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Dl Dignità, Servizio Studi Bilancio Camera: 'Esplicitare effetti sul gioco'

19 luglio 2018 - 08:52

 Nella verifica delle quantificazioni sul Dl Dignità il Servizio Studi Bilancio della Camera chiede verifiche su gettito Lotto, riduzione raccolta e ruolo Agcom.

Scritto da Redazione
Dl Dignità, Servizio Studi Bilancio Camera: 'Esplicitare effetti sul gioco'

Gioco al centro della verifica della relazione tecnica relativa al decreto Dignità curata dal Servizio Bilancio dello Stato, che chiede di acquisire elementi più puntuali sul gettito attribuito al gioco del Lotto, sottolineando che circa le previste percentuali di riduzione della raccolta, andrebbero esplicitati gli elementi ad esse sottostanti nonché i dati di raffronto con gli effetti, ove disponibili, verificati in relazione a precedenti disposizioni legislative che hanno introdotto limitazioni della pubblicità. Con riferimento all’introduzione di nuove sanzioni, non considerata dalla relazione tecnica, appare necessario acquisire elementi per suffragare l’assunzione che l’Agcom possa far fronte ai nuovi adempimenti con le risorse disponibili a legislazione vigente.

"Per quanto riguarda gli impatti sulla finanza pubblica del divieto totale e assoluto di pubblicità sul gioco legale, va tenuto conto che gli investimenti pubblicitari vengono effettuati dai concessionari, mentre l’Agenzia delle dogane e dei monopoli non promuove il gioco legale in alcuna forma.
In ogni caso, secondo la relazione tecnica: 1) può ritenersi che il divieto di pubblicità comincerebbe ad avere impatti negativi sulle entrate erariali non immediatamente, ma dopo 4 o 5 mesi. Pertanto, è ragionevole ritenere che il corrente anno non registrerebbe impatti negativi di rilievo; 2) questi verrebbero avvertiti a cominciare dal 2019, sebbene in forma ridotta nel primo semestre", evidenzia il Servizio Bilancio dello Stato.
 
 
LOTTERIE E GIOCHI NUMERICI - "Ai fini della stima degli effetti dell’introduzione del divieto totale di pubblicità, può ritenersi, con stima presuntiva, che la riduzione del 'giocato' possa stabilizzarsi intorno al 5 percento.
Secondo la relazione tecnica, considerato che nel 2017 i giochi numerici e le lotterie hanno assicurato all’Erario un introito pari a circa 3 miliardi di euro e che la proiezione dei dati per il 2018 conferma tale trend, il divieto di pubblicità potrebbe comportare una riduzione a regime pari a 150 milioni di euro all’anno.
Si evidenzia che il dato in esame risulta coerente con il comunicato stampa, di fonte Adm, sui 'dati di spesa ed erario, suddivisi per comune, relativi al primo semestre 2017': in base al comunicato, nel primo semestre 2017 (dato più recente disponibile) la somma del gettito erariale nazionale riferito alle categorie di giochi: bingo, giochi numerici a totalizzatore, lotterie, lotto è pari a 1.638,8 milioni di euro, dato coerente
con un provento di circa 3 miliardi per l’intero anno. Tuttavia, nel bilancio dello Stato per il 2018 (stato di previsione dell’entrata) l’U.d.V. 1.1.10 – Lotto prevede un provento di 7.547 milioni derivante dal gioco del lotto e dagli altri giochi numerici a quota fissa (cap. 1801).
Si avrebbe, quindi, la seguente situazione: per il 2018 un minor gettito pari a 0, per il 2019 di 112 milioni di euro (considerando che nel primo semestre la perdita di gettito sarà circa la metà di quella che si avrà nel secondo semestre), per il 2020 e per il 2021 di 150 milioni. Tale stima presuntiva è, comunque, avvalorata – secondo la relazione tecnica – dai seguenti dati. L’ammontare complessivo degli investimenti pubblicitari e sponsorizzazioni nel settore dei giochi numerici e delle lotterie è pari a circa 50 milioni di euro l’anno. Ipotizzando che il ritorno in termini di ricavi sia pari agli investimenti, si avrebbe che la pubblicità e le sponsorizzazioni producono, per i concessionari, maggiori ricavi pari a 50 milioni di euro l’anno, dovuti ad incremento del giocato. Ipotizzando che il ritorno in termini di ricavi sia pari agli investimenti, si avrebbe che la pubblicità e le sponsorizzazioni producono, per i concessionari, maggiori ricavi pari a 50 milioni di euro all’anno, dovuti ad incremento del giocato. Dai dati in possesso dell’Agenzia, relativi agli introiti erariali in questi settori e agli aggi spettanti per legge ai concessionari, emerge che per ogni punto di aggio (ricavo) spettante al concessionario il ritorno per l’erario – al netto degli aggi – è pari a circa 3 volte. Pertanto, un mancato ricavo di 50 milioni di euro dovuto all’abolizione della pubblicità darebbe un minor introito erariale paragonabile a quello stimato.Lo stesso risultato si ottiene valorizzando la diminuzione del giocato in relazione ai minori ricavi dei concessionari. Si fa inoltre presente che è in corso di svolgimento la procedura per l’emanazione del bando di gara per l’attribuzione della nuova concessione relativa al SuperEnalotto. L’introduzione del divieto di pubblicità anche per questo gioco potrebbe comportare una riduzione delle potenziali offerte al rialzo non quantificabile, fermo restando che sarebbe comunque assicurata la realizzazione del gettito previsto in bilancio".
 
