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Dl Dignità, norme sul gioco sotto la lente dei deputati

31 luglio 2018 - 08:03

Il resoconto degli ultimi interventi sul gioco nella discussione alla Camera del decreto Dignità del 30 luglio.

Scritto da Redazione
Dl Dignità, norme sul gioco sotto la lente dei deputati


Prosegue anche oggi, 31 luglio, la discussione alla Camera dei deputati del disegno di conversione in legge del decreto Dignità, comprensivo di norme sui  giochi.

Nella seduta di ieri, sono stati diversi gli interventi sul tema.


Critico sulle misure Paolo Russo (Forza Italia): "La norma sul divieto di pubblicità e quella sulle slot, come tutti sanno, come sanno tutti quelli che studiano questa materia - che studiano questa materia - e devo dire come riferisce anche la vostra relazione tecnica, dirotterà semplicemente volumi di gioco, peraltro residuali, verso quelle sale gioco (5.000 mini casinò) contro le quali a parole pure vi accanite. Ma non solo! La compulsione, ove vi sia, sarà consentita non solo nelle sale da gioco, dove addirittura si paventa anche il riciclaggio, come viene rilevato dall’Uif della
Banca d’Italia, ma anche con l’acquisto dei gratta e vinci, che a questo punto - devo
immaginare - sono la cifra etica di questo Governo. Va bene il gioco compulsivo, voi dite in buona sostanza; anzi, meglio che ci sia, a condizione che a vendere quel gioco, a vendere quel prodotto e a guadagnarci tanto sia quello Stato che combatte a furia di slogan e dichiarazioni tanto roboanti da sembrar vere la ludopatia. Da questo punto
di vista, il provvedimento della dignità nella povertà premia lo Stato casinò, i banchi delle organizzazioni criminali nazionali e le piattaforme digitali delle grandi organizzazioni clandestine dei giochi online".


Gian Mario Fragomeli (Partito Democratico) evidenzia: "Anche qui, il protagonismo
del Governo 5 Stelle-Lega è difficilmente percepibile, nel senso che, grazie ai colleghi
delle Commissioni lavoro e finanza abbiamo, in qualche modo, costruito qualcosa che andasse oltre, permettetemi, lo slot della pubblicità, perché di slot si tratta, no? Di uno spazio, in qualche modo, costruito, pensando che rispondesse a tutte le esigenze di contrasto all’azzardopatia, ma la verità è che, se non fosse passato l’emendamento del Partito Democratico, che in qualche modo contrasta in modo pieno e forte, seppur tra un anno, l’abuso dell’utilizzo del gioco d’azzardo dei minori, che è uno dei temi principali, piuttosto che, in qualche modo, non sollecitassimo anche un contrasto alla forte distribuzione che, ancora, territorialmente c’è dei punti gioco, che sembrava una cosa che sentivamo solo noi… perché, oggettivamente, il Governo nel momento in cui ha detto, in modo molto chiaro, che non c’è più pubblicità, pensava di aver risolto un problema che, invece, è un problema molto, molto forte. Abbiamo parlato di un cambio totale, da questo punto vista, sui giochi, però, plaudiamo comunque ad un intervento in
materia".
 
 

Per Nicola Grimaldi (Movimento 5 stelle) "è da ritenersi di fondamentale importanza agire a livello normativo per cambiare la rotta, limitando la ormai onnipresente pubblicità sul gioco d’azzardo e coprendo le minori entrate fiscali per lo Stato con una maggiore tassazione del gioco stesso, il cosiddetto Preu.
L’intervento sul gioco d’azzardo non ha solo le finalità appena espresse, eticamente sacrosante, ma anche un obiettivo di natura macroeconomica: contribuirà, infatti, a far transitare i 102 miliardi di fatturato annuo dalle società private del gioco d’azzardo all’economia reale. Ogni euro tolto all’azzardo è un euro che molto probabilmente finirà nelle tasche di commercianti e venditori al dettaglio, alimentando quel circolo virtuoso di domanda e profitti di impresa di cui abbiamo grande bisogno.
Infine, c’è il tema delle organizzazioni criminali, che, come ricordano l’Antimafia e le ultime inchieste, sono entrate nel gioco legale. Andando a regolamentare in maniera
più restrittiva il gioco d’azzardo, contrasteremo anche la criminalità organizzata.
Ma ci tengo a dire che non finisce qui, perché il contratto di Governo parla chiaro: dopo il divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni e l’introduzione dell’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria per prevenire l’azzardo minorile, si procederà con la trasparenza finanziaria per le società dell’azzardo, con una strategia d’uscita dalla machine gambling con forti limitazioni alle forme d’azzardo con puntate ripetute, con l’imposizione di limiti di spesa e con la tracciabilità dei flussi di denaro, per contrastare sia l’evasione fiscale sia le infiltrazioni mafiose.
Infine, è necessaria una migliore regolazione del fenomeno attraverso strumenti quali l’autorizzazione all’installazione delle slot machine o videolottery solo in luoghi ben
definiti, né in bar né all’interno di distributori, con limitazioni di orario di gioco e l’aumento della distanza minima dai luoghi sensibili come scuole, centri di aggregazione giovanile e luoghi di culto".
 
