La Mgm Resorts International ha venduto il Mirage ad Hard Rock International per 1,08 miliardi di dollari in contanti e l’iconico hotel chiuderà i battenti per far posto all’Hard Rock Hotel & Casino e al Guitar Hotel Las Vegas. La notizia sta circolando da diversi giorni e dopo vi daremo tutti i dettagli. La Sin City non sarà mai l’antica Roma e nulla sembra intoccabile. Anzi. Tutto si trasforma dopo essere stato distrutto. E con la distruzione che si fa beffa del detto firmato da Eraclito, se ne vanno anche quei ricordi che col tempo rischiano di cancellarsi se non sono ancorati a certi luoghi.
Un primo esempio è il commento di Stefanie Ungar, la figlia del mitologico Stu, che dal suo account Instagram tiene vivissima la memoria del padre. “Questo mi colpisce duramente. Ho tanti ricordi nostalgici con mio padre al Mirage. Avevo 6 anni quando il casinò ha aperto e sono praticamente cresciuta nella poker room. I bambini non erano ammessi lì, ma quando entravo tenendo mio padre per mano, facevano un’eccezione. Era sempre la stessa scena con tutti i giocatori d'azzardo della vecchia scuola come Doyle, Puggy, Danny Robinson, Chip, con Doug Dalton che gestiva la sala. Mi salutavano dicendo: "Ciao tesoro, è un piacere vederti, vieni qui, ho qualcosa per te" e mi mettevano in mano una fiche da $ 25 o $ 50.”
Roba da mandare ai pazzi i nostri regolatori ma ormai è quasi mitologia. I ricordi di Stefanie sono vividi: “Spesso tornavo sul retro per stare con Peggy (una dolce signora) in questo piccolo ufficio amministrativo mentre mio padre giocava a poker nella parte anteriore. Mentre lui era al tavolo, io di solito tornavo lì a giocare al pesce rosso o alla vecchia zitella. Forse non l'infanzia più convenzionale, ma niente in quegli anni è mai stato veramente convenzionale. Inoltre, mi è sempre piaciuto stare ovunque fosse mio padre. Quando mi annoiavo nel back office, mio padre mi accompagnava nel bellissimo salone di bellezza e mi prenotava per farmi i capelli e le unghie fino alla fine del suo gioco. Conoscevamo tutte le ragazze che lavoravano lì perché anche a mio padre piaceva farsi i capelli in quel posto.”
E quando non era al Mirage? “Quando ero a casa ad aspettare che tornasse dal "lavoro", ricordo di averlo costantemente chiamato lì solo per chiedergli quando sarebbe tornato a casa o cosa stesse facendo - prosegue Stefanie - veniva sempre al telefono, senza mai sembrare infastidito dal fatto che lo interrompessi mentre stava giocando. Ora, essendo io stesso un genitore, non ho idea di come abbia sempre risposto in modo così allegro, apparentemente del tutto indifferente. Mi mancherà il Mirage e sarà triste vederlo sparire. È un posto a cui penso spesso e a volte mi fermo di tanto in tanto per visitarlo, ma resterò per sempre stretta ai ricordi che ho e li terrò vicini al mio cuore.”
Dopo tanti anni di storia, il 17 di luglio, il Mirage chiuderà i battenti. Prima deve essere restaurato, in parte abbattuto poi e sostituito infine, da una nuova struttura che avrà la forma di uno strumento musicale che dovrebbe essere pronta per il 2027.
I membri del team del Mirage hanno appreso per la prima volta della chiusura, durante una riunione lo scorso mercoledì e successivamente in una lettera del presidente di Mirage Joe Lupo, che è stata condivisa sui social media.
“Non vediamo l’ora che inizi un viaggio emozionante con l’Hard Rock Las Vegas che infiammerà la Strip con intrattenimento, innovazione e ospitalità di livello mondiale; cambiando il paesaggio della Strip di Las Vegas, proprio come fece il Mirage nel 1989”.
E i dipendenti che fine fanno? “Diversi membri del team saranno idonei a lavorare ancora con noi, ma siamo pronti anche con l’assistenza grazie ai sussidi di disoccupazione e l’esposizione ad altri servizi per l’impiego”.