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Divieto di pubblicità e gioco: quale futuro per l'industria?

11 luglio 2019 - 08:57

Quale sarà il futuro del gioco pubblico in virtù del divieto di pubblicità dovuto al decreto Dignità? Quali conseguenza su industria e altri peasi? La risposta all'iGBLive di Amsterdam.

Scritto da Ac
Divieto di pubblicità e gioco: quale futuro per l'industria?

Che ne sarà del gioco pubblico all'indomani dello switch off” delle pubblicità dovuto al divieto di pubblicità disposto dal decreto Dignità e previsto per il prossimo 14 luglio? E' la domanda che si pone l'intera industria da un anno a questa parte, in seguito all'entrata in vigore della celebre legge che, come noto, nel mettere al bando ogni forma di comunicazione del gioco con vincita in denaro, ha concesso un anno di transizione unicamente per i contratti pubblicitari già in essere tra le società di gioco e gli editori, agenzie, club sportivi e altri soggetti interessati. Ma non è neanche l'unica. Anzi. Gli interrogativi che si susseguono da un anno a questa parte sono molteplici e tutt'altro che banali, soprattutto perché difficile è trovare le giuste risposte. Anche in virtù della complessità della materia e delle troppe difficoltà interpretative che neppure le Linee Guida di Agcom sono riuscite a risolvere, ma soltanto a smorzare. Tra gli interrogati più rilevanti, che si pone l'intera industria del gaming, anche a livello globale (analisti compresi), c'è quello relativo alle conseguenze che questo autentico Diktat del governo italiano potrà avere sul mercato.

IL DIVIETO VISTO DALL'ESTERO - Oltre alle influenze che tale atteggiamento legislativo potrà avere sugli altri paesi e sui rispettivi governi. Tenendo conto delle criticità analoghe che l'industria del gioco sta vivendo in altri paesi, con i movimenti di protesta che esistono un po' dappertutto, seppure con meno influenza, a quanto pare, rispetto all'Italia. O quanto meno, nessun governo ha mai pensato a un divieto totale come quello italiano, optando semmai per regolamenti e restrizioni, ma mai per abolizioni tout court. Ma proprio per questo il caso italiano potrebbe compromettere anche altri equilibri, tenendo conto che proprio il nostro paese veniva preso a modello come esempio di ottime regolamentazione del gioco. Anche il Belgio, per esempio, ha adottato una linea dura, pur concentrandosi esclusivamente sulla pubblicità televisiva, ma chissà che non possa spingersi oltre guardando al nostro paese. Come pure potrebbero fare altre nazioni dove soffiano venti di protesta.
Le grane maggiori, tuttavia, sembrano essere quelle legate al mercato, quindi al business, con le difficoltà che questo divieto porta nelle aziende che operano in Italia. Con particolare riferimento, evidentemente, a quelle che operano nel segmento online, che fino ad oggi hanno potuto far conoscere i propri brand unicamente attraverso le campagne di marketing e comunicazione. E come faranno, dal 15 luglio in poi, a farsi notare dai giocatori? Peggio ancora: come faranno quelle società che hanno appena partecipato alla gara per le nuove concessioni di gioco online a farsi conoscere dai giocatori italiani, essendo delle new entry sul nostro mercato? Per uno squilibrio notevole in termini di opportunità e una possibile alterazione della concorrenza che potrebbe rappresentare un tema non banale e destinato a diventare di attualità nelle prossime settimane. 
 
LE DOMANDE DELL'INDUSTRIA - Tra gli interrogativi che l'industria si pone in maniera sempre più intensa in queste ore c'è anche quello relativo alle affiliazioni e al loro futuro, sempre in virtù del divieto di pubblicità. Sarà impossibile, d'ora in poi, poter condurre campagne di affiliazioni, non potendo invitare i giocatori a provare un sito di gioco? Oppure, al contrario, saranno proprio le affiliazioni a dominare il mercato, pur dovendo reinventare nuovi modelli di “cattura” dei clienti, non potendo più utilizzare gli strumenti tradizionali (che continueranno però ad essere usati in tutto il mondo)? Una serie di domane alle quali proverà a dare risposta il dibattito organizzato da GiocoNews.it all'interno dell'iGBLive di Amsterdam: la kermesse del gioco online che celebrerà la sua seconda edizione al centro espositivo Rai della capitale olandese, dal 16 al 19 luglio. Con il dibattito sul divieto di pubblicità che si svolgerà giovedì 18 luglio alle 14.
 
IL DIBATTITO DI IGB - A partecipare al dibattito saranno alcuni esperti e operatori attivi sul nostro mercato, sia fisico che online: Francesco Gaziano – Cmo di SKS365 e Country Manager Sks365 Italia, Barbara Beltrami, Country Manager Italy, Kindred Group, il legale Rodolfo La Rosa, partner of BakerMcKenzie, sotto la guida di Christian Tirabassi, Senior partner di Ficom Leisure che modererà i lavori. Un momento di analisi e approfondimento della nuova legge e delle possibilità che rimangono alle imprese del gioco per fare attività di marketing e comunicazione proprio all'indomani dello spegnimento dei riflettori sul settore da parte del Legislatore. Cercando di capire anche come si stanno organizzando le società di gioco per far fronte a questo divieto che propone una nuova sfida, tutt'altro che semplice da raccogliere.
Quello che è certo, tuttavia, è che il divieto di pubblicità apre un nuovo scenario per l'industria, che stravolge e rivoluziona completamente il modo di fare marketing delle aziende, mettendo al centro il contenuto e non più il prodotto. Il resto, lo scopriremo ad Amsterdam.

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