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Nelle teorie del Machiavelli l'arte della strategic poker deception

28 maggio 2016 - 09:48

Uno studio sul bluff e le teorie del Machiavelli correla le caratteristiche dei poker players con quelle dei politici. 

Scritto da Cesare Antonini

Un gruppo di ricerca della Lancaster University e della University of Finland hanno condotto uno studio su 490 giocatori di poker per approfondire la psicologia della deception strategica e sono giunti alla conclusione che le persone che mostrano alti livelli ‘machiavellici’ nel proprio carattere hanno una maggiore propensione a bluffare rispetto a chi non possiede queste sfumature. 

Niccolò Machiavelli,  lo storico, filosofo, scrittore,politico e drammaturgo italiano del 1500 che ha cambiato la storia con le sue teorie sugli affari di Stato modellando i tratti del buon leader, sarebbe stato quindi un perfetto poker player? Almeno uno splendido bluffeur? E per cui, al contrario, i giocatori con alta propensione al bluff possono essere ottimi politici e governanti scaltri e capaci di manovre politiche astute e lobbystiche? Diciamocelo non è proprio la scoperta del secolo. Anzi, spesso abbiamo accostato i politici al bluff e alla deception. Sono tanti gli esempi e spesso gli stessi politici oltre che noti columnist esteri e italiani, amano citare il poker per spiegare strategie politiche. Il bluff, del resto, è comunque una bugia e, i politici di tutte le generazioni, se non hanno una splendida faccia da poker difficilmente vanno avanti nella carriera amministrativa, statale e locale. 
Il dottor Jeff Yan Lancaster e il ricercatore dottorando Jussi Palomaki sono giunti a queste conclusioni arrivando anche a pubblicare un libro dal titolo, ‘Machiavelli as a poker mate – a naturalistic behavioural study on strategic deception’, Machiavelli come un compagno di poker - uno studio comportamentale naturalistico dell’inganno strategico’. 
Machiavelli aveva la convinzione che essere furbi e anche disonesti doveva essere una caratteristica importante per un politico. I governanti dovevano essere spietati per proteggerli dal male che nasce da dentro le mura del castello oltre che riuscire ad attaccare verso l’esterno. 
Il termine ‘machiavellico’ indica ormai le persone che agiscono in maniera subdola compiendo atti amorali e ingannevoli.  I due studiosi comunque hanno correlato le perdite di poker e il machiavellismo notando un’alta sensibilità proprio nelle persone con queste spiccate caratteristiche. 
Quindi il ‘Principe’ e i suoi discorsi e altri testi del Machiavelli possono essere utili per giocare e vincere a poker? Lo studio condotto dai due ricercatori ha senz’altro una dignità scientifica. Tuttavia non crediamo che le librerie verranno saccheggiate dei libri del mitico scrittore. Ma una sfogliata alle teorie del Machiavelli possono comunque offrire un’infarinatura generale sulla deception e sul mindset giusto che ci vuole per affrontare certe situazioni al tavolo. In ogni caso, coi tempi che corrono, meglio diventare poker players che politici. Machiavelli sarebbe d’accordo con noi?

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