GIOCO ONLINE (ESCLUSE LE SCOMMESSE SPORTIVE)Per il gioco on line il divieto assoluto di pubblicità "avrebbe effetti senza dubbio maggiori, anche in considerazione del fatto che è in corso la procedura ad evidenza pubblica per l’attribuzione di 80 nuove concessioni, il cui costo è pari a 200 mila euro. Infatti, per questo comparto la pubblicità e la sponsorizzazione rappresentano l’unico modo per farsi conoscere dai giocatori e per distinguersi dagli operatori illegali, contribuendo così allo spostamento del gioco dal settore illegale a quello legale. In proposito, anche la Commissione Europea ha raccomandato ai Paesi membri una regolazione della pubblicità che sia 'contenuta e strettamente limitata a quanto necessario al fine di canalizzare i consumatori verso le reti di gioco controllate' e ha affermato che le 'comunicazioni commerciali sui servizi di gioco d’azzardo on line possono svolgere un ruolo importante nell’orientare i consumatori verso offerte permesse e controllate' (cfr. 2014/478/Ue: Raccomandazione della Commissione, del 14 luglio 2014, sui principi per la tutela dei consumatori e degli utenti dei servizi di gioco d'azzardo on line e per la prevenzione dell'accesso dei minori ai giochi d'azzardo on line). Tenendo conto di quanto sopra, può stimarsi che la perdita di 'giocato' relativa a questo settore sarà del 20 percento. Considerato che il gettito atteso per il 2018 è pari a circa 140 milioni di euro, la perdita può essere stimata, a regime, in misura pari a 28 milioni di euro l’anno. Si avrebbe, quindi, la seguente situazione:per il 2018 un minor gettito pari a 0, per il 2019 di 20 milioni di euro (considerando che nel primo semestre la perdita di gettito sarà circa la metà di quella che si avrà nel secondo semestre), per il 2020 e per il 2021 di 28 milioni", si legge ancora nella verifica.
 
 
 