 

Poi si registra un lungo e approfondito intervento di Elena Carnevali (Partito Democratico), nella scorsa legislatura membro dell’Intergruppo per il contrasto del gioco d’azzardo, di cui ha ricordato le azioni, rivendicando un'accresciuta consapevolezza dell'opinione pubbblica e delle istituzioni sul tema e l'importanza dell'intesa in Conferenza Stato Regioni del settembre 2017. "Il punto vero è la legge di stabilità del 2016. Che cosa succede in conseguenza della legge di Stabilità del 2016? Succede che viene prevista - ma non viene prevista e non realizzata - , è già nei fatti, la riduzione del 30 percento delle Awp, da 400mila a 265mila. La determinazione del numero massimo consentito di 10 mila sale e di 5 mila corner per le scommesse, con la conseguente concentrazione dei punti vendita in previsione dei tre anni: impegno peraltro ribadito nel capitolo del contratto di governo di Lega e 5 Stelle, ma respinto a piè pari dagli emendamenti. Il passaggio delle Awp esclusivamente da remoto, quindi sull’ up-ground tecnologico, che prevede peraltro, anche questo contenuto nell’intesa, un’accelerazione della rottamazione delle vecchie Awp, quindi in AwpR, anche questo ovviamente respinto al mittente. Non è che era fatto, come dire, semplicemente perché avevamo uno sfizio di modernizzazione: lo abbiamo fatto perché se vogliamo veramente incidere su quello che è in particolare il contrasto soprattutto al riciclaggio di denaro, alla manomissione che spesso viene fatta in particolare di questo tipo di giochi, e anche del lavaggio automatico, e anche relativamente al ridurre la possibilità quindi di utilizzo rispetto alle banconote da 500 euro, che basta giocare un euro anche qui perché così ne pulisci 499… Anche queste sono state respinte al mittente da parte di questa maggioranza! Noi siamo sicuramente convinti che il gioco d’azzardo patologico è una battaglia culturale ancor prima che legislativa, perché noi abbiamo l’esigenza di ridurre i momenti di familiarità con il gioco d’azzardo, che è il primo passo essenziale: noi possiamo sanzionare i gestori che sono inadempienti, normare l’accesso, ma la consapevolezza è la vera prima arma per ricondurre i numeri dell’uso e dell’abuso del gioco italiano nell’alveo di un fenomeno non così allarmante quanto avviene oggi. Qui noi siamo di fronte a un decreto, quindi una previsione di urgenza; se no non c’è una motivazione per emanare un decreto tanto osteggiato, lo hanno già ricordato i colleghi più volte. E qui guardate, mi permetto solo qualche appunto dei contenuti nel contratto di Governo. Vi ricordo solo alcune parole: strategia di uscita delle machine gambling, forte diminuzione di azzardo con puntate ripetute, imposizioni dei limiti di spesa, tracciabilità dei flussi di denaro per contrastare l’evasione e l’infiltrazione mafiosa, rilascio dell’autorizzazione all’installazione delle new slot machine e delle Vlt solo nei luoghi ben definiti, non bar, non distributori. Insomma, tutto quello che di fatto era previsto nell’intesa, con una puntuale… E qui dico ai sottosegretari, ai Ministri, ai Viceministri, non c’è 'puntuale': basta andare a leggerselo, quanto sarà la riduzione drastica in tutti questi punti. Ecco, tutta questa cosa che serviva per riuscire ad arrivare a una riduzione effettiva, condivisa con tutte le regioni (un impegno devo dire particolarmente difficile, arduo nella costruzione, ma che ha visto tutte le regioni, comprese le regioni che sono governate da una parte di questa maggioranza), naturalmente anche questa respinta al mittente. E allora guardate, credo vada dato merito al Partito Democratico se è riuscito a migliorare questo decreto inserendo alcune cose. La prima, la battaglia… Soprattutto mi riferisco alla questione della tessera sanitaria: ancorché nelle sale da gioco i minori non ci dovrebbero entrare così non è, e in particolare con la tessera sanitaria noi dobbiamo soprattutto proteggere i minori che sono quelli che vanno più tutelati. E poi la cosa che è contraddittoria, che a fronte di questa disponibilità dall’altra parte avete naturalmente bocciato anche un altro emendamento, che è quello che riguarda i tagliandi che si usano sulle sigarette, 'nuoce alla salute': pur a costo zero per l’erario, naturalmente anche questa è stata una scelta affossata, senza che ci sia stata peraltro un’argomentazione per dire quali erano le ragioni. Ci troviamo quindi di fronte a un decreto che dopo questo intervento sulla pubblicità archivierà il tema del gioco d’azzardo patologico, esaurendo qui l’impegno per una vigorosa scelta di riordino dei giochi, rendendo di fatto monca e inefficace la lotta per il contrasto al gioco d’azzardo, e soprattutto la capillarità sul territorio italiano. Non si capisce perché avete voluto bocciare gli emendamenti che abbiamo presentato. Perché vede, gentile Presidente, un secondo atto non ci sarà. La coda di paglia si è avvertita quando il vicepresidente Di Maio ha sentito l’esigenza di dire che questo era il primo atto, che poi ce ne sarebbe stato un secondo: basta anche