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Decreto dignità: prosegue esame in Senato ma no a modifiche sui giochi

07 agosto 2018 - 09:14

Prosegue in Senato l'esame del Decreto dignità e il dibattito sui giochi: oggi il voto sugli emendamenti ma senza colpi di scena.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Decreto dignità: prosegue esame in Senato ma no a modifiche sui giochi

 

Prosegue a ritmo serrato l’esame del Decreto Dignità in aula al Senato. Anche se, come spiegato e più volte ribadito dal governo, il testo verrà approvato senza modifiche e, a quanto pare, anche senza dover  ricorrere al fiducia. La trattazione in Aula riparte questa mattina con il voto delle proposte di modifica ripresentate in seguito allo stop nelle Commissioni Finanze e Lavoro. Con oltre 100 emendamenti e ben 16 ordini del giorno depositati nei confronti dell’articolo 9 del Decreto che riguarda il comparto del gioco pubblico e che vengono votati nella giornata di oggi. In ogni caso, comunque, a rimanere blinadata sarà proprio la parte relativa ai giochi e, quindi, all'articolo 9 del decreto relativo al divieto di pubblicità di giochi e scommesse. Una definizione che trova consenso generale tre i parlamentari del Movimento 5 Stelle, come stigmatizzato dal senatore Arnaldo Lomuti in occasione della discussione in Senato.

Spiegando come, a suo parere, "Su questo argomento c’è veramente poco da dire: lo Stato non può permettere la promozione, la réclame del gioco d’azzardo. Le persone sono libere di bere, di fumare o di avere abitudini non salutari, però sono libere scelte individuali. Stessa cosa vale per il gioco d’azzardo: non si può permettere che le persone vengano stimolate e, quindi, incoraggiate a prendere queste abitudini; non si può permettere che le persone vengano spinte verso comportamenti che possono avere conseguenze sociali importanti come la ludopatia”. Ma le misure previste sui giochi trovano addirittura un più ampio consenso, in alcune parti, anche tra i componenti dell'opposizione. Come si comprende dalle parole del senatore Pd Franco Mirabelli, o da quelle del collega del Pdl Emilio Floris, il quale, intervenendo sulla materia, spiega come le misure previste all'articolo 9 siano "orientate a contrastare, vietandone la pubblicità, la ludopatia e l’azzardopatia o meglio il 'disturbo da gioco d’azzardo', come viene definito ora con l’introduzione di questo neologismo”. Ma l’articolo soprattutto introduce il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi e scommesse e al gioco d’azzardo. "Al contempo - spiega Floris - si delega al Governo una riforma complessiva della materia dei giochi pubblici. Lo scopo è quello di assicurare l’eliminazione dei rischi connessi ai disturbi del gioco d’azzardo e contrastare il gioco illegale e le frodi a danno dell’Erario. Sono escluse dal divieto le lotterie nazionali a estrazione differita, le lotterie, le tombole, pesche o banchi di beneficienza, le manifestazioni di sorte locali. In conseguenza del divieto sono previste sanzioni amministrative, contestate e irrogate dalla Autorità per le garanzie delle comunicazioni, pari al 20 per cento del valore della sponsorizzazione della pubblicità (era il 5 per cento nel testo iniziale) e comunque per un importo non inferiore a 50 mila euro per ciascuna violazione. Le somme verranno destinate al Fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. L’aumento al 20 per cento deciso dall’Aula lo rende, di fatto, un divieto assoluto di pubblicità. Gli investimenti in pubblicità sono attualmente al di sotto dei 200 milioni di euro annui da parte dei concessionari del gioco".
SOVRAPPOSIZIONE DI COMPETENZE - Tuttavia, rileva il senatore del Pdl, "Va rilevata una sovrapposizione di competenze tra l’Autorità e l’Agenzia delle dogane e i monopoli, cui attualmente è delegata la competenza ad irrogare sanzioni per la pubblicità del gioco d’azzardo rivolta ai minori. Il comparto dei giochi è anche oggetto di una maggiorazione del Preu, il prelievo unico erariale sugli apparecchi destinati al gioco come le videolottery e le slot machine. Le maggiori entrate sono destinate alle coperture delle norme che prevedono la decontribuzione contributiva prevista da questo decreto per l’assunzione dei giovani. Va rilevato che il Preu è passato dall’aliquota originaria del 13,5 per cento all’attuale 19,75 per cento. Questa probabilmente è la via più inopportuna per diminuire i guadagni dei gestori degli apparecchi collegati in rete e consegnarli alla clandestinità, che come noto, non versa imposte allo Stato”, continua Floris. “L'articolo 9-bis sulle Formule di avvertimento approvato tramite emendamento alla Camera prevede la scritta 'nuoce gravemente alla salute' sulle slot machine e sulle videolottery e sul fonte e sul retro dei tagliandi delle lotterie istantanee”, aggiunge. Mentre "Il monitoraggio dell’offerta del gioco è delegato al Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministro della salute. Anche qui è previsto che vi sia una Relazione annuale al Parlamento su questi dati. I dati ufficiali del resto sono già ora facilmente reperibili sui siti istituzionali. L’augurio è che ci sia anche un monitoraggio attento sul gioco illegale. Articolo 9-ter (Misure a tutela dei minori). La misura inserita in questo articolo introdotto dalla Camera dei deputati prevede che l’accesso ai giochi sia consentito ai minori solo dietro presentazione della tessera sanitaria per identificarne con certezza l’età. E sono previste delle appropriate sanzioni amministrative".

Nel corso del dibattito in aula emergeranno però altre posizioni, favorevoli e contrarie rispetto al tesi di base del governo. Anche se la discussione è destinata a lasciare inalterate le sorti del provvedimento, che verrà comunque approvato nella formulazione già nota fuoriuscita dalla Camera nei giorni scorsi.

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