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Pd presenta Ddl: “Divieto di introdurre nuovi giochi per cinque anni”

07 ottobre 2013 - 15:03

Roma - Il Pd di Camera e Senato presenta oggi nel corso del seminario 'A che gioco giochiamo' alla Camera dei deputati le proposte di legge in materia di gioco.

Scritto da la nostra inviata a Roma, Sara Michelucci
Pd presenta Ddl: “Divieto di introdurre nuovi giochi per cinque anni”

 

LA PROPOSTA GARAVINI SPERANZA - In quella che vede come primi firmatari Laura Garavini e Roberto Speranza presentata in parallelo come ddl in Senato da Vannino Chiti e Luigi Zanda, si recano le disposizione in materia di gioco al fine di incrementare le risorse in favore della cura del gioco patologico, al rafforzamento della tutela dei minori e dei soggetti vulnerabili, alla previsione del divieto di pubblicità e del divieto di introdurre per cinque anni nuovi giochi con vincite, al contrasto dell'evasione fiscale, del riciclaggio dei proventi di attività illecite e dell'infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei giochi anche mediante il rafforzamento delle norme sui controlli in materia di concessioni e la ridefinizione delle autorità competenti e delle limitazioni ai fini dell'autorizzazione per l'esercizio del gioco lecito; nonché per il rafforzamento delle sanzioni per il contrasto del gioco illegale e per il potenziamento di norme volte alla trasparenza dei flussi finanziari in tale settore. La proposta chiede poi il fondo per la prevenzione e per la cura istituito da Mef e Ministero della Salute.

 

LA PROPOSTA BASSO SPERANZA - Nella proposta di legge presentata da Basso, Speranza e altri si propone una modifica dell'articolo 7 della legge Balduzzi, introducendo il divieto di qualsiasi tipo di pubblicità per i giochi con vincita. Sono confermate le norme sull'obbligatorietà delle formule di avvertimento in schedine e tagliandi giochi, ma si specifica che tali formule debbono coprire almeno il 20 percento della superficie complessiva, come previsto per I tabacchi. Poi si individua nel sindaco l'autorità competente per l'autorizzazione all'esercizio dei giochi previo parere del questore e fatte salve le competenze previste dagli articoli 88 e 86. Si prevedono limitazioni al rilascio di autorizzazione per l'apertura di sale giochi e scommesse. Queste non possono nascere a meno di trecento metri da luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto, impianti sportivi.

I COMMENTI – “Sicuramente la Delega fiscale è un segnale positivo verso il riordino del settore", sottolinea Garavini.

IL RISCHIO CRIMINALITA' - "Il settore del gioco sta diventando una delle frontiere della criminalità' organizzata. Le ultime proiezioni ci stanno portando a ritenere che anche nel gioco le organizzazioni criminali stanno assumendo i connotati di normalità e questo comporta un risultato finale che vede le associazioni mafiose operare in regime di oligopolio”, spiega Marco Alma magistrato e già consulente antimafia. “Un esempio è l'imposizione ad alcuni esercenti di apparecchi da gioco spesso scollegati. Estremamente diffusa è anche l'imposizione di materiali tecnologici illeciti provenienti dall'Asia", ha sempre analizzato Alma.  

IL NODO LUDOPATIA NEI LEA - Ma non è tutti. Anzi. Secondo la dottoressa Marica Guiducci della campagna 'Mettiamoci in gioco', "Occorre inserire Il gioco patologico nei Lea (livelli essenziali di assistenza) dato che la misura contenuta nella legge Balduzzi è rimasta senza copertura finanziaria". Per questo, propone, "Si potrebbe destinare l'1 percento del fatturato totale del gioco".

L'OK DALL'ANCI - "Ricordo la proposta di iniziativa popolare sul gioco di Legautonomie e mi auguro che ci possa essere una convergenza con quella di iniziativa parlamentare che oggi viene presentata. E' importante che ci sia il coinvolgimento dei sindaci quando si parla di gioco e di controllo dello stesso. E' il territorio che deve essere posto sotto controllo. Quella Chiti-Garavini mi sembra quindi una norma positiva sotto il profilo dei comuni", ha analizzato nel corso dell'incontro Giorgio Pighi, delegato nazionale dell'Anci in tema di legalità. 

 

IL REALISMO DI ZERBETTO - "Sarebbe utile avere un atteggiamento realistico sul gioco. In Italia non ci sono numeri certi sui giocatori patologici anche perchè in nessuna legge si dice dove essi debbano andare a farsi curare. Questa legge è un momento importante in tal senso, anche se l'aspetto della terapia è lasciata un po' nell'ombra", commenta da parte sua Riccardo Zerbetto, direttore scientifico della Comunità Orthos.

 

L'AVVISO DI AVVISO PUBBLICO - Secondo Filippo Torrigiani, di Avviso Pubblico, "Spesso gli operatori di gioco sono stati avanti alla politica, penso ad esempio a quando hanno introdotto l'albo dei gestori. Quello che manca è allora la politica. C'è la questione delle maxi penali su cui si deve trovare la quadratura del cerchio. E la colpa non è dei concessionari ma della politica che è mancata".

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