semplicemente fare i calcoli che fa qualsiasi persona, è francamente difficile pensare che ci sarà un secondo atto con tutti gli impegni che naturalmente, in campagna elettorale permanente, state promettendo in particolare ai cittadini. Ma lascia soprattutto a bocca asciutta le regioni e gli enti locali. Il dramma vero è quello che con il voto del decreto noi decreteremo un’altra cosa: la morte di quell’intesa e quegli impegni che noi abbiamo assunto con tutte le regioni e con gli interventi di puntualità. Anche in questo caso la manina, che è stata tanto vituperata perché diceva che il decreto-legge prevede 8.000 posti in meno all’anno, questa manina ha fatto anche un’altra cosa: ha scritto testualmente che l’impatto in particolare sulla pubblicità degli apparecchi da divertimento, le slot, che sono quelli ritenuti a forte rischio, ha un impatto praticamente pari a zero e la stessa cosa fare per il bingo. Tanto però per dare quattro informazioni che spero siano utili a noi che siamo in quest’Aula, sapete di che cosa stiamo parlando? Dobbiamo fare il calcolo sul valore del giocato perché per quanto riguarda le Awp parliamo di 24 miliardi di euro; quando parliamo di Vlt parliamo di 23,5 miliardi di euro cioè di 17 miliardi per il gioco on line. Significa che solo le Awp e le Vlt, sulle quali voi avete negato di fatto di fare una battaglia per la loro riduzione e la loro regolamentazione, rappresentano il 53 percento delle quote di mercato e, quindi, la domanda sta qui. È necessario che voi rispondiate a questa domanda: chi tra di noi ha scelto di contrastare le fantomatiche lobby? Si risponda a questa domanda, soprattutto date una spiegazione agli amministratori che avete lasciati soli rispetto alle richieste di regolamentazione nazionale, di riduzione dei punti gioco, di riduzione dei volumi, di sospensione di almeno sei ore sul territorio che doveva rimanere in capo ai sindaci, sulla distribuzione in modo da non concentrare sui singoli comuni per mettere in campo il not in my garden, incidere sul riciclaggio, sull’abbassamento degli importi per la giocata, sugli strumenti di autolimitazione. In tutto questo voi avete scelto di lasciare soli regioni e comuni. Sicuramente il divieto di pubblicità ha un alto valore non solo simbolico: è sicuramente importante e necessario ma il fatto è che ci siamo esclusivamente fermati a questo punto. Quello che peraltro già la collega Fregolent ricordava nel suo intervento e che la relazione ripete: la preoccupazione è che di fatto una parte del gioco legale viene spostata sulla parte del gioco illegale, vale a dire - lo dice l’Università di Trento peraltro in un’intervista rilasciata recentemente - tanto per capirci il valore mondiale del gioco illegale vale qualcosa come 140 miliardi di dollari. Quello che mi ha colpito sono i tempi del benaltrismo cioè, quando arrivavamo, avevamo messo in campo delle cose e non bastava mai: il benaltrismo che viene utilizzato di fatto a corrente alternata. Naturalmente quando si è il Governo quel benaltrismo non va più di moda e così naturalmente le scelte che abbiamo fatto costano tanto, costano ovviamente soprattutto in termini di mancate entrate. Però il Vicepresidente Di Maio ci dovrà rispondere a due domande. La prima: se vuole andare veramente nella riduzione dell’offerta e quindi anche delle entrate, come noi pensiamo che sia giusto fare, o se mantiene l’idea che il gioco d’azzardo debba di fatto finanziare il reddito di cittadinanza, come scriveva in un disegno di legge nella scorsa legislatura. Perché o si fanno scelte chiare o coraggiose, anche se costose, oppure rischia di essere sicuramente un provvedimento non solo insufficiente ma direi molto di apparenza. Quindi rivolgo un appello alla maggioranza: non siete più all’opposizione, adesso avete la responsabilità di governare e di assumervi l’onore e l’onere di questa scelta. Rispetto a questo atteggiamento di totale chiusura, a questa incapacità di cogliere le proposte migliorative, vi anticipiamo che vi presenteremo di nuovo esattamente gli stessi emendamenti che avete bocciato in Commissione non per ragioni di ostruzionismo ma perché pensiamo che la scelta deliberata che avete fatto sia una scelta assolutamente sbagliata. E vorrei inoltre rivolgere una questione al Viceministro Di Maio, tramite lei, Presidente, poiché è assente, gli dica cortesemente: si vergogni di rivolgersi a noi come ai difensori del mercato del gioco per scaricare le responsabilità sugli altri. Governare significa prendere decisioni e non fare lo scaricabarile. Governate con due forze che hanno interessi contrapposti e genti politiche differenti e il risultato è contraddittorio: per chi faceva le politiche del territorio e la forza del territorio, in realtà avete scelto di farli rimanere soli e per chi ha scelto di fare una battaglia sulla riduzione non avete fatto nulla. Insomma questo è il fine atto: cala il sipario il secondo non lo vedremo, con buona pace delle promesse e delle battaglie fatte in tanti anni e un secondo copione che qui non vedremo mai".
 
