aveva pubblicamente chiesto il boicottaggio degli eventi Ept a meno che PokerStars non avesse deciso di togliere la tappa di Sochi dal calendario a causa dell'invasione dell'Ucraina.

Il sito web di PokerStarsLive si è aggiornato solo successivamente visto che per qualche giorno è rimasto l’evento di ottobre ancora online. Poi è stato “postponed” a date da destinarsi ca chissà quando.

Ecco la pesante posizione di Rujis:

A seguito della recente illegale e orrendz invasione dell'Ucraina con cui il mondo ha risposto un messaggio chiaro; la violenza deve cessare ora.

La Russia è stata pesantemente sanzionata in un tentativo di mandare in bancarotta la macchina da guerra del Cremlino, ed è fondamentale che prendiamo ogni misura possibile per prevenire ulteriori catastrofi umane.

Di conseguenza molte aziende hanno tagliato i loro legami con l'economia russa, generando un costo economico salatissimo. La gravità della situazione è ulteriormente illustrato con aziende come FIFA, BP e Shell, società non particolarmente note per la loro forza morale, stiano facendo la cosa giusta.

Tuttavia, l’Ept e PokerStars Live finora si erano rifiutati di cancellare il torneo di Sochi rilasciando una dichiarazione semplice che sarebbe stata solo rinviata a ottobre.

I tornei di poker sono un grande impulso per la locale economia e sarebbe stato folle, data la situazione attuale, organizzare un torneo proprio a Sochi.

In quanto giocatore di lunga data e habitué dell'EPT, sono sconvolto da questa decisione e ho deciso di non partecipare alla tappa di Praga e anche le successive se non viene fornita una dichiarazione chiara e inequivocabile condannando l'invasione russa in maniera ferma e decisa. E PokerStars non dovrebbe tornare in Russia se non quando la Pace verrà ristabilita. Chiedo alle persone di dar voce alla protesta e alla solidarietà per il popolo ucraino.

Argomentazioni validissime ma, ritorniamo al tema del pezzo in oggetto: che non si applica la cancel culture in una disciplina così fondamentale per fare community e stare vicini ai players russi che molti si possono incontrare sui tavoli online e siamo convinti che sulla Guerra la pensino esattamente come noi.                                                                              

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