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Patch o vip pro, questo è il problema? Il poker da un'esagerazione all'altra

29 settembre 2014 - 14:07

Nei giorni scorsi abbiamo registrato varie reazioni dei poker players italiani allo status quo dell'online 'dot it' schiacciato dalla sua crisi e costretto nelle 'quattro mura' della liquidità italiana.

Scritto da Cesare Antonini
Patch o vip pro, questo è il problema? Il poker da un'esagerazione all'altra

I giocatori si sono mossi incontrando alcuni poker manager italiani per cercare di presentare la loro ricetta per risollevare il settore e i tornei  online. Si attendono i risultati. Ma un altro motivo della crisi, secondo i giocatori, sarebbe quello degli investimenti sballati in comunicazione e team pro da parte delle room. L'attacco era stato spedito a sponsorizzazioni roboanti e probabilmente costosissime come quelle di PokerStars a Rafa Nadal o Ronaldo o altri ancora. A cosa servono, dicevano i players? Ma non è preferibile sponsorizzare un player conosciuto e stimato dai colleghi?
Noi rispondiamo con un sonoro 'no' e diamo una tirata d'orecchi un po' a tutti, a destra e a manca. Non abbiamo dormito male ma per il bene del settore vanno dette le cose come stanno.
Dopo l'era di 'una patch per tutti belli e brutti', siamo passati ad una durissima selezione dovuta unicamente alla ristrettezza dei budget che le concessionarie italiane hanno imposto alle business unit del poker online. Facile, anzi facilissimo: il giochino produce meno soldi, stringiamo e tagliamo per mantenere i margini e possiamo fare a meno di un giocatore, per carità famoso, ma che non porta chissà quanta rake alla room a meno che non vinca un braccialetto Wsop al mese.
Il desiderio spasmodico delle room è accalappiare nuovi giocatori, nuovi fish, nuove risorse. Questi non arrivano coi nomi noti del nostro settore che, per carità, meriterebbero una sponsorizzazione sempre e comunque e quasi tutti.
Una questione di numeri quindi. Ed è ovvio che vedere Nadal, Ronaldo, Totti, Shevchenko e tanti altri players o altre personalità del mondo dello spettacolo al tavolo da gioco ha un richiamo assai maggiore nei confronti dei players potenziali e che non sanno neanche cos'è il poker e che si può giocare online (incredibile ma vero a distanza di almeno 6 anni c'è ancora chi non conosce proprio la base).
Allora spazio solo a calciatori, belle sventole o attori? Giù dalla torre buttiamo tutti i nostri cari amati pro? Ma neanche per sogno.
La regola è sempre quella. La verità sta spesso o volentieri nel mezzo, a centrocampo, dove si vincono le partite. Il mercato italiano qualche anno fa era, diciamocelo, un'esagerazione. Troppe patch, pezzi di scotch, adesivi improvvisati, team pro official, unofficial, tarocchi o taroccati. Erano tutti pro senza sapere minimamente cosa significasse essere un PPP.
Per cui quando le room hanno stretto la cinta il mercato s'è asciugato e chi era fuori posto è tornato al suo. Purtroppo tra questi c'era anche chi meritava un trattamento differente o rimanere in sella con la sua patch e il suo contratto.
Quindi, preso atto che si è esagerato in partenza, adesso si esagera al contrario. Forse se la gestione dei budget fosse stata corretta prima non ci troveremmo a parlare di questi argomenti adesso.
La speranza è che il mix ridiventi quello ideale. Il nostro team pro perfetto del resto era quello composto da un grande pro con un braccialetto al polso, altri due ottimi nomi accanto, una donna molto brava, due grinder dell'online e un vip a fare da ambassador. Non è religione ma alzi la mano chi non sognerebbe un team così per il bene della room e del settore.

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