 

Marco Silvestroni (Fratelli d'Italia) ricorda che "molti emendamenti per contrastare la ludopatia sono stati presentati da Fratelli d’Italia; servivano a contrastare davvero una piaga che affligge soprattutto le fasce deboli, come pensionati, giovani e precari. Una battaglia del genere non si vince limitando le pubblicità e nemmeno mettendo cartelli sulle porte delle sale giochi, perché una battaglia vera si combatte aggiornando il testo delle leggi di pubblica sicurezza, impedendo, non solo formalmente, ma sostanzialmente, il gioco d’azzardo ai minorenni, e si combatte seriamente facilitando i controlli delle forze dell’ordine e degli enti locali".
 
 
Stefano Lepri (Partito Democratico) plaude all'accoglimento in commissione dell'emendamento del suo partito che obbliga alla presentazione della tessera sanitaria per giocare, ma "molte altre misure nel campo del contrasto alla ludopatia potevano essere messe in campo e non sono state accolte".
 
 

Dello stesso tenore l'intervento di Stefano Benigni (Forza Italia): "Sul tema del gioco e della ludopatia, sulla quale serviva molto più coraggio e determinazione; e, invece, vi siete dovuti arrendere di fronte al problema delle coperture finanziarie.
Il gioco che tanto si vuole combattere viene utilizzato dal Governo per finanziare le norme sulla decontribuzione e sullo split payment.
Un paradosso clamoroso, specialmente da parte di chi del contrasto al gioco ha fatto per
anni una bandiera di moralità. E allora, per tutti questi motivi, come gruppo di Forza Italia abbiamo ritenuto doveroso e opportuno presentare emendamenti volti a migliorare un decreto pieno di difetti e slogan elettorali privi di contenuto. Lo abbiamo fatto con assoluto buonsenso, con l’approccio di chi sente il desiderio di correggere in meglio un provvedimento potenzialmente dannoso".
 
