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Decreto Dignità, sì a emendamento su monitoraggio offerta di gioco

26 luglio 2018 - 08:47

Approvato l'emendamento Fregolent relativo al monitoraggio dell'offerta di gioco, per Castelli impossibili stime precise da stop a pubblicità.

Scritto da Anna Maria Rengo
Decreto Dignità, sì a emendamento su monitoraggio offerta di gioco

Le commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera, impegnate in sede referente nell'esame del decreto Dignità che all'articolo 9 dispone il divieto assoluto di pubblicità del gioco e di sponsorizzazioni, oltre a innalzare il Preu per slot e Vlt, hanno approvato l'emendamento a prima firma di Silvia Fregolent (Pd), sul monitoraggio dell’offerta di gioco. L'emendamento prevede che "al fine di assicurare un costante monitoraggio dell’offerta di gioco con particolare riferimento alle aree del territorio a maggior rischio di concentrazione di giocatori affetti da disturbo da gioco d’azzardo, anche attraverso una banca dati sull’andamento del volume di gioco e sulla sua distribuzione nel territorio, il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministro della salute, riferisce annualmente al Parlamento sui risultati del monitoraggio".

L'INTERVENTO DI GARAVAGLIA - Nel proporre una riformulazione (accolta dalla deputata e poi votata favorevolmente dalle commissioni), il sottosegretario al Mef, Massimo Garavaglia, sottolinea come questa proposta emendativa "abbia una finalità condivisibile ma che l’accesso diretto dei comuni alla banca dati sull’andamento del volume di gioco e sulla sua distribuzione nel territorio determinerebbe un costo attualmente non sostenibile".  Garavaglia propone dunque che l’articolo aggiuntivo Fregolent 9.025 sia riformulato attraverso la soppressione delle parole: 'alla quale possono accedere i Comuni'. Il sottosegretario sottolinea inoltre che l'intesa raggiunta in Conferena unificata sul riordino dell'offerta di gioco "non è ancora conclusa in quanto non tutte le regioni hanno condiviso le proposte dell’Esecutivo".

I LAVORI IN COMMISSIONE - Sempre nella seduta di ieri sono stati respinti numerosi emendamenti sul gioco. Accantonato invece quello a firma della deputata del Pd Elena Carnevali, un articolo aggiuntivo 9.011 volto, come spiegato dalla stessa "alla tutela dei minori e all'aiuto ai giocatori" e che "recepisce i contenuti dell'intesa raggiunta il 7 settembre 2017 in Conferenza unificata, con particolare riferimento ai tempi di avvio delle Awpr e dell'introduzione di dissuasori, quali la tessera del giocatore e un'apposita tecnologia di arresto del gioco in caso di problematicità".
Accantonato pure, in attesa di riformulazione, l'emendamento sempre a firma di Carnevali 9.08 che, nella versione originaria, prevedeva che "I publici esercizi e i circoli privati che eliminano o che si impegnano a non installare gli apparecchi da intrattenimento previsti dall'articolo 110, comma 6, lettere a) e b), del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, possono chiedere ai comuni il rilascio e il diritto d'uso del logo identificativo 'no slot'. Con apposito decreto da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro della salute, su proposta dell'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 133, quarto periodo, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, definisce le condizioni per il rilascio del diritto d'uso del logo identificativo 'no slot', nonché per la sua revoca".

Stessa sorte anche per l’articolo aggiuntivo 9.07 a prima firma Carnevali. Intervendo nelle commissioni, Carnevali raccomanda al Governo di "rivedere il parere contrario espresso su tale proposta emendativa che insiste sulla necessità di iniziative di sensibilizzazione e di predisposizione di campagne informative", dichiarandosi disponibile, eventualmente, "a espungere dal testo solo quelle disposizioni che non incontrano il parere favorevole del Governo".
La sottosegretaria Laura Castelli ricorda che "il tema è già all’attenzione del Governo che, al riguardo, ha già manifestato un orientamento a esprimere parere favorevole sull’emendamento Martino 9.56, attualmente accantonato". La sottosegretario evidenzia che "si tratta di un tema delicato rispetto al quale sono stati presentati diversi emendamenti che il Governo dovrà necessariamente selezionare".

L'articolo aggiuntivo fissa linee di azione per la prevenzione del gioco d'azzardo patologico e prevede tra l'altro che "Al fine di porre in atto una strategia volta a prevenire la diffusione del gioco d'azzardo patologico, il Ministero della salute e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, sentito l'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 133, quarto periodo, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, definiscono le seguenti linee di azione: a) realizzazione di periodiche campagne informative ed educative volte ad accrescere la conoscenza dei fenomeni relativi al gioco d'azzardo patologico nonché dei fattori di rischio per la salute correlati al gioco compulsivo e problematico; realizzazione di campagne di sensibilizzazione, indirizzate specificamente alle famiglie, volte pubblicizzare il divieto di accesso dei minori ai giochi con vincite in denaro e a informare i genitori sui programmi di filtraggio e di blocco dei giochi online; predisposizione di materiale informativo mirato a promuovere la consapevolezza delle reali possibilità di vincita nel gioco d'azzardo, del rischio di perdite economiche e d'indebitamento, nonché delle possibili conseguenze di carattere legale che tale rischio comporta; previsione di iniziative volte a promuovere la conoscenza del logo identificativo 'no slot' di cui al comma 4". Accantonato anche l'emendamento di Teresa Bellucci (FdI) 9.05, sempre sull'istituzione del marchio slot free.

