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Gioco escluso da ristori di Regione Veneto, As.tro: 'Zaia tuteli il settore'

11 febbraio 2021 - 12:22

L'associazione As.tro chiede al governatore del Veneto Luca Zaia di includere nelle misure di sostegno previste dalla sua Regione anche le aziende del gioco legale.

Scritto da Redazione
Gioco escluso da ristori di Regione Veneto, As.tro: 'Zaia tuteli il settore'

"Si fa appello alla sua autorità affinché, in un momento come quello che oggi sta vivendo il Paese e nell'ambito dei poteri che le vengono riconosciuti dalla Costituzione, faccia il necessario per includere nelle misure di sostegno anche le aziende del gioco che operano nella legalità, legalità vista come unico parametro di riferimento che dovrebbe guidare le concessioni di benefici poiché, fintanto che le aziende del gioco saranno riconosciute dallo Stato, non potranno essere perpetrate distinzioni tra lavoratori di serie 'A' e serie 'B'".

A ribadirlo, all'attenzione del governatore del Veneto Luca Zaia, è l'associazione As.tro, che attraverso una nota firmata dal presidente Massimo Pucci e dal responsabile regionale Michele Cattaruzza, sottolineano un nuovo caso di disparità di trattamento nei confronti delle imprese del gioco lecito, escluse dalle categorie dei beneficiari di ristori.
Dopo la Regione Molise e la Regione Lazio, anche il Veneto infatti, con un bando appena pubblicato, ha escluso le attività di questo settore dai destinatari dei sostegni economici previsti per fronteggiare la crisi conseguente all'emergenza Covid.

Includendo, invece, la filiera eventi (congressi, matrimoni, cerimonie, etc.), gli ambulanti con posteggi in aree di eventi, stadi (cosiddetti fieristi), la filiera dei trasporti di persone e quella di sport, intrattenimento, parchi divertimento e tematici (incluse le attività dello spettacolo viaggiante), gli addetti alle attività culturali e allo spettacolo, il commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, libri e articoli di cartoleria, gli esercizi all’interno di centri o parchi commerciali la cui attività è stata sospesa per effetto dei Dpcm anti-Covid.
 
Praticamente tutti, tranne le attività di gioco legale.
 
Una discriminazione, l'ennesima, inaccettabile, come sottolinea As.tro nella lettera inviata a Zaia. "Le aziende del gioco pubblico sono state le più penalizzate sotto emergenza, le prime ad essere chiuse le ultime a riaprire con oltre 200 giorni di chiusura per effetto delle disposizioni volte a contenere il diffondersi della pandemia.
È bene precisare che le imprese del gioco di Stato sono state chiuse al pari delle altre attività non reputate essenziali (come quelle enunciate nel bando della Regione Veneto) e che gli aiuti erogati dal Governo, sotto forma di ristori, sono stati insufficienti a lenire le difficoltà degli imprenditori, avendo avuto solamente una incidenza appena del 7 percento sul mancati incassi (dato Cgia Mestre).
Nessuno mette in discussione la facoltà di 'chiusura', in quanto lo Stato e le sue articolazioni territoriali avevano il dovere e l'obbligo di proteggere la salute pubblica ed introdurre limitazioni alla mobilità e alle attività economiche, ma era responsabilità delle Istituzioni adoperarsi, affinchè tutti gli operatori economici chiusi fossero messi nella condizione di sopravvivere e mantenere in piedi la propria azienda. La diseguaglianza perpetrata con il bando della Regione Veneto è rivolta ad aziende autorizzate, pienamente riconosciute, regolate e controllate dallo Stato che vantano, sul territorio nazionale, circa 150mila addetti ai lavori e che, inevitabilmente, gli stessi subiranno conseguenze dovute alla mancanza di liquidità delle aziende. Riflessi occupazionali che avrebbero dovuto essere valutati al fine di affrontare la crisi secondo parametri obiettivi e nel rispetto del principio di uguaglianza, come ha espressamente detto il presidente Mattarella, secondo il quale 'nessuno deve essere lasciato indietro'".
 

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