 

Massimo Ungaro (Partito Democratico) ricorda che "il decreto-legge Di Maio sfiora
molti campi diversi, con tante nuove norme che si prefiggono obiettivi nobili, quali il contrasto alla precarietà, il contrasto alle delocalizzazioni, il contrasto al gioco d’azzardo; ma, se scaviamo sotto le tante norme, troviamo una serie di misure cosmetiche, che temo non solo non riusciranno a ridare dignità ai lavoratori e alle imprese di questo Paese, ma rischiano di mandare un segnale confuso e di illudere precari, datori di lavoro e contribuenti. In termini, invece, di lotta al gioco d’azzardo si poteva fare molto di più Ma per questo motivo occorreva andare oltre il solo divieto della pubblicità; anche
questa sembra una misura cosmetica, dato che la pubblicità degli apparecchi da divertimento, appunto le slot machine è il settore di gran lunga più problematico per il disturbo da gioco d’azzardo. La pubblicità di questo settore, però, è prossima allo zero; quindi, il divieto della pubblicità non va a intaccare o ad aggredire quello che è il settore più problematico.
Inoltre, in assenza di un approccio più organico, più olistico di contrasto, appunto, al fenomeno il solo divieto della pubblicità rischia paradossalmente di favorire il gioco d’azzardo illegale, dato che quello legale non avrà più modo di promuoversi, di distinguersi dagli operatori illegali come, appunto, richiamava la raccomandazione della Commissione europea del 14 luglio 2014.
Il testo, comunque, nella lotta al gioco d’azzardo, è migliorato notevolmente in Commissione - forse questo potrà ricordare a Beppe Grillo che il Parlamento può ancora essere utile a qualcosa - anche grazie agli emendamenti del Partito Democratico, con l’istituzione del monitoraggio nazionale e di una banca dati proposta dall’onorevole
Carnevali e l’introduzione, con l’emendamento Ascani e Fregolent, di lettori elettronici di
tessere sanitarie su ogni dispositivo di gioco, per impedire l’accesso ai minorenni.si poteva andare ben oltre, si sarebbe potuto permettere alle famiglie di chi è affetto da azzardopatia di accedere al fondo antiusura del Mef, coinvolgere gli enti locali nella
gestione di progetti di sostegno e recupero degli azzardopatici, aumentare le risorse del fondo per il gioco d’azzardo patologico, introdurre formule di avvertimento, come con i pacchetti di sigarette o proibire l’apertura di sale da gioco in prossimità di scuole o strutture sanitarie".
 
 
Per Wanda Ferro (Fratelli d'Italia) "sul piano della sostanza anche le scelte condivisibili, come la lotta alla ludopatia, al gioco d’azzardo sono dirette alla propaganda più che a determinare un vero cambiamento di rotta, perché non è certamente con il divieto della pubblicità e delle sponsorizzazioni che si dà un colpo decisivo al sistema. Ma davvero si può pensare che l’approccio al gioco d’azzardo sia frutto soltanto di uno spot televisivo?
Occorre pensare, o meglio occorreva pensare, ai tanti strumenti di controllo che diano maggiori strumenti e garanzie alle famiglie, e che bisogna proprio partire da quella porzione importante che purtroppo, ahimè, è controllata dai monopoli, la cosiddetta porzione legale, offrendo quindi quella possibilità al coniuge piuttosto che ai genitori di ricevere informazioni prima e non successivamente, quando è troppo tardi.
Quindi, un campanello d’allarme che intervenga prima dell’irreparabilità dei danni.
Penso ad una più forte azione di repressione che salvaguardi i giovani e i giovanissimi.
Penso ad una lotta più serrata contro le piattaforme illegali, ad un investimento che assegni maggiori risorse alle necessarie terapie di intervento. È singolare che il Vicepresidente Di Maio, nel parlare di questo problema, abbia detto che bisognerà riscrivere le regole.
Ma quando intende farlo? Perché non si è approfittato di quest’occasione per sferrare il primo, vero e decisivo attacco a questa piaga sociale? Io ho la sensazione, avendo
sempre seguito i lavori parlamentari, via televisione, che ci sia la politica del doppio
forno, della doppia morale: quelle battaglie fatte prima dal Movimento 5 Stelle, oggi
vengono rinnegate, con tutte le promesse fatte all’elettorato".
 
 