SCOMMESSE SPORTIVE - "La riduzione del 'giocato' in tale comparto, attribuibile al divieto di pubblicità, potrebbe stimarsi intorno al 5 percento, considerando che la rete fisica, essendo visibile all’esterno, attenuerebbe gli effetti del divieto stimati per il gioco on line.
La rete fisica, inoltre, farebbe da traino anche per le scommesse on line, limitatamente a quei brand che sono conosciuti in entrambi i comparti (ad esempio, Snai, Sisal, Lottomatica, Eurobet, ecc.).
Nel 2017 il gettito erariale proveniente dalle scommesse è stato pari a 270 milioni di euro; tuttavia, la proiezione dei dati per il 2018 prevede un consistente aumento (380 milioni di euro). La relazione tecnica stima quindi che il divieto di pubblicità possa comportare una riduzione a regime di circa tra 20 milioni di euro all’anno.
Si evidenzia che il dato di 270 milioni di euro parrebbe coerente con le previsioni del bilancio dello Stato per il 2018, che prevede, con riferimento alle scommesse, proventi per 275 milioni di euro annui, risultanti dalla somma delle pertinenti voci di entrata (cap. 2528, entrate derivanti da concorsi pronostici e scommesse diverse da quelle ippiche: 20 milioni; cap. 2529, entrate derivanti dalle scommesse e dai concorsi pronostici - 28 - connessi a manifestazioni ippiche: 160 milioni; cap. 1007, quota del 35 per cento dell'imposta unica sui giuochi di abilità e sui concorsi pronostici, suddiviso in p. g. come segue: 9 milioni per le scommesse ippiche, 33 milioni per le scommesse sportive, 12 milioni per altre scommesse diverse da quelle ippiche e sportive
nonché altri concorsi pronostici; cap. 1213, quota del 25 per cento dell'imposta unica sui giuochi di abilità e sui concorsi pronostici, suddiviso in p. g. come segue: 6 milioni per le scommesse ippiche, 25 milioni per le scommesse sportive, 10 milioni per altre scommesse diverse da quelle ippiche e sportive nonché altri concorsi pronostici). Tali previsioni non sembrerebbero, dunque, incorporare il previsto aumento a 380
milioni menzionato dalla relazione tecnica, ma tale scelta potrebbe essere attribuibile all’applicazione del principio di prudenzialità nella formazione del bilancio preventivo.
Si avrebbe, quindi, la seguente situazione: per il 2018 un minor gettito pari a 0, per il 2019 di 15 milioni di euro (considerando che nel primo semestre la perdita di gettito sarà circa la metà di quella che si avrà nel secondo semestre), per il 2020 e per il 2021 di 20 milioni", secondo il Servizio Bilancio dello Stato.
 
 
L'AUMENTO DEL PREU - "Il comma 6 prevede l’aumento del prelievo erariale unico per gli apparecchi per il gioco d’azzardo collegati alla rete telematica, consentiti ai sensi dell’articolo 110, comma 6, lettera a) e lettera b), del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.
Proiettando i dati relativi al periodo gennaio-maggio 2018, il giocato (base imponibile)
relativo alle Awp del 2018 sarà di circa 24 miliardi di euro (meno 4,47 percento rispetto all’anno 2017). Pertanto, per il 2018, mesi da settembre a dicembre, il maggior introito è stimato pari a 20 milioni di euro (24 x 0,25 percento / 12 x 4). Il giocato relativo alle Vlt per il 2018 risulta in linea con quello del 2017 (23,5 Md€). Pertanto, per il 2018, mesi da settembre a dicembre, il maggior introito è stimato pari a 19,5 milioni di euro (23,5 x 0,25 percento / 12 x 4). Maggior introito anno 2018: 39,5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il 2019, l’incremento del Preu di 0,25 percento per le Awp e per le Vlt, per i mesi da gennaio ad aprile, compoRterà il medesimo incremento previsto per l’ultimo quadrimestre del 2018: 39,5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il periodo dal 1° maggio 2019 in avanti, in cui la norma prevede un
ulteriore incremento di 0,25 percento, cosicché l’aumento totale sarà pari allo 0,50 percento per ciascuna tipologia di apparecchi, si osserva quanto segue.
Assumendo per il 2019 lo stesso valore di raccolta del 2018, il maggior introito per l’Erario sarebbe pari a 120 milioni di euro all’anno (24 miliardi x 0,5 percento).
Il giocato relativo alle Vlt per il 2018 risulta in linea con quello del 2017 (23,5 miliardi).
Per tale tipologia di apparecchi, per i quali il payout di mercato è superiore a quello minimo previsto dalla legge (85 percento), l’incremento del Preu potrebbe comportare la riduzione del payout da parte dei concessionari e, quindi, l’aumento del rapporto percentuale costo/vincita potenziale, a svantaggio dei giocatori, con conseguente riduzione del giocato. Ipotizzando una riduzione del giocato del 3 percento, si avrebbe, per il 2019, un ammontare di giocato pari a 22,8 miliardi. Applicando l’incremento di aliquota a tale base, si ottiene un incremento del gettito pari a 114 milioni di euro, per un totale complessivo, tra Awp e Vlt, di 234 milioni di euro.
In merito alla prevista riduzione del 3 percento del giocato, la relazione tecnica evidenzia che l’eventualità che i concessionari possano ridurre il payout delle Vlt - non verificatosi a seguito dell’aumento di aliquota previsto dall’aRt. 6 del D.L. n. 50/2017, presumibilmente per evitare la ricertificazione di tutti i giochi presenti nel sistema - nel 2019 potrebbe invece concretizzarsi, sulla base della considerazione che i concessionari, per effetto dell’entrata in vigore, dal 1° aprile 2019 delle nuove regole tecniche delle Vlt, dovranno comunque provvedere alla ricertificazione dei sistemi e, approfittando di questa occasione, potrebbero procedere alla riduzione del payout con messa in esercizio da tale data.
Tenuto conto che l’ulteriore aumento previsto decorre dal 1° maggio 2019, il maggior
incremento per tale annualità è pari a 156 milioni di euro (234/12x8) al quale sommare
l’incremento di 39,5 del periodo gennaio – aprile 2019.
Quindi si avrà un maggior gettito: per il 2018 pari a 39,5 milioni di euro, per il 2019 di 195,5 milioni di euro, e a decorrere dal 2020 di 234 milioni",  recita ancora la relazione.
 
