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Via ai lavori sulla Manovra: nuove tasse sui giochi e anticipo delle gare

30 settembre 2019 - 08:04

Il Governo deve recuperare oltre 31 miliardi di euro e chiede proventi anche ai giochi, ipotizzando l'anticipo delle gare per il rinnovo delle concessioni di slot e vlt.

Scritto da Ac
Via ai lavori sulla Manovra: nuove tasse sui giochi e anticipo delle gare

Dopo i primi rumors relativi ai possibili aumenti del Prelievo erariale unico applicato agli apparecchi da intrattenimento che, pur rappresentando una mera ipotesi preventiva (come descritto su queste pagine), hanno subito scatenato il panico tra gli addetti ai lavori del comparto, da oggi si entra nel vivo dei lavori relativi alla Manovra di bilancio per il 2020, in una settimana che potrebbe già essere decisiva. Al ministero dell’Economia sono già in corso le prime riunioni tecniche (in linea diretta con Bruxelles) che proseguiranno fino al consiglio dei ministri che domani (martedì 1 ottobre) che si svolgerà nel tardo pomeriggio, dove verrà esaminata la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def). Nonostante i vari tentativi di individuare nuoie forme di introiti per lo Stato, le variabili sembrano essere orma davvero poche. Anche se gli obiettivi politici sono chiari: sterilizzare l'aumento dell'Iva, anche approfittando della flessibilità concessa dall'Europa, ma senza esagerare,  evitando in via preventiva ogni minima possibilità di rischio di scontro con la Unione europea. Che sarebbe senz'altro deleterio. Per farlo, però, il governo italiano dovrà fornire adeguate garanzie.

In primis, quelle di una crescita: o, almeno, il raggiungimento di un rapporto tra debito e Pil che ricominci a scendere già nel 2020, dopo un 2019 che si chiuderà con un aumento, e per il secondo anno consecutivo. La seconda garanzia è quella di un deficit nominale che non può superare il 2,2 percento per attuare quella “flessibilità nelle regole” rilanciata anche dal commissario agli Affari economici, nonché ex premier, Paolo Gentiloni. Dopo che il ministro all'Economia, Roberto Gualtieri, aveva già anticipato che si dovrà attestare tra il 2 e il 2,4 percento. 
 
MANOVRA DA 31-33 MILIARDI – Dall'incrocio di questi due fattori emerge un quadro piuttosto ristretto che incide sulle possibilità di manovra del Nadef (la nota aggiuntiva del documento di economia e finanza). Con la complessa e delicata ricerca delle risorse che si giocherà fra decreto fiscale, decreto verde e legge di bilancio, necessarie a gestire conti schiacciati dai super-aumenti Iva da 23,1 miliardi (28,8 per il 2021) lasciati in eredità dal Conte-1. In una manovra che dovrebbe pesare per 31-33 miliardi di euro e che il governo vuole caratterizzare soprattutto attraverso un'azione concreta rivolta al contrasto dell'evasione fiscale. Ma come sempre avviene, almeno negli ultimi dieci anni, ad essere chiamati in causa saranno anche i giochi.
 
LE MISURE SUL GIOCO - Come tradizione vuole, dunque, a completare il pacchetto di ogni legge di bilancio ci sarà anche stavolta uno spazio dedicato all’azione di contrasto al gioco illegale, sempre in ottica di intervento contro l’evasione fiscale, sia sul fronte delle imposte di gioco sia su quello delle imposte dirette e indirette. Per raggiungere l'obiettivo preliminare per ora fissato tra i 300 e i 500 milioni di euro, secondo quanto apprende GiocoNews.it da fonti istituzionali. 
Con un mercato del gioco illegale stimato oggi attorno ai 20 miliardi di euro, rispetto ai 110 miliardi di euro fatturati dal settore lecito ogni anno (di cui circa 90 sono restituiti in vincite), e comunque superiore rispetto ai circa 11 miliardi incassati in maniera diretta dall'Erario.
Archiviato per un attimo il possibile ulteriore intervento sul prelievo erariale degli apparecchi – dove non sembrano più esserci margini di azione fiscale, tenendo conto dell'ormai precario equilibrio della filiera – il governo avrebbe allo studio un mix di misure che vanno dalle gare per le nuove concessioni delle slot in scadenza a marzo del 2022, alla proroga onerosa delle gare per le concessioni del bingo e delle scommesse. Per gli apparecchi, si ipotizza un anticipo delle procedure di gara (come già avvenuto per altri giochi e come già anticipato, nei mesi scorsi, su queste pagine) visto che, nonostante la scadenza del 2020, l’avvio della procedura e la scrittura delle regole per il nuovo bando di gara dovrà comunque essere effettuato nella prossima manovra per il 2020. Una volta definite in manovra le regole, l'amministrazione potrà essere in grado di bandire la nuova gara già a fine 2021, assegnare le nuove concessioni e incassare almeno una parte delle somme attese. Con i concessionari aggiudicatari che saranno poi chiamati a saldare il conto con l’avvio vero e proprio delle nuove concessioni a partire dal 2022. 
Oltre al rinnovo delle concessioni, tuttavia, il quadro d'azione del nuovo governo sui giochi si dovrebbe completare con una nuova azione mirata di contrasto all’evasione, che consisterebbe nell’introduzione dell’obbligo di iscrizione per tutti gli operatori del gioco, nessuno escluso, al registro unico.
Un nuovo vincolo per poter operare sul mercato del gioco, che già oggi è richiesto a chi opera nella filiera delle slot e delle Vlt – attraverso il cosiddetto Registro Ries, gestito dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – che potrebbe essere esteso all'intero comparto. Quindi anche a chi opera nelle scommesse, ai tabaccai e alle piattaforme digitali che offrono gioco online. Nuove misure anche per l'azione di contrasto ai cosiddetti “totem” cioè i terminali per il gioco online, non ammessi nei pubblici esercizi italiani.
 
ATTESA PER LA DELEGA AI GIOCHI - Nel frattempo, in via XX Settembre non si è ancora discusso della delega al comparto del gioco pubblico. L'attenzione, in questa momento, è tutta focalizzata sulla manovra e non sembrano esserci spazi per altre discussioni. O, almeno, così fino alla scorsa settimana, con lo scenario che potrebbe cambiare già nei prossimi giorni, anche alla luce dei cambiamenti che potrebbero scaturire nel settore dalle misure allo studio nella prossima manovra, che necessiteranno di un regista politico per la loro attuazione. Ma proprio per questo le nomine potrebbero slittare di qualche settimana. Secondo le indiscrezioni che trapelano dal Mef, non sarebbe ancora stato sciolto (né tanto meno affrontato) il nodo politico relativo alla scelta di campo: ovvero, se la delega dovrà essere assegnata a un sottosegretario del Pd oppure del Movimento 5 Stelle. Ferma restando l'opzione "terza" rappresentata dall'altro sottosegretario Guerra, rappresentante al governo di Liberi e Uguali.

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