Leoni da tastiera, minacce e social: perché non 'schedare' gli utenti come nel gioco?
Leoni da tastiera e account anonimi: perché non prendere esempio dal gambling online e registrare con verifiche e documento anche gli account social?
Il caso di Riccardo Puglisi, economista di fama nazionale che è stato minacciato di morte su Twitter da un account anonimo per aver twittato una semplice opinione sul giovanissimo eroe Rami e su Bankitalia contraddicendo i vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ha scatenato una riflessione sul problema della libertà che hanno questi profili sconosciuti dietro cui si nascondono i famosi “leoni da tastiera”. Quel “stia attento a sua moglie”, però, è davvero brutto al pari della “pallottola in bocca” promessa sempre da questo account incivile e (chissà) magari anche pericoloso. Fa bene Puglisi a tutelarsi denunciando il tutto.
Ma visto che in questi mesi abbiamo ascoltato le più bizzarre proposte di legge votate spesso a restringere la libertà personale e i diritti umani naturali, l’idea lanciata dal parlamentare del Partito Democratico, Luigi Marattin, ci sembra davvero sensata. Ecco cosa dice il politico in questione: “Da quel brutto episodio è nato un dibattito su un’idea di cui - ironia della sorte - discutevo proprio con Ric (Puglisi, ndr) a pranzo a Roma un paio di giorni prima del fattaccio. L’idea è quella di una legge che consenta di aprire un profilo social (o comunque un’identità web) solo a fronte di nome, cognome e codice fiscale verificato.
Quelli che hanno espresso posizione contraria - quasi tutti profili anonimi... - pongono un tema molto serio (una normativa del genere dovrebbe essere coordinata a livello internazionale) e uno su cui sono molto più scettico... e cioè che l’anonimato sia necessario per garantire la libertà di espressione.
Allora mi chiedo... ma da quando per esprimersi liberamente bisogna farlo necessariamente in modo anonimo? E in secondo luogo: anche qualora vi siano costi in termini di limitazione (e davvero faccio fatica a individuarli) come si fa a non confrontarli con i costi connessi alla situazione attuale, in cui tramite l’anonimato via web si distorce sistematicamente la realtà e si manipola il consenso su larga scala?”.