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Governo Conte 2, i sindacati: 'Gioco, ora regole certe che durino nel tempo'

16 settembre 2019 - 09:52

La 'ristrutturazione' del settore del gioco è al centro delle richieste dei sindacati al nuovo Governo Conte. Sullo sfondo le vertenze locali in Emilia e Piemonte.

Scritto da Fm
Governo Conte 2, i sindacati: 'Gioco, ora regole certe che durino nel tempo'

Il nuovo Governo porta con sé anche la necessità di affrontare questioni rimaste a lungo irrisolte, come il riordino del comparto del gioco legale, sotto vari punti di vista.

Dalla riforma nazionale, oggetto dell'accordo in Conferenza unificata del 2017 che ora molti chiedono di recuperare, alle vertenze “locali” a seguito delle crisi occupazionali generate dall'entrata in vigore delle leggi regionali, alla riorganizzazione dei Monopoli di Stato.

Questioni per cui chiedono risposta in primis i sindacati del settore, intervistati da Gioconews.it.

 

PASTORINO: "GARANTIRE GLI INVESTIMENTI" - “La posizione del settore è nota da tempo. C’è un’assoluta necessità di arrivare ad una ristrutturazione del comparto giochi da cui scaturiscano regole certe che durino nel tempo. Indipendentemente dalle dimensioni delle aziende che offrono gioco, ognuna di esse deve pianificare i propri investimenti, valutare costi e opportunità e consolidare il proprio business.
Non è davvero immaginabile che la presenza di migliaia di legislatori, a partire dal Governo fino ad arrivare al singolo sindaco, possano modificare continuamente le regole del settore impedendo di fare qualsiasi previsione sul futuro delle nostre aziende.
In queste condizioni, nessun settore commerciale e produttivo è in grado di operare”, evidenzia Giorgio Pastorino, presidente nazionale del Sindacato totoricevitori sportivi, che dice anche la sua sull'accordo in Conferenza unificata del 2017. “Con tutta la buona volontà, il mio giudizio su quell’accordo era e rimane molto negativo. Nonostante il tentativo di armonizzare le tante norme presenti sul territorio, mi pare che la Conferenza unificata abbia di fatto cancellato la riserva dello Stato sul settore, concedendo pieni poteri ai territori.
In tali condizioni, tra distanziometri e orari restrittivi, diventa complicato avviare nuovi bandi di gara o rinnovare le concessioni in scadenza, con conseguenti danni economici sia per lo Stato che per le imprese.
Senza un’inversione di tendenza, le prospettive rimangono negative”.
Pastorino poi si concentra sulla manifestazione dei lavoratori del gioco dell'Emilia Romagna in programma il 17 settembre a Bologna, a cui Sts dà il proprio sostegno. “Abbiamo deciso di aderire a difesa delle nostre imprese e dei tanti lavoratori dipendenti che rischiano di rimanere a casa.
La piazza non è mai una scelta facile e andrebbe utilizzata solo quando l’interlocuzione con il legislatore ha fallito. In Emilia siamo però di fronte all’entrata in vigore di una legge che cancella le Awp e i corner sportivi con il rischio di infliggere un colpo mortale al cuore delle tante imprese che operano sul territorio. Il tutto senza aver mai compreso quali siano gli effetti benefici di tali scelte in termini di tutela della salute, difesa dell’occupazione, rafforzamento della legalità”.
Nei mesi scorsi i componenti del Sindacato totoricevitori sportivi hanno avuto diversi incontri con rappresentanti politici della Regione. “A loro abbiamo portato, come sempre, sia le istanze della categoria che progetti seri e realizzabili, al fine di tutelare tutti gli interessi coinvolti”, rimarca Pastorino. “Il precedente Governo aveva promesso un riordino generale del comparto, mentre il nuovo ha riportato al Mef l’onorevole Baretta. In entrambi i casi, sarebbe più logico per la Regione attendere di capire se il Governo abbia in cantiere proposte per ritrovare l’equilibrio perduto. La sospensione dell’applicazione della legge regionale metterebbe in sicurezza le imprese e i lavoratori, consentendo al Governo di fare nuove proposte”.
Un altro fronte “caldo” è il Piemonte, dove il sindacato spera nella Giunta Cirio per riprendere il confronto sulla normativa vigente. “Siamo in attesa di incontrare l’assessore competente a cui formulare le nostre proposte. Purtroppo in Piemonte i danni sono già stati fatti, visto che a differenza di altri territori, la Regione ha qui deciso di applicare la legge regionale.
Non sarà facile ricostruire ciò che è stato distrutto da oltre un anno, né trovare soluzioni normative che pongano rimedio al problema. Forse una legge tutta nuova fornirebbe l’occasione di ripartire con un modello più sostenibile e durevole nel tempo, ma dal punto di vista squisitamente politico la strada si presenta complicata”.
 
