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Città di Castello, Castello cambia: 'Attuare legge dell'Umbria sul gioco'

14 gennaio 2020 - 07:35

I consiglieri di Castello Cambia chiedono al consiglio comunale di Città di Castello (Pg) di attuare misure previste dalla legge sul gioco dell'Umbria.

Scritto da Redazione
Città di Castello, Castello cambia: 'Attuare legge dell'Umbria sul gioco'

"Contro il fenomeno della ludopatia, l’Amministrazione chieda alla Asl il potenziamento dei servizi per il trattamento delle dipendenze da gioco d’azzardo, istituendo un Centro multidisciplinare e integrato come quello attivo a Foligno, introduca uno sgravio dell’imposta comunale Tasi per chi disinstalla o non incrementa le postazioni di gioco d’azzardo, si doti di un regolamento per il contrasto del gioco d’azzardo".

 

Queste le proposte che verranno avanzate al consiglio comunale di Città di Castello (Pg) dai consiglieri di Castello Cambia, Vincenzo Bucci ed Emanuela Arcaleni, attraverso una mozione che trae spunto da alcuni dati diramati dallo Spi Cgil Umbria sulla diffusione del gioco nel territorio.

 

Secondo tali dati“il Comune di Città di Castello è secondo nella classifica assoluta e primo dei grandi Comuni sia per presenza di slot sia per spesa pro capite nel gioco; nel Comune a fronte di un reddito medio procapite di 17.677 euro, sono oltre 50 i milioni bruciati annualmente nel gioco (circa 1.264 euro procapite) e ben 463 gli apparecchi, numero relativamente alto per la media nazionale. Gli umbri dipendenti da gioco d’azzardo presi in carico dai servizi attivati nelle Usl nel 2015 sono stati 357. Gli utenti maggiormente coinvolti nei percorsi di recupero hanno tra i 45 e i 54 anni e sono soprattutto uomini (81 percento).
Negli ultimi anni, c’è stato un ricorso crescente ai servizi infatti, dal 2013 al 