skin

Letta studia la squadra dei sottosegretari, all’Economia si profila il ritorno di Giorgetti

29 aprile 2013 - 09:29

Il settore del gioco tornerà ad avere il suo sottosegretario? Una domanda che sembra poter aver risposta affermativa, con una certezza che probabilmente si potrà avere già nella settimana di lavori iniziata oggi alle 11 con la riunione dei capigruppo alla Camera per stabilire le modalità del voto di fiducia sul nuovo governo, mentre ‘le comunicazioni del governo’, ossia il discorso programmatico di Enrico Letta, è all’ordine del giorno dei lavori di Montecitorio per questo pomeriggio alle 15. E domani alle 12 riunione dei capigruppo al Senato, dove il dibattito ci sarà domani. Anci: al posto di Delrio eletto Ministro arriva Cattaneo, c'è attesa per le politiche sul gioco La Rappresentanza Unitaria: "Subito al lavoro per preparare proposte da presentare a ministro De Girolamo"

Scritto da Anna Maria Rengo

Questa è dunque la settimana in cui il governo Letta otterrà, secondo tutte le previsioni, la fiducia delle due Camere, e comincerà a essere pienamente operativo. A iniziare, ed è su questo che si concentra l’attenzione degli addetti ai lavori, con la nomina dei sottosegretari all’Economia, quelli che avranno un maggiore competenza e potere proprio in materia di gioco pubblico. Tante le domande a cui per ora è possibile dare risposta solo tramite indiscrezioni: chi saranno i nuovi sottosegretari? Ed Enrico Letta seguirà la strada dell’allora premier Silvio Berlusconi, che aveva assegnato la delega ai giochi ad Alberto Giorgetti, o preferirà quella imboccata dal suo successore Mario Monti, che non aveva previsto una specifica delega, con la conseguenza che la materia era affrontata in maniera intercambiabile dai sottosegretari Vieri Ceriani e Gianfranco Polillo?

La prima ipotesi sembra la più probabile, ma per avere i nomi ‘ufficiali’ bisognerà prima aspettare il conferimento della fiducia da parte delle due Camere, quindi non prima di domani sera, è possibile poi che la festa del 1° maggio provochi un piccolo slittamento dei lavori, con la conseguente nomina dei sottosegretari giovedì o venerdì.

GIORGETTI TORNA AL MEF? - E proprio in queste giornate potrebbe arrivare una sorpresa, visto che tra i tanti nomi che circolano per l’importante ruolo al Mef c’è anche quello del pidiellino Alberto Giorgetti, una candidatura avanzata dalla senatrice veronese Cinzia Bonfrisco secondo la quale al governo c’è bisogno di una rappresentanza forte del Veneto “e crediamo che la figura del nostro coordinatore regionale”.

Se Giorgetti, come è obiettivo del Pdl, tornerà a viale dell’Astronomia, potrebbe dunque tornare ad assumere la delega (formalmente o informalmente attribuita che sia) ai giochi, tanto più che anche come ‘semplice’ deputato e componente della commissione Bilancio è più volte intervenuto, anche con emendamenti approvati, in materia.

Un ritorno che Francesco Tolotti, presidente della Fondazione Unigioco e già parlamentare del Pd, saluterebbe con favore: “Lo considererei una buona notizia. Su una partita così complicata c’è bisogno che ci sia continuità, visto che si tratta di conoscere un settore complesso, che ha margini delicati di gestione anche in relazione a vicende come la ludopatia. Ogni volta penso che sia difficile per chi arriva dall’esterno maturare una conoscenza adeguata e quindi vedrei bene il ritorno di Giorgetti, persona preparata e affidabile anche se non è della mia parte politica!”.

ALTRI SCENARI ANCORA APERTI - Trattandosi però di un governo misto, e nato sotto l'egida del neo-eletto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non è però escluso che il ministro Fabrizio Saccomanni, d'intesa con il premier Letta, possa decidere di confermare uno o entrambi i sottosegretari attuali, proprio nell'intento di garantire un apporto 'tecnico' a un dicastero che ha anch'esso una guida tecnica.

NESSUN SUBENTRO PER ORA A CAMERA E SENATO – Un altro interrogativo che è circolato in queste ore è se la nomina dei ministri aprisse le porte, ai primi dei non eletti, per subentrare al loro posto a Camera e Senato. La risposta, stavolta certa, è che la nomina a ministro non comporta la decadenza dalla carica di deputato o senatore, a meno che non si decida di dimettersene (una scelta che qualcuno potrebbe fare, ma certo dopo l’ottenimento della fiducia da parte dell’esecutivo da parte del Parlamento). Se il ministro fa parte di una commissione (al momento le uniche costituite sono quelle speciali), in questo caso sarà sostituito in seno alla stessa.

Articoli correlati