Nonostante il veto promesso (o sarebbe meglio dire minacciato) da parte del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, lo stato sudamericano procede con lo sviluppo del gioco d'azzardo online e delle scommesse sportive, e si dice che il governo federale cerchi garanzie che le imprese straniere saranno soggette a pagare tutte le tasse nazionali.
Ma se il veto di Bolsonaro bloccherà tutto continuerà senza problemi ad evadere le imposizioni dell’erario brasileiro e a raccogliere gioco senza licenza. E questo concetto i leader dei gruppi evangelici che si appoggiano al presidente, sembrano averlo compreso molto bene tanto da preferire, a questo punto, una regolamentazione giustificata con l’introito superiore di tasse e un maggiore controllo.
In pratica, secondo i media locali, il governo federale ha appoggiato un provvedimento che obbligherebbe le società straniere a stabilire una sede domiciliata nel Paese per garantire un reddito fiscale più elevato.
Approvato lo scorso febbraio dalla Camera dei Deputati, il disegno di legge 442/91 prevede una tassa del 17% su tutte le discipline del gioco d'azzardo. Tuttavia, il disegno di legge delineava che gli operatori storici autorizzati saranno esentati dal pagamento degli oneri fiscali nazionali, una serie di balzelli che peserebbero sui bilanci in maniera notevole.
Costringendo gli operatori stranieri a stabilire una presenza commerciale in Brasile, tutte le imprese di gioco d'azzardo avrebbero pagato tasse a cui non erano soggette nella proposta originale.
L'idea di società con sede legale in Brasile era già stata inclusa in diverse proposte, insieme a una disposizione che diceva che il numero di operatori in ogni stato era subordinato al numero di abitanti, un'idea che non è stata ancora scartata.
Il governo ritiene che i ricavi delle società di scommesse sportive raggiungano la soglia dei 420 milioni di dollari, mentre le società trattengono il 95% del totale per coprire i costi operativi e di manutenzione.
Alla fine di maggio, il presidente Jair Bolsonaro, che insiste nel porre il veto a qualsiasi proposta di gioco del Congresso, ha incontrato il ministro dell'Ufficio esecutivo del presidente del Brasile (Casa Civil) Ciro Nogueira per condividere i dettagli della proposta con i rappresentanti evangelici.
Nonostante i funzionari pubblici si siano opposti a tutti i tipi di gioco d'azzardo, hanno convenuto che sarebbe stato difficile sradicare i siti di scommesse sportive in Brasile.
Sóstenes Cavalcante, deputato del Caucus evangelico, ha dichiarato al quotidiano locale: “Dato che l'attività esiste e non abbiamo modo di prevenirla, comprendiamo che dovrebbe essere legalizzata e tassata. E poiché non abbiamo modo di controllare i siti Web al di fuori del Brasile e non possiamo decidere cosa fanno gli altri paesi, la cosa migliore che possiamo fare è tassarlo".
Il rapporto indica anche che i parlamentari ritengono che il Congresso potrebbe aggiungere altri tipi di modalità di gioco al provvedimento provvisorio, come poker, casinò, bingo e jogo do bicho (giochi istantanei), ma Bolsonaro ha assicurato loro che il relatore lavorerà con un leader evangelico sul disegno di legge e che sarebbe stato sottoposto a votazione solo dopo le elezioni di ottobre.
"Sono contrario a tutti i tipi di gioco d'azzardo, compreso l'igaming", ha aggiunto Sóstenes. “Ma siccome esiste già, e se parliamo solo di tassazione, non la vedo male, purché non copra più modalità. Non vogliamo che una situazione come questa venga sfruttata, quindi più casinò e sale da bingo vengono approvate".