Poker live ancora nel mirino e quanti dubbi nel settore!
Poker live ci risiamo, ma quanti dubbi e incertezze nel settore: ecco un riepilogo della situazione (paradossale) in cui ci troviamo.
L'ennesimo caso di sequestro e denuncia per gioco d'azzardo ad un club di poker live ci porta a fare alcune riflessioni in ordine sparso. Ma soprattutto a dover ribadire alcuni concetti che, sentendo parlare alcuni players, è bene ripetere perché, evidentemente non sono stati (ancora?) digeriti.
Il fatto del club di Sarzana (sul titolo dell'operazione Gdf sorvoliamo, Las Sarzana, vabbè) ci ha posto un primo interrogativo: è davvero illecito effettuare re entry o rebuy laddove essi siano fissati precedentemente dall'organizzazione e quindi possano configurare la predeterminazione della perdita del giocatore?
Prima di provare a capire se questo dubbio può avere un suo fondamento ribadiamo i famosi assiomi che dovrebbero essere alla base del settore del poker live.
Esista la legge che regolamenta il gioco dal vivo e che deriva dall'ormai famigerato emendamento Germontani in una legge comunitaria (88/2009) prodotto dalla parlamentare di Forza Italia. A questa norma che prevedeva solamente pochi tratti di un quadro tutto da “dipingere” , non è mai seguito un regolamento attuativo. Siamo nel 2009 quando si impose d'imperio e con circolare del Ministero dell'Interno, la chiusura di tutti i club di poker live d'Italia.
Prima di questa data, era il 2008, c'era stata una circolare del Ministero dell'Interno e quindi anche il Consiglio di Stato aveva delineato gli ormai noti tratti del poker live “legale”, poi ribaditi dopo il blocco del 2009 dalla Suprema Corte di Cassazione: buy in moderato 30-50 euro (100 euro siamo già borderline), nessun rientro e premi in denaro. Addirittura si indicava l'organizzazione un torneo alla settimana.
Fuori da queste linee siamo, appunto, sul bordo.