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Un player albanese di Trento mantiene la sua famiglia col poker ma gli negano la cittadinanza italiana

24 febbraio 2021 - 10:06

Un 40enne albanese gioca a poker, vince e mantiene la sua famiglia ma non può ottenere la cittadinanza italiana. 

Scritto da Cesare Antonini

Vive ormai da 20 anni in Italia, più precisamente a Trento, rispetta le regole mantiene la sua famiglia, ha la fedina penale pulitissima ma non merita la cittadinanza italiana dopo averne fatta richiesta. Perché? Semplice, i suoi cari li mantiene grazie al poker Texas Hold’em. La storia è stata raccontata dal quotidiano locale L’Adige e racconta il dolore di questo 40enne albanese che è stato rigettato perché giocare a poker non darebbe alcuna garanzia. E forse da una parte è vero. Ma, secondo le fonti locali, al netto avrebbe vinto dal 2014 oltre 110mila euro e nello specifico nel 2014 ha vinto 28 mila euro, 15 mila nel 2015, 21 mila nel 2016, 20 mila nel 2017, 21 mila euro nel 2018 e 17 mila euro nel 2019. Un reg di una certa importanza con un reddito volatile e, forse, col problema atavico dell’assenza del riconoscimento della sua professione nel nostro Paese, quella del poker player. In Usa, manco a dirlo, i PPP sono riconosciuti. Anche in altri Paesi.

Ma il nostro “hero” paga le tasse regolarmente. Sì perché le vincite al netto sono state già state depurate dalle tasse pagate alla fonte grazie alla rake, alle fee dei tornei. E, anzi, il player in questione paga anche le tasse su quello che perde e senza nessuna possibilità di detrarre le spese dal suo bilancio annuale.

E quando ha presentato la domanda per la cittadinanza italiana che è stata però respinta una prima volta perché non può dimostrare di poter mantenere la famiglia. E tutto questo nonostante il suo reddito netto sia quello di un operaio, di un lavoro decisamente modesto ma onorevole come chi rischia per guadagnarsi da vivere. Perché, quindi, può guadagnare soldi ed essere riconosciuto un influencer che può rischiare di far passare messaggi pericolosissimi e non un Professional poker player.

Un caso che dovrebbe far riflettere la Regione di competenza e il nuovo Governo. Democrazia, parità di genere, parità in tutto e per tutto, diritti (e doveri) uguali per tutti, se emerge questo caso perché non regolarlo e inquadrarlo? Non sono pochi i players che si guadagnano da vivere solo giocando. Potrebbero dichiarare tutto e detrarre le loro spese. Potrebbero essere maggiormente tutelati. Se cadono le ideologie contro il gioco, contro una disciplina basata sull’abilità dimostrata dalla continuità di redditi del player albanese, perché non venire incontro a questo cittadino ormai adottato nel nostro Paese?

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