skin
Menu

Poker in plexiglass o distanziamento sociale? Intanto il problema è il blocco dei confini

04 maggio 2020 - 08:25

Spuntano i primi tavoli da poker live con i divisori in plexiglass, giuste le reazioni negative ma pensiamo ai lavoratori del gioco dal vivo. 

Scritto da Cesare Antonini

Il tema, purtroppo, è caldo e dalle prime reazioni negative i dubbi continuano ad essere tantissimi. Il dibattito che vogliamo aprire è: giochereste con tavoli full ring come questo ritratto nella foto che circola dagli Usa o preferireste aspettare che il virus scompaia e continuare a grindare online? L’altra ipotesi, come sembra in alcune case da gioco che dovrebbero riaprire, vedi il King’s Resort, sarebbe quella del semplice distanziamento nei table games, senza divisori e pannelli ma con utilizzo di guanti e mascherine.

Prima di dirvi come la pensiamo una premessa importante: bisogna pensare ai tanti lavoratori del poker live che sono fermi da ormai due mesi e che non vedono la luce visto che non ci sono eventi in programma nel calendario internazionale e sono bloccate le frontiere troncando alla base la forza degli eventi dal vivo e la natura dei cosiddetti Rounders.

Visto così, ovviamente, il tavolo è a dir poco imbarazzante. In quanti si siederebbero sereni in questa struttura che ci lascia le stesse sensazioni delle simulazioni viste per le spiagge e soprattutto per i ristoranti? Ovviamente se vogliamo tornare a giocare dal vivo non ci resta che rassegnarci sia al distanziamento ai tavoli che a queste strutture. Poi bisognerà vedere la risposta dei players che potrebbe essere molto scarsa. In molti chiedono se oltre a queste strutture avremo anche l’obbligo di guanti e mascherine. Secondo noi assolutamente sì. I guanti, almeno, visto che il problema sta nella circolazione delle carte e delle chips vista come principale veicolo per la trasmissione del virus. Forse le mascherine, con queste struttura si potrebbero evitare.

In Usa è infiammata una polemica lanciata da Phil Galfond che invitava il Governo federale a legalizzare il poker online come dire: volete veramente giocare su questo tavolo? In molti hanno spiegato al founder di Run it Once Poker che ci sono migliaia di dealer e addetti che in America sono senza lavoro. E che bisogna trovare una soluzione. Ovviamente la provocazione di Galfond andrebbe comunque seguita dal regolatore a stelle e strisce. Il proliferare anche di room dot com che offrono gioco ai players Usa di quei stati che non sono serviti da sale legali è un problema piuttosto dilagante e preoccupante. Ma questi sono problemi d’oltre Oceano.

Il punto, però, rimane l’allungarsi della fase di emergenza e soprattutto le difformità di gestione dei vari paesi. Questo porta al blocco delle frontiere e al rischio di non poter favorire la circolazione dei players che è, come già detto, alla base del successo dei tornei di poker dal vivo. Intanto che riaprano le case da gioco e ripartano le operazioni ai tavoli così da capire come sarò giocare ai tavoli.
Finalino sulla solita opposizione di parte del Governo (e ora anche di qualche partito di opposizione) alla ripartenza del gioco fisico sul territorio italiano: i lavoratori del gambling pubblico meritano maggiore rispetto e, soprattutto, è ormai certificato che la chiusura del gioco legale non favorisce il “riciclo” di quei soldi nell’economia reale ma spinge quelle risorse dritte dritte verso la malavita organizzata.

Articoli correlati