 
 
COPERTURA FINANZIARIA E AGCOM - "Il comma 7 prevede la copertura finanziaria degli oneri derivanti dall’introduzione del divieto di pubblicità di cui all'articolo 9 mediante quota parte delle maggiori entrate previste al comma 6.
Al riguardo, si rileva che la norma introduce un divieto generalizzato di pubblicità per i giochi e le scommesse, sia in rete fisica sia a distanza. Il divieto è assistito da un apparato sanzionatorio in relazione al quale la competenza all’accertamento delle violazioni e all’irrogazione delle sanzioni è attribuita all’Agcom. Al predetto divieto vengono ascritti oneri per minor gettito tributario, che la relazione tecnica e il prospetto riepilogativo valutano in 147 milioni per l’anno 2019 e in 198 milioni annui a decorrere dal 2020. A copertura di tali oneri, la norma introduce altresì un graduale aumento del Preu, cui la relazione tecnica e il prospetto riepilogativo ascrivono effetti di maggior gettito valutati in 39,5 milioni nel 2018, 195,5 milioni nel 2019 e 234 milioni annui a decorrere dal 2020.
Con riferimento alla riduzione di gettito tributario, si osserva preliminarmente che i risultati numerici delle stime sono coerenti con i dati forniti e con le ipotesi assunte dalla relazione tecnica. Si osserva altresì che a precedenti provvedimenti limitativi della pubblicità (legge Balduzzi e pacchetto giochi 2016, aventi peraltro portata meno ampia della norma in esame), non sono stati ascritti effetti negativi e che l’ipotesi di una riduzione della raccolta del 3 percento per
le Vlt è coerente con recenti quantificazioni.
Nel prendere dunque atto delle assunzioni su cui la Rt basa le stime, sarebbe comunque
opportuno acquisire elementi più puntuali in merito al gettito attribuito al gioco del Lotto: infatti, il gettito annuo di circa 3 miliardi appare congruo con i più recenti dati pubblicati dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli (I semestre 2017); andrebbero tuttavia forniti elementi di raccordo rispetto alle previsioni iscritte nella legge di bilancio 2018 (U.d.V. 1.1.10 – Lotto) che prevede un provento di 7.547 milioni derivante dal gioco del lotto e dagli altri giochi numerici a quota fissa (provento che, secondo la ripaRtizione in capitoli, parrebbe interamente attribuibile al gioco del lotto medesimo). Inoltre, in merito alle ipotesi formulate circa le previste percentuali di riduzione della raccolta, andrebbero esplicitati gli elementi ad esse sottostanti nonché i dati di raffronto con gli effetti, ove disponibili, verificati in relazione a precedenti disposizioni legislative che hanno introdotto limitazioni della pubblicità.
Con riferimento all’introduzione di nuove sanzioni, non considerata dalla relazione tecnica, appare necessario acquisire elementi per suffragare l’assunzione che l’Agcom possa far fronte ai nuovi adempimenti con le risorse disponibili a legislazione vigente: pur rilevando, infatti, che l’Agcom è già titolare di alcune competenze sanzionatorie in materia di giochi, relativamente ai divieti in campo radiotelevisivo, si osserva che il divieto posto dalla norma in esame è di portata più ampia, essendo riferito alla totalità dei mezzi di comunicazione, alle pubblicità indirette, alle sponsorizzazioni ecc. Inoltre, nel primo anno di applicazione (per il quale è transitoriamente prevista la validità di taluni contratti pubblicitari già in essere), il procedimento di irrogazione delle sanzioni dovrebbe basarsi anche sull’esame della decorrenza e della perdurante validità dei rispettivi contratti per valutare se la pubblicità rientri nella disciplina transitoria.