Accolta, ancora, la richiesta della deputata Carnevali di accantonare l’articolo aggiuntivo a sua prima firma 9.012, che "miira a recepire i contenuti dell’intesa sancita il 7 settembre 2017 in sede di Conferenza unificata con particolare riferimento all’introduzione di dissuasori, quali la tessera del giocatore". Carnevali che "anche tale proposta emendativa rientra nell’alveo delle questioni in relazione alle quali la sottosegretaria Castelli ha preannunciato una riformulazione", ribadendo che "la riformulazione preannunciata dal Governo deve essere presentata nel più breve tempo possibile".

LAURA CASTELLI IN COMMISSIONE BILANCIO - Il sottosegretario al Mef Laura Castelli è intervenuta anche nei lavori della commissione Bilancio, che nella seduta di ieri ha espresso il suo parere favorevole con osservazioni (non riferite all'articolo 9) sul decreto Dignità, soffermandosi sulle disposizioni relative al gioco.

"In merito alla metodologia di calcolo utilizzata per stimare il minor gettito erariale atteso dall’introduzione del divieto di pubblicità sui giochi e le scommesse, di cui all’articolo 9 del provvedimento, per il comparto lotto e lotterie la relazione tecnica afferma che: 'può ritenersi, con stima presuntiva, che la riduzione del giocato possa stabilizzarsi intorno al 5 percento'". Castelli precisa che "in tale comparto le spese pubblicitarie assumono particolare rilevanza e sono diffuse praticamente in tutti i media – televisione, radio, giornali, cartellonistica, sponsorizzazioni di eventi sportivi, culturali, sociali – spesso anche con testimonial molto noti, come attori e atleti". Evidenzia quindi come "la stima degli impatti sulla finanza pubblica del divieto totale e assoluto di pubblicità sul gioco legale previsto dalla norma non sia semplice, in quanto gli investimenti pubblicitari vengono effettuati dai concessionari, mentre l’Agenzia delle dogane e dei monopoli non promuove il gioco legale in alcuna forma; inoltre va tenuto presente che in nessun Paese comunitario vige analogo divieto ed è la prima volta che il divieto, in forma così completa e assoluta, viene introdotto nel nostro Paese".

Segnala quindi che "precedenti limitazioni alla pubblicità, introdotte dall’articolo 7, commi da 4 a 7, del decreto-legge n. 158 del 2012, cosiddetta legge Balduzzi, e dall’articolo 1, commi 923 e da 937 a 940, della legge di stabilità per il 2016, non hanno prodotto effetti significativi
di riduzione delle entrate. Detti provvedimenti legislativi non erano paragonabili con quello in esame, in quanto ponevano limitazioni alla pubblicità sulle reti generaliste, dove comunque la pubblicità poteva essere effettuata prima delle ore 7 e dopo le ore 22, e che nessuna limitazione era prevista per le reti a pagamento, dove tra l’altro vengono trasmesse in esclusiva le partite di calcio. Non era inoltre prevista alcuna limitazione per i quotidiani e la carta stampata, per la pubblicità visiva, cosiddetta cartellonistica, e per la sponsorizzazione di eventi, attività,  manifestazioni, programmi, prodotti o servizi nonché per tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale. Pertanto, poiché l’articolo 9 del provvedimento, a differenza dei precedenti citati, pone un divieto totale di ogni forma di pubblicità e di sponsorizzazione, non è stato possibile stimare il minor gettito erariale sulla base di precedenti esperienze e nella relazione tecnica si è quindi proceduto, come chiaramente affermato nella stessa, a una 'stima presuntiva' dei probabili effetti negativi in termine di vendita dei prodotti. Il riferimento ai mancati investimenti da parte dei concessionari rappresenta soltanto una 'controprova' della stima presuntivamente determinata".
Ribadisce che "è stato assunto che, nella peggiore delle ipotesi, gli investimenti pubblicitari,
per coloro che li effettuano, diano un ritorno in termini di ricavi almeno pari all’investimento fatto. Poiché è stato verificato che ogni euro di ricavo – aggio – corrisponde, mediamente, ad un introito erariale tre volte superiore, il risultato che si ottiene è quello scaturente dalla predetta
stima presuntiva. Infine, in relazione alle perplessità manifestate dall’onorevole Mandelli sull’utilizzo, con finalità di copertura, del Prelievo erariale unico, ciò è avvenuto nel rispetto dell’articolo 17, comma 1, lettera c), della legge n. 196 del 2009, in linea con le stime contenute nella relazione tecnica sul maggior gettito rinveniente dalle modifiche normative previste dal decreto-legge." 

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