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Beccalossi: “Legge lombarda su gioco un modello per l’Italia”

08 maggio 2014 - 13:12

La Legge della Lombardia contro il gioco d'azzardo patologico può fare scuola anche in tutta Italia, dato che proprio in questi primi mesi di attività sta favorendo risultati concreti contro questa vera e propria piaga sociale. Lo ha detto l'assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi, intervenendo, oggi, ad Amelia (Terni) a un convegno nazionale dedicato alle dipendenze, organizzato dalla comunità 'Incontro', fondata da don Gelmini, nel cui ambito ha illustrato i contenuti della Legge 8, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale lombardo.

Scritto da Redazione
Beccalossi: “Legge lombarda su gioco un modello per l’Italia”

 

TRE PILASTRI NORMATIVI - "Ai presenti - ha aggiunto l'assessore - ho ricordato i tre pilastri sui quali abbiamo basato la nostra normativa: l'individuazione dei luoghi sensibili per impedire nuove aperture e installazione di macchinette, la leva fiscale e le azioni socio assistenziali.  Sul primo punto, siamo stati chiari: non potrà essere attivata nessuna slot o rinnovata alcuna licenza entro una fascia di 500 metri da una serie di luoghi sensibili: chiese, oratori, ospedali, scuole, centri di aggregazione giovanile e per anziani".

Secondo l'assessore, in qualsiasi luogo lombardo, nel giro di qualche anno, grazie alla norma sulle distanze minime, verrà drasticamente ridotto il numero di macchinette.

 

EFFETTI POSITIVI LEGGE REGIONALE - "Con soddisfazione - ha continuato l'assessore - apprendiamo che la legge regionale sta producendo i suoi primi effetti, permettendo ai Comuni sia di impedire l'apertura di nuove sale gioco, sia di sanzionare le installazioni irregolari. Sono infatti sempre più numerosi i casi in cui la Polizia locale, applicando la nostra norma, multa i gestori non in regola e fa disinstallare le macchinette abusive".

 

PIENA COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI - L'assessore ha ribadito inoltre la piena collaborazione sia con i questori e i prefetti, sia con i Comuni, tramite Anci Lombardia.

"Gli incontri avuti personalmente nei giorni scorsi - ha concluso l'assessore - hanno sancito la piena legittimità della nostra legge, tanto è vero che le autorizzazioni rilasciate dalle Questure riporteranno in calce l'obbligo di rispetto delle distanze minime. Toccherà poi ai Comuni far valere i divieti della nostra legge. Su questo stiamo predisponendo una delibera, che potrà essere utilizzata dai Comuni stessi, per recepire e quindi rafforzare in ambito comunale le indicazioni della normativa regionale". 

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