È arrivato il giorno di Grinderlab. Oggi, lunedì 20 aprile, dopo oltre sei mesi di lavoro, il nuovo brand dei professionisti del poker online, vivrà il suo “varo” sul web e sul mercato del poker italiano. Il progetto l’abbiamo già presentato. Ora vediamo chi c’è dietro, qual è la mente e il motore di tutto questo.
Lui si chiama Giovanni Barra è di Salerno ed è il project manager di questa iniziativa che ha già riscosso tantissimo successo nel settore e che ora è pronto al grande salto con una mission ambiziosa: diventare punto di riferimento del poker online in Italia e rilanciare il settore attraverso il suo lavoro.
Parlami un po’ di te, intanto, come nasci nel poker e cosa ti ha portato in questo settore?
“Il poker per me è sempre stato un passatempo, da quando da piccolissimo guardavo Minieri e Negreanu su PokerItalia24. Appena maggiorenne ho iniziato a studiare qualcosina e iniziato a grindacchiare online, fin quando a soli 20 anni decisi di lasciare il lavoro da ufficio per dedicarmi al 100% al crearmi una carriera online.
Ai tempi frequentavo la community di Grinderlab come utente attivo. Quando vidi un annuncio in cui la community cercava dei moderatori mi ci sono lanciato ed ho dato tutto me stesso per far bella figura, evidentemente ha funzionato.
Ho creato la mia prima rete da agente poker e ho iniziato ad aiutare la community sui social media ed email marketing, e nel frattempo ho continuato a grindare fino ad arrivare al NL100.
Ad oggi su entrambe le strade sono riuscito a togliermi tante soddisfazioni, avendo un ruolo importante in azienda con Grinderlab e riuscendo a frequentare assiduamente e con successo i tavoli cash-game durante tutti gli eventi in giro per il mondo”.
Qual è la mission di Grinderlab?
“La mission è quella di diventare un punto di riferimento per tutti i players che sono in un momento di difficoltà nella loro carriera, perché magari hanno swingato o che si vogliono mettere in gioco e migliorare il proprio poker. Mentre per i fish è fondamentale capire e acquisire la consapevolezza che il poker è uno Skill game e non un gioco d’azzardo e ci rivolgiamo a quelli che capiscono questo passaggio fondamentale e decidono di mettersi a studiare. Insomma, vogliamo essere punto di riferimento in Italia per i reg e per i recreational players”.
Mi hai parlato di rivoluzione del settore. La voce “gratis” sembra essere già di per sé rivoluzionaria quando tanti coach chiedono tariffe molto salate per poche ore di coaching. E’ questa la chiave o c’è tanto altro che i players devono sapere?
“Parlo di rivoluzione perché già tre anni fa, e non adesso in un momento, comunque, molto florido per il settore visto l’isolamento sociale causato dal coronavirus, siamo andati controcorrente e abbiamo aperto una community nel settore che ora vanta 1.350 membri ed è il vero punto di forza per Grinderlab. Tutti possono postare ed essere aiutati senza nessun ritorno economico per l’azienda. Mancava un gruppo dove i players potessero essere aiutati da gente esperta senza essere derisi o attaccati e dove ci si potesse confrontare pacificamente. Un po’ come era PokerStrategy qualche anno fa - spiega Barra - aiutiamo gratuitamente qualsiasi player che si trovi in difficoltà dando i giusti consigli con il team dei coach e con i moderatori. Ci sono anche lezioni di gruppo mensili e di contenuto di grande valore disponibili per tutti. Da lì, poi, si passa ai servizi a pagamento per chi vuole approfondire le dinamiche del gioco e crescere e per potersi approcciare a livelli più alti”.
Che numeri avete generato finora e che obiettivi avete di crescita e di posizionamento nel mercato?
“Vogliamo diventare la community non più grande d’Italia ma quella più sana e quella col più alto livello di engagement. Crediamo di trovarci già ad un ottimo livello su Grinderlab|Grinders e spero di crescere ancora e che tutto questo continui. E vogliamo posizionarci come punto di riferimento per tutti quei players che si approcciano a questo gioco o che vogliono migliorare ancora di più le loro performance al tavolo”.
Cosa ne pensi dei tuoi competitor e del mercato del coaching in generale in Italia? “In questo momento non pensiamo di avere competitor. L’unico per la formazione è Simone Speranza - prosegue Barra - ha creato davvero un ottimo brand con tanti professionisti al seguito. Il coaching in generale è stato sempre visto di cattivo occhio dai players, specie da quelli che, portati per il gioco, sono sempre riusciti ad avere risultati nel lungo periodo. Ma la continua formazione e l’aggiornamento sono fondamentali nel poker come nel trading online o nella finanza o in tantissimi altri settori”.
Come hai scelto e chi sono i coach di Grinderlab?
“I coach li abbiamo incontrati in questi anni ai tavoli da poker ma, prima di tutto, sono persone con cui ho un ottimo rapporto. In generale sono fondamentali i feedback che Grinderlab riceve dai loro student. Quindi, oltre ad essere ottimi player sono anche splendidi insegnanti. I nostri coach sono Stefano “Cannibal” Rizzo, per Mtt average buy-in 10/15, multiroom, per il Cash-game NLH- Roberto Di Perna – gioca abitualmente in NL50/100 e coacha ai microstakes (10/25), per il cash-game NLH- Nicola Inghisciano – gioca al NL 100/200/400 e coacha NL 50/100, per il Cash-game NLH- Stefano Iorio – gioca fino al NL1000 multiroom e coacha i middle stakes NL 100/200 e per il Plo Cash Game Andrew De Bortoli – gioca abitualmente tutti i limiti Plo su People’s e iPoker e coacha PLO 10/25. Abbiamo in trattativa altre collaborazioni. Saranno nomi molto rilevanti sul mercato”.
Il Covid-19 ha riportato tantissimi players ai tavoli online e ci rimarranno per molto visto che club e tornei live: cosa vi aspettate da questo ottimo periodo per il settore?
“Credo che questo momento, PokerStars a parte, non sia stato sfruttato nel modo giusto dalle aziende che operano nel gaming perché il poker ormai è utilizzato solo per fare cross selling. L’investimento che si ha per la gestione della piattaforma di una room è decisamente più ingente rispetto ai casinò online, ad esempio, dove i guadagni sono decisamente più ingenti a fronte di investimenti assolutamente inferiori. Questo porta le aziende a trascurare questo gioco. Tuttavia, credo che un 20-30% di questo traffico in più possa rimanere per parecchi mesi sulle room ‘dot it’”.
Il lancio del nuovo sito è stato accelerato dall’ottimo momento del poker online o era già programmato in questi giorni? “Il sito è in progettazione da circa sei mesi e lì hanno lavorato collaboratori di Grinderlab, un seo, un web master, un web designer, ci ha supportato anche Stefano Atzei, il nostro blogger che cura la parte dell’informazione del nuovo brand e, per questo, i tempi si sono allungati. Il fatto che siamo usciti proprio in questo preciso momento storico è stato del tutto casuale!”
Se dovessi riassumere il progetto in un claim?
“Grinderlab grazie al suo team di professionisti diventerà nel giro di pochi anni il punto di riferimento del poker online in Italia e cercherà con le proprie campagne e con i propri progetti, di rilanciare questo mercato nel nostro Paese”.
Good luck, quindi!