Antonio Germana (Forza Italia) evidenzia: "È paradossale ciò che avete proposto all’articolo 9 per contrastare la ludopatia. Prima avete previsto il divieto assoluto di pubblicità, anche indiretta, su giochi e scommesse con vincite di denaro. Bene, si dirà; peccato che ciò che avete fatto è poi assolutamente incoerente con la finalità dichiarata 'limitare la ludopatia'.
Infatti la norma di copertura finanziaria consiste in un innalzamento della misura del prelievo erariale sugli apparecchi idonei per il gioco, le slot machine e le videolottery. Quindi per compensare le perdite dovute al divieto di pubblicità aumentate le imposte sul gioco, perché sapete quanto siano rilevanti le entrate per il bilancio dello Stato: mi appare una forma di azione ipocrita, perché comunque continuate a contare sugli incassi derivanti dal gioco di tutti i giocatori, anche dei ludopatici.
Voglio specificare che apprezzo e condivido l’intento di contrastare il fenomeno dilagante
della ludopatia, ma è chiaro che un tema così complesso non può essere affrontato con misure frammentate. Così si rischia soltanto di ampliare i margini di manovra per l’industria del gioco illegale". Per lo stesso partito interviene anche Raffaele Baratto: "Pur nelle positive intenzioni, il decreto si rivela l’ennesima beffa: si punisce il settore, ma si escludono dal divieto di pubblicità le lotterie nazionali e quelle di competenza dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Il gioco d’azzardo, insomma, potrà continuare ad essere pubblicizzato e utilizzato per fare cassa alle spalle dei nostri cittadini".
 
 
Maria Teresa Bellucci (Fratelli d'Italia) invece attacca: "Ci saremmo immaginati un imponente piano nazionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Ci aspettavamo questo anche perché il ministro Di Maio l’ha detto a più riprese, l’ha detto con numerose misure, e invece, come un bravo illusionista della politica, ha lasciato sul tavolo soltanto il divieto alla pubblicità. Quello che avete fatto è stato trasformare il 'decreto Dignità' in un 'decreto Apparenza', figlio di quella cultura che pone l’apparenza sopra ogni cosa e che si dimentica della sostanza, si dimentica dell’essere e si dimentica in questo di porre al centro dell’interesse primo il bene dei cittadini.Ci avreste visto al vostro fianco se aveste destinato almeno il 5 percento degli introiti dell’Erario provenienti dal gioco d’azzardo alla cura, al trattamento e al reinserimento socio-lavorativo delle persone che hanno un disturbo da gioco d’azzardo. Saremmo stati
al vostro fianco, perché i servizi che si occupano di gioco d’azzardo sono soli, abbandonati: hanno visto in dieci anni raddoppiare l’utenza e sono rimasti con una risorsa di personale sempre alla stessa soglia, per il blocco del turnover. Quindi quando avete previsto una misura per il gioco d’azzardo, oltre al divieto, c’è bisogno di risorse, se si vuole veramente combattere questa problematica, e noi saremmo stati al vostro fianco. Lo saremmo stati anche nel caso in cui aveste introdotto delle misure per agevolare la fiscalità, i tributi di quegli esercenti che decidono di non inserire slot machine, che propongono un commercio etico, perché non basta il marchio 'No slot', che abbiamo proposto noi, nel nostro emendamento, come Fratelli d’Italia.
Non basta perché la forma deve essere unita sempre alla sostanza, quindi quegli esercenti vanno aiutati, riconosciuti, aprendo a delle tassazioni agevolate. Noi saremmo stati al vostro fianco, saremmo stati al vostro fianco nel momento in cui aveste limitato la distanza dai luoghi sensibili, cioè la distanza di quei luoghi d’azzardo rispetto alle scuole, rispetto alle parrocchie, rispetto ai Compro oro, rispetto ai bancomat. Saremmo stati al vostro fianco perché crediamo che questa Italia si meriti qualcosa di buono".
 
 
Per lo stesso partito interviene Maria Carolina Varchi: "Non mi dilungherò sul gioco d’azzardo, che è un’altra delle grandi incompiute di questo provvedimento: una delle grandi incompiute perché ancora una volta alle promesse della campagna elettorale questo Governo poteva far sì che seguissero i fatti, e ha scelto di non farlo.
È ancora una volta una parte di provvedimento che Fratelli d’Italia ha sostenuto perché faceva parte del programma del centrodestra, come il divieto a tutte le forme di pubblicità; poteva essere migliorato con degli emendamenti, che pure i nostri parlamentari avevano depositato e che sono stati rigettati. E allora va bene il marchio nazionale no slot, ma anche questa è un’altra incompiuta di questo provvedimento".
 


UN NUOVO DDL SUL GIOCO - Nella stessa giornata in cui è iniziata la  discussione generale del decreto Dignità, è stato presentato un nuovo disegno di  legge sul gioco a firma di Doriana Sarli, recante "Modifiche al  decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto  2000, n. 267, in materia di limiti all’apertura di sale da gioco e di  orari di funzionamento degli apparecchi per il gioco lecito". Il disegno  di legge deve essere ancora assegnato alle commissioni per l'esame in  sede referente e consultiva.

 

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