Con riferimento all’incremento del Preu, si rileva che le stime appaiono coerenti con i dati e le ipotesi di base, in linea, a loro volta, con gli elementi forniti in precedenti relazioni tecniche riferite a fattispecie analoghe. Andrebbero comunque chiarite le ragioni per le quali i relativi introiti siano qualificati dal prospetto riepilogativo come entrate extratributarie piuttosto che tributarie (secondo quanto riportato in recenti relazioni tecniche e in conformità con la classificazione nel bilancio dello Stato) e andrebbe acquisita conferma del fatto che la Rt – come sembra desumersi dai procedimenti di calcolo seguiti - assuma, per le macchinette Vlt, che la riduzione della raccolta prevista nel 2019 non abbia effetto nel primo quadrimestre.
Ciò in quanto gli effetti attribuiti al primo quadrimestre 2019 risultano uguali a quelli attribuiti all’ultimo quadrimestre 2018, a parità di aliquota (6,25 percento).
Inoltre, alla luce della prevista contrazione della raccolta, andrebbero acquisiti elementi volti a verificare se, in virtù delle disposizioni in esame, possano determinarsi effetti di riduzione del gettito dell’addizionale sulle vincite eccedenti i 500 euro che, relativamente agli apparecchi Vlt, è stata da ultimo fissata al 12 per cento a decorrere dal 1° ottobre 2017 (aRt. 6, comma 3, del Dl 50/2017). Si rammenta che al raddoppio dell’aliquota (dal 6 al 12 per cento) la Rt allegata al Dl 50/2017 aveva ascritto
effetti per 95 milioni di euro annui (per le Vlt e per gli altri giochi sottoposti ad addizionale) 'a parità di base imponibile rispetto al 2016'", conclude il Servizio Bilancio dello Stato.
 
 
LA DISCUSSIONE DELLE COMMISSIONI - Come del resto anche oggi, ieri 18 luglio è stata giornata di audizioni di discussione anche sul gioco, nelle commissione riunite Finanze e Lavoro.

Davide Zanichelli (M5S) ritiene che "abolire la pubblicità del settore dei giochi d’azzardo sia un primo passo importante per diminuire questo fenomeno e non comprende come Confindustria possa continuare a difendere la possibilità di pubblicità dei giochi d’azzardo e non tenere conto dei danni che questo fenomeno reca all’economia reale", mentre secondo Graziano Musella (Fi) "il divieto di pubblicità è una disposizione che non raggiungerà l’obiettivo". Per Carlo Fatuzzo (Fi) "sarebbe stato anche opportuno introdurre disposizioni più incisive sul gioco d’azzardo", di cui propone addirittura il divieto assoluto.
Galeazzo Bignami (Fi) sottolinea innanzitutto, "pur nella massima condivisione del contrasto alla ludopatia e al gioco d’azzardo, la distinzione tra gioco d’azzardo e gioco di abilità –come alcuni giochi di carte, come la briscola – da tenere in considerazione per non colpire indistintamente un settore che rischia, altrimenti, di essere esposto ad una vera e propria caccia alle streghe".

 

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