Tutto il mondo è paese, purtroppo, sembra essere un modo di dire banale ma decisamente appropriato visto quello che è accaduto in Francia dopo due sentenze di una corte amministrativa sulla tassazione sulle vincite di poker online. Il concetto è: anche se sei un reg ma sei perdente e poi fai uno shot a caso, allora non devi pagare le tasse. Ricordiamo che in Francia i professional poker player sono riconosciuti. Ma se sono perdenti, sembra di capire, le regole della tassazione vanno a farsi benedire. Il che potrebbe essere comunque un vantaggio sempre e comunque. Se sei vincente e domini la varianza potrai dedurre le spese, ma se perdi con altrettanta regolarità, secondo queste sentenze, lo Stato non ti chiederà nulla.
Questo ci porta ad essere convinti che in Italia è meglio non mettere mano su questo regolamento o solo Dio sa cosa potrebbero inventarsi Agenzia delle Entrate e tribunali vari se si parla di tasse sul poker.
Il tema ricorrente su questi due casi è: i player giocavano a poker regolarmente ma erano perdenti e, non dominando il gioco con la loro abilità, anche in caso di vincite “one time” molto ingenti, non erano costretti a pagarci le tasse.
Stiamo parlando di due decisioni, rispettivamente del 12 novembre 2024 e del 4 febbraio 2025, in cui la Corte amministrativa d'appello di Nantes è venuta in aiuto dei giocatori a cui erano state imposte le vincite ai tavoli da poker online. In entrambi i casi si è trattato di guadagni sostanziali ma isolati.
Questo il succo delle decisioni come riporta Clubpoker: se la pratica, anche abituale, dei giochi d'azzardo non costituisce un'attività lucrativa o una fonte di profitti, ai sensi delle disposizioni dell'articolo 92 del Codice generale delle imposte, a causa dell'incertezza che grava sulle prospettive di vincita del giocatore, essa si differenzia dalla pratica abituale di un gioco d'azzardo che mette un giocatore contro degli avversari quando consente a quest'ultimo di controllare in modo significativo l'incertezza insita in tale gioco, attraverso le qualità e le competenze che sviluppa, e gli procura entrate significative. Gli utili che ne derivano sono poi tassabili, ai sensi dell'articolo 92, nella categoria degli utili non commerciali, anche se il contribuente esercita anche un'attività professionale.
Resta da valutare in particolare questa nozione cruciale di controllo significativo del rischio. È proprio questo il compito che la corte amministrativa d'appello di Nantes ha svolto due volte negli ultimi mesi, pronunciandosi ogni volta in opposizione al giudice di primo grado e a favore del giocatore interessato.
Questi i due casi. In primo luogo, il 12 novembre 2024, il tribunale di Nantes ha esaminato il caso di un giocatore che aveva intascato 121.750 € al termine di un torneo di poker online. Questa performance gli ha permesso di totalizzare vincite pari a 137.394 € nell'arco dell'intero 2018, dopo aver giocato 1.300 tornei in un periodo di 133 giorni per puntate pari a 30.584 €.
I giudici hanno osservato che "a parte questa vittoria una tantum, ha perso circa 17.000 € in totale nello stesso anno". Buone notizie nel suo caso, poiché sembra che la sua pratica del poker "non riveli una padronanza della casualità insita in questo gioco, garantendogli guadagni significativi che costituiscono una fonte di reddito regolare". Dopo diversi anni di procedimenti, ora è esentato dalle tasse sulle sue vincite.
Altra decisione, altro giocatore benestante il 4 febbraio 2025. Questa volta, la corte di Nantes ha dovuto pronunciarsi su una sentenza del tribunale amministrativo di Caen che all'inizio del 2024 aveva attirato l'attenzione degli avvocati specializzati. In una posizione difficile si trova un giocatore che nel 2019 aveva utilizzato la sua puntata una tantum durante un torneo di poker online, ottenendo una vincita di 107.827 €.
Sulla carta, il suo caso poteva sembrare un po' più complesso: questo giocatore giocava a poker online "dal 2010, a un ritmo di dieci-quindici ore alla settimana". Aveva però un asso nella manica inarrestabile: stava perdendo con la regolarità di un metronomo, senza il minimo esercizio positivo tra il 2010 e il 2023.
Anche in questo caso, i giudici hanno ritenuto che la sua prestazione costituisse un "guadagno eccezionale" che "non rivelava una padronanza del rischio insito in questo gioco, garantendogli guadagni significativi che costituiscono una fonte di reddito regolare". I guadagni conseguiti nel corso di questo famoso anno 2019 "non hanno pertanto carattere di reddito imponibile".