 
CEFALO: “RIDARE CENTRALITA ALL'ADM NEL SISTEMA-PAESE” - Roberto Cefalo, segretario nazionale della Flp - Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche, invece si concentra sulla riorganizzazione dei Monopoli. “In questi mesi è stata data attuazione a quanto previsto dalle norme in tema di integrazione operativa tra Dogane e Monopoli; ma la decorrenza per la parte relativa agli Uffici territoriali dell’Agenzia è in progress e si dovrebbe concretizzare entro la fine dell’anno. Le disposizioni emanate però sono ancora eccessivamente generiche e di fatto ancora lontana appare la reale integrazione operativa dei due mondi. È di tutta evidenza che una vera riforma, pur tenendo conto delle esigenze di razionalizzazione operativa e di economie di scala non può prescindere dalle carenze di organico complessive dell’Agenzia e dalla necessità di nuove assunzioni, anche nel settore dei giochi, allo scopo di incrementare le professionalità disponibili. A tutt’oggi manca una visione complessiva e la riorganizzazione non può essere una mera sommatoria di lavoratori all’interno dello stesso Ufficio che operano ancora su processi e programmi totalmente diversificati”.
Cefalo quindi chiarisce che la nuova riorganizzazione è attuata “solo a metà (Uffici centrali e Direzioni regionali) e non è stato ancora individuato un modello organizzativo a regime sui livelli operativi e territoriali. Inoltre permane la distinzione su molti istituti contrattuali previgenti che non sono ancora applicati all’area Monopoli, pur in presenza di un’unica Agenzia. Questa è una indubbia criticità, tra l’altro difficilmente superabile per le continue restrizioni che incidono sui fondi destinati a remunerare le diverse professionalità e a riconoscerne di nuove. Abbiamo individuato un nuovo sistema di posizioni organizzative e di responsabilità che ha permesso di accompagnare questa prima fase della riforma voluta dal direttore dell’Agenzia Mineo, ma bisognerà ridefinire a breve un assetto organico che tenga conto anche dell’assegnazione delle nuove figure previste per legge (Poer posizioni organizzative di elevata responsabilità) la cui articolazione non appare sempre  congrua e coerente con i modelli organizzativi”.
L'auspicio è che il nuovo Governo porti un salto di qualità e che “finalmente possa aver corso una riforma ambiziosa come quella legata all’integrazione dei mondi Dogane, Monopoli e Giochi. Per fare questo è necessario invertire la tendenza che ha visto negli anni sempre meno investimenti da parte dei Governi sull’Agenzia, ridare centralità all’Adm nel sistema Paese e nelle sue missioni storiche: garantire il regolare traffico delle merci, contrastare le forme di evasione e contrabbando, garantire legalità, trasparenza  ed efficienza al settore dei giochi.
In tale ambito incalzeremo nei prossimi giorni il nuovo Governo rispetto alle questioni poste, chiedendo una  svolta nel settore della fiscalità che si attui mediante investimenti in termine di modernizzazione, semplificazione, rilancio degli organici, fondi per la produttività. Andranno inoltre ridisegnati i processi lavorativi in funzione degli interessi delle aspettative e degli utenti, i profili professionali, le dinamiche retributive correlate agli istituti tipici del lavoro svolto dall’Agenzia. Intendiamo in buona sostanza aprire un confronto a tutto campo, che veda coinvolti anche gli operatori del settore e tutta l’utenza per la costruzione di una proposta condivisa e finalmente veramente riformatrice”.
 

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