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Il poker rimane fuori dal Parlamento europeo: Adinolfi 'bustato', Tony G 'trombato'

29 maggio 2019 - 14:38

Nessun parlamentare europeo sembra avere la passione per il poker o ne voglia curare gli interessi: intanto fuori dal Parlamento Adinolfi e Tony G 'trombato'.   

Scritto da Cesare Antonini

 

Niente poker, a meno che esce fuori alla distanza qualche sorpresa, nel nuovo Parlamento europeo. Con Mario Adinolfi ai minimi storici elettorali col suo Popolo della Famiglia che non ha superato la soglia di sbarramento e la bocciatura da parte dell’elettorato lituano di Antanas Guoga, non ci saranno “politici pokeristi” tra gli scranni dei rappresentanti dei cittadini in Europa. Un segnale non proprio negativo. Cambierà poco o niente per il nostro amato “giochino”. Adinolfi era “bancato” bassissimo e in Parlamento fece l’unico discorso pro “hold’em” ma fu come un granello di sabbia nel deserto. E lo stesso Tony G, a parte qualche interrogazione, non ha mai impresso una linea che venisse a favore del settore. Certo, sempre meglio averne pochi che non averne nessuno direte voi. Ma cambierà davvero poco.

Sono decisamente più importanti le parole dell’Egba, l’associazione di gioco e scommesse, che ha auspicato l’approccio comune sulle regole per tutti gli stati membri in Europa. Discorso che sentiamo dire da quasi 15 anni e, anche in questo caso, le speranze sono prossime allo zero.

Ma torniamo al “nostro” Tony. Guoga ha trascorso cinque anni come membro del parlamento. Nonostante abbia perso, giura di "continuare a combattere per la gente e il paese che amo così tanto". Significa che lo rivedremo molto di più ai tavoli, come magra consolazione per lui.

Il 45enne era entrato nel Parlamento Europeo nel 2014 come membro del partito Alliance of Liberals and Democrats. Nel 2016 è diventato membro del Partito popolare europeo, che è il più grande partito del Parlamento.
Tony G ha trascorso il suo tempo in politica combattendo per migliori condizioni di lavoro per le imprese europee, in particolare nel settore tecnologico.
 
Ha anche combattuto per convincere il ceo di Amazon Jeff Bezos a smettere di vendere vecchi prodotti dell'Unione Sovietica nel 2018. Guoga ha un rapporto contraddittorio con la Russia, per non dire altro. Un anno prima, ha annunciato sui social media che il presidente russo Vladimir Putin gli ha vietato di entrare nel paese per aver trollato la retorica russa.
Non sorprendentemente, è sembrato essere piuttosto orgoglioso del divieto in questione. Del resto lui, è un super trash talker e ora si sfogherà, forse, sui poveri players.
 
(qui in un nostro scatto al Wpt Venezia)
Ha continuato a giocare un po’ in giro per il mondo. Ha incassato oltre $ 6 milioni in casse da torneo live, la maggior parte arrivata nel 2013 o prima. Ma nel mondo del poker ne ha fatte di ogni, anche essere proprietario di un marchio di gioco.
Forse adesso insisterà sul successo del Pot Limit Omaha, suo gioco preferito, dopo il successo del The Big Wrap al King's Resort di Rozvadov col suo amico Leon Tsoukernik. 
È sempre stato un tipo di giocatore che divide: mentre molti si godono le sue buffonate colorate al tavolo, altri ne disprezzano il comportamento. Ma che abbia sempre contribuito, anche facendo cose bizzarre, allo sviluppo del poker è sicuro.

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