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Gioco illecito, finanziavano start up con i soldi riciclati da scommesse

31 luglio 2019 - 09:22

La Polizia di Palermo conduce l'operazione 'Game Over': una società ternana veniva finanziata con i soldi riciclati da gioco e scommesse illegali.

Scritto da Redazione
Gioco illecito, finanziavano start up con i soldi riciclati da scommesse

La Polizia di Stato di Palermo ha dato esecuzione al provvedimento di disposizione ad amministrazione giudiziaria per una start up di Terni sospettata di essere stata influenzata economicamente da soggetti contigui a cosa nostra.

La società ternana, fondata nel 2013 da un imprenditore di Partinico, è una startup innovativa che ha come attività principale quella di svolgere un servizio di supporto digitale e telematico alle imprese nell’ambito dei processi di ricerca e di selezione del personale.
 
La misura di prevenzione eseguita dai poliziotti della divisione Anticrimine, ufficio misure di prevenzione patrimoniali, si collega al decreto di sequestro emesso lo scorso gennaio dal tribunale di Palermo, sempre su proposta del Questore, nei confronti di un imprenditore 72enne ed avente ad oggetto numerosi beni di sua proprietà o comunque a lui riconducibili, per un valore complessivo di circa 6milioni di euro, tra i quali il 10 percento del capitale sociale della società, intestato al medesimo.
 
"La figura dell’imprenditore di Partinico del settore dei giochi e delle scommesse online - si legge nella nota della Polizia -, è emersa con un ruolo di primissimo piano nell’ambito delle indagini condotte dalla squadra Mobile di Palermo relative all’operazione di polizia denominata 'Game Over' che, a febbario 2018 ha portato all’arresto di 22 soggetti (e numerosi indagati), confermando l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività di Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale.
 
In tale contesto - spiega ancora la Polizia - le indagini hanno dimostrato come lo stesso, tramite un vero e proprio accordo contrattuale con Cosa Nostra palermitana sia riuscito, nell’arco di un breve tempo, a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive capaci di generare profitti quantificati nell'ordine di oltre un milione di euro mensili".
 
"Dallo sviluppo - continua la nota - di ulteriori indagini patrimoniali condotte dagli agenti della divisione anticrimine - Ufficio misure di prevenzione patrimoniali, è emerso che l’imprenditore abbia reinvestito nella società ternana i proventi delle attività illecite realizzate nel settore del gioco e delle scommesse.
 
In particolare, esaminando la documentazione bancaria è emerso come l’apporto di denaro dell’imprenditore sia stato assolutamente determinante per l’avvio della società stessa; infatti, è stato accertato come lo stesso abbia versato nelle casse della società tra il 2015 ed il 2016, a titolo di sovrapprezzo sottoscrizione quota parte capitale sociale”, ingenti capitali per oltre 300mila euro, denaro evidentemente frutto dell’attività delittuosa di riciclaggio e concorso esterno in associazione mafiosa dal medesimo realizzata.
 
È apparso, quindi, evidente come tale circostanza, anche in considerazione del ben più modesto valore nominale delle quote possedute dell’imprenditore nella società (pari al 10 percento del capitale sociale), non può essere altrimenti giustificata, in termini economici, se non con l’ipotesi della realizzazione di un’operazione meramente finalizzata al reimpiego di capitali di provenienza illecita".
 
"A condurre ulteriormente gli investigatori su questa pista - afferma ancora la Polizia - sono stati anche alcuni articoli di stampa, risalenti agli anni 2015 e 2016, temporalmente coincidenti con l’ingresso nella società dello stesso, nei quali il titolare della società, parlando della innovativa start-up faceva riferimento ad un nuovo socio della società definendolo come un imprenditore che ha fatto fortuna nel business del gaming e dei giochi online, che conosce sin da quando era ragazzo, essendo cresciuti nello stesso paese (Partinico)".
 
"Sulla base di tali presupposti - si legge ancora - il Tribunale di Palermo, sezione Misure di Prevenzione, ritenendo sussistente il rischio di ulteriori e perduranti infiltrazioni criminali nella società derivante dal libero esercizio dell’attività imprenditoriale, ha emesso l’odierna misura con la quale ha, di fatto, sollevato dall’amministrazione i rappresentanti della citata società per il periodo massimo previsto dalla normativa, pari ad un anno.
 
In pratica, l’azienda dovrà temporaneamente cedere la gestione all’amministratore giudiziario nominato dalla Autorità Giudiziaria la quale, al termine del periodo, valuterà la sussistenza dei presupposti per restituire o meno la gestione bonificata dai rischi riscontrati, ovvero procedere a conseguente sequestro ai fini della confisca.
 
Si tratta, in definitiva, - come spiega la Polizia - di una misura di prevenzione antimafia che colpisce le aziende che pur non potendosi considerare mafiose risultano aver subito un’influenza da parte di soggetti contigui a Cosa Nostra, che è valsa a rafforzarne la presenza economica sul territorio".
 
"La sospensione temporanea dell’amministrazione - precisa la Polizia - mira, in quest’ottica, a verificare l’idoneità del sistema immunitario dell’azienda interessata dall’applicazione del provvedimento a respingere i tentativi di influenza operati dalla criminalità organizzata.
 
Tuttavia, se nel periodo di amministrazione giudiziaria verrà accertato che l’attività economica non è semplicemente influenzata da interessi mafiosi ma si ha motivo di ritenere che l’impresa sia il frutto di attività illecite o ne costituisca il reimpiego, potrebbero ravvisarsi eventualmente i presupposti per la confisca dell’impresa stessa.
 
Con il medesimo provvedimento è stato inoltre disposto il sequestro, ai sensi dell’art. 20 del decreto legislativo 6 settembre 2011 nr. 159, della somma di denaro pari a oltre 300mila euro versata alla società ternana dall’imprenditore come sovrapprezzo della quota del capitale sociale in quanto da ritenersi reimpiego delle sue attività illecite reinvestire i proventi delle attività illecite realizzate nel settore del gioco e scommesse".

 

 

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