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Toia (S&D): "Gioco, questione europea, serve armonizzazione"

28 marzo 2015 - 08:52

“L’Unione Europea deve porre maggiore attenzioni alle problematiche sociali e dare la priorità alle persone, rispetto alle esigenze dell'economia e del mercato unico.

Scritto da Sara
 Toia (S&D): "Gioco, questione europea, serve armonizzazione"

La tutela dei minori, delle persone con disturbi cognitivi e più in generale la protezione delle situazioni di fragilità deve portare il Parlamento Europeo ad elaborare delle linee guida nell’ambito del gioco d'azzardo, allo stesso modo di come si interviene in altri settori rilevanti per la salute pubblica come il fumo o l’obesità”. Sono questi gli obiettivi che secondo l’europarlamentare Patrizia Toia (S&D) l’Europa deve prefissarsi. Toia, che ha aperto la conferenza sul gioco con vincita che si è tenuta al Parlamento europeo a Bruxelles lo scorso novembre, crede che occorra una armonizzazione normativa a livello europeo. “Dal momento che esiste la libera circolazione dei cittadini in Europa il problema del gioco d'azzardo è un problema europeo. Un cittadino francese può venire in Italia per turismo o per lavoro e non è possibile che lui o i suoi figli entrino in contatto con le slot machine, o che sviluppi una patologia i cui costi ricadono sul sistema sanitario francese”.

 

Per quanto riguarda il gioco online, l’Europa cosa potrebbe fare per una migliore protezione degli utenti?

“Negli ultimi anni il Parlamento europeo ha approvato due risoluzioni sul gioco d’azzardo online. Nel testo approvato il 15 novembre 2011 gli eurodeputati hanno sottolineato il valore aggiunto europeo di una regolamentazione del fenomeno, hanno chiesto una maggiore cooperazione tra autorità nazionali e hanno chiesto di tutelare l’integrità dello sport arrivando a una definizione di frode sportiva. La seconda risoluzione sul ‘Gioco d’azzardo online nel mercato interno’ è stata approvata il 10 settembre del 2013. Nel testo si ricorda il fatto che ‘l’autoregolamentazione può solo integrare, ma non sostituire, la legislazione nazionale’ e si invitano gli stati membri e gli operatori a promuovere ‘una pubblicità responsabile’, a introdurre standard comuni di sicurezza uniformi e paneuropei per l’identificazione elettronica. Inoltre la Commissione è invitata a esplorare la possibilità dell’interoperabilità in tutta l’Ue tra registri nazionali di auto-esclusione e si suggeriscono diverse iniziative per contrastare la piaga delle partite truccate”.

Della delega fiscale che in Italia punta a riformare il settore del gioco pubblico che idea si è fatta? Pensa sia uno strumento utile per superare la spaccatura tra Stato e enti locali in materia di gioco?

“Ritengo importante dare poteri rilevanti alle amministrazioni locali che devono, però, sentirsi obbligate a emanare in tempi brevi regolamentazioni chiare e efficaci. Saranno poi loro stesse a dover vigilare sui propri territori per bonificarli e riappropriarsene veramente”.

A suo avviso è sufficiente un fondo di 50 milioni di euro per combattere il gioco patologico, così come previsto dalla legge di Stabilità 2015?

“Si tratta di un primo passo importante, ma a fronte di un giocatore che si ammala ci sono almeno altri cinque famigliari che soffrono e si ammalano a loro volta, i costi affettivi e sociali dell’azzardo sono altissimi e al momento purtroppo decisamente non quantificabili. A tutt’oggi, inoltre, non esistono studi validati che possano dirci quale sia la ‘cura’ più adatta per i gambler e risulta tuttavia difficile quantificarla a livello economico. Quindi ritengo fondamentale che si investano soldi pubblici prima di tutto nella prevenzione e nell’attenzione alle nuove generazioni, che hanno diritto di avere gli strumenti necessari per capire e affrontare questa piaga sociale”.

Cosa pensa dei regolamenti locali che limitano il gioco? Non crede che ci possa essere un ritorno dell’illegalità?

“Penso che i regolamenti locali siano un passo fondamentale e necessario nel contrasto all’azzardo, perché costruiti e diretti verso un preciso territorio in base alle sue necessità. Credo però che non ci si debba accontentare e fermare alla loro emanazione. Il controllo è un elemento imprescindibile, effettuato sia dalle forze dell’ordine competenti sia da ogni singolo cittadino che deve sentirsi in diritto e in dovere di difendere il proprio territorio. È fondamentale inoltre ricordare che il contrasto al gioco non può essere solo un discorso di limiti, ma è necessario costruire una cultura diversa”.

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