Da top blogger a top dealer e, chissà, magari un giorno anche top poker player? “Non ci penso neanche per il momento anche se mi piace molto giocare ma, chissà, magari la tua frase potrà essere di buon auspicio! Intanto posso dirti che da questa parte del tavolo sto arricchendo tantissimo le mie conoscenze sul gioco!”. Grand Casino di Bendern, in Liechtenstein, incontriamo la moglie, Marina Benvenuti che ci dice: “Ma sai che c’è anche Theo?”. La ricerca spasmodica di Matteo Viola, in arte bloggeristica e pokerista Theove, parte subito e poi ce lo ritroviamo di fronte. O meglio: dal basso verso l’alto viste le sue lunghe leve. Fissiamo subito una chiacchierata non appena avremmo avuto una pausa nel seguire i Warriors of Liechtenstein. Che è d’obbligo!
Che piacere rivederti, Theo (la pandemia c’ha messo del suo ovviamente ad allungare infinitamente i tempi): “Sono ancora qua, hai visto. Ho iniziato nel 2005 e continuo a lavorare nel mondo del poker, stavolta come dealer ai tavoli però. Mi sono chiesto se sono pazzo o chissà perché io non riesca a staccarmi e poi è bastata una sola parola a rispondere a tutto: passione”.
A chi lo dici! Ma c’è stata anche una parentesi in cui sei stato lontano dal settore: “Ho mollato con PokerStars tanti anni fa e ho smesso improvvisamente di fare il blogger. Purtroppo ho incontrato una realtà che non ho trovato adatta al mio stile mediamente elegante. Posso mandarti anche a quel paese ma sempre con educazione - sorridiamo con Theove - e alla fine volevamo staccare e fare una famiglia (con Marina, ovvio, Ndr). E poi è arrivata la mia meravigliosa bimba che si chiama Layla Ester Myriam, nelle forme brevi Lem. Un nome che ho fortemente scelto perché significa ‘gocce di mare in una notte stellata’. A me piace tantissimo ma quando firmerà da grande mi odierà”.
Una vita lontana dal poker: “Abbiamo aperto un’attività che stava andando bene. Una vineria, sprizzeria, cicchetteria, qualche primo piatto in pieno centro storico a Mestre (Theove è di Venezia, Ndr). Eravamo collocati benissimo in una zona pedonale e c’erano tanti giovani. Poi è arrivato il Covid-19 e siamo dovuti ripartire da zero visto che lo Stato non c’ha permesso di salvare il locale. È difficile trovare lavori seri e stabili. Così ci stiamo sacrificando per portare avanti la famiglia. Lei aveva ricominciato a muoversi per riprendere le conoscenze e così abbiamo iniziato a lavorare tra Francia, Austria e Liechtenstein seppur col freno a mano tirato visto che non possiamo stare troppo lontano da Lem. Mi sento terribilmente in colpa ma capirà i nostri sacrifici quando crescerà. Il fatto è che è troppo sveglia, riesce fare delle cose con la tecnologia che noi, seppur skillati, non sapevamo neanche esistessero”.
Il poker, quindi, c’è ancora. Anche se cambia il piano della prospettiva: “Non frequento più tanto l’ambiente anche perché trovo molto più divertente il gioco da questa parte qua più che da blogger - spiega Viola - al tavolo capisci tutte le dinamiche di gioco. Mi capita di indovinare le mani che hanno gli avversari, capire i tell, le move. Da blogger non puoi renderti conto di quello che succede in mezzo al tavolo, da dealer hai una visione completa e aumenti la tua capacità di analisi. Ci sono certe situazioni di gioco in cui ormai so cosa gireranno i players davanti a me e puntualmente accade”. (...)
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