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Durnwalder: “Legge antislot a Bolzano, punto interrogativo pronunciamenti Tar su retroattività”

15 maggio 2013 - 16:02

A cinque mesi esatti dall’entrata in vigore della legge provinciale che a Bolzano prevede la rimozione delle slot che si trovano a 300 metri dai luoghi sensibili, a tracciare un primo bilancio, e soprattutto a delineare gli scenari futuri, è il presidente della Provincia, Luis Durnwalder. “La competenza nell’assegnazione delle macchine da gioco – spiega a Gioconews.it – è dello Stato, mentre noi, da parte nostra, possiamo legiferare sull’urbanistica. E così abbiamo fatto, con la legge del 2010 che ha previsto che non ci possano essere slot in un diametro di 300 metri da luoghi sensibili come scuole, centri giovanili o sportelli sanitari". Ippica, minimi garantiti: Tar Lazio rimette atti alla Corte Costituzionale

Scritto da Anna Maria Rengo

"Proprio alla luce di questa normativa i Comuni hanno rilasciato una serie di provvedimenti per rimuovere le macchine esistenti e si sono moltiplicati i ricorsi al Tar da parte dei proprietari di quei locali che hanno ricevuto la licenza prima dell’entrata in vigore della legge e che dunque sostengono che le disposizioni dovrebbero valere solo per il futuro”.

Le prime sentenze ci sono già state, respingendo i ricorsi presentati: “Sono fiducioso che il Tar ci darà ragione, anche se un punto interrogativo è rappresentato dalla validità retroattiva delle nuove norme, o nel caso in cui si debba rinnovare una licenza preesistente”.

Durnwalder sottolinea tuttavia: “Sono convinto che solo con i divieti non possiamo combattere il fenomeno del gioco patologico. Piuttosto, dobbiamo sensibilizzare le persone, a cominciare dai genitori e le scuole perché educhino i bambini, tanto più che abbiamo l’Austria vicina, dove ci sono locali da gioco e casinò, e dunque chi vuole può tranquillamente andare lì, basta percorrere trenta, quaranta chilometri”.

La Provincia di Bolzano punta dunque sulla prevenzione: “Facciamo il possibile per finanziare campagna di sensibilizzazione non solo sull’alcol, ma anche sul gioco, e per esempio il premio al consumatore che ogni anno assegniamo, nel 2012 lo abbiamo dato a un’imprenditrice che ha rimosso volontariamente e subito, prima dell’entrata in vigore della legge, le slot che si trovavano nel suo locale, e questo l’abbiamo preso come esempio. Da noi il gioco è molto diffuso, basti pensare che nel 2011 gli altoatesini speso 666 milioni di euro nel gioco d’azzardo legale. Si tratta di 1.270 euro procapite, e anche nel primo semestre le 2012 giocate sono aumentate: pari più o meno a 385 milioni di euro, sono cresciute del 25 percento rispetto allo stesso periodo del 2011. Abbiamo fatto la legge, ma se la gente non è convinta che il gioco porta difficoltà non solo al giocatore stesso ma anche alle famiglie, allora sarà difficile combatterlo”.

Non ritiene che una politica di questo tipo potrebbe essere meglio affrontata coinvolgendo gli addetti ai lavori e, quindi, con una concertazione con le categoria?

“Ben venga la concertazione, che dovrebbe essere fatta anche a livello nazionale. Gli effetti negativi del gioco non possono essere combattuti solo con i divieti, e si dovrebbe spendere parte delle entrate da parte di questo settore proprio in sensibilizzazione”.

Stiamo comunque parlando di gioco lecito. Porre eccessive restrizioni non rischia di alimentare quello illecito?

“Se proibiamo tutto probabilmente accadrà quello che dice lei, ossia che il gioco lecito diventerà illecito e che si finirà per giocare nelle cantine o in locali nascosti. L’obiettivo dunque è di convincere la gente con attività promozionali, non possiamo mica andare tutte le sere a controllare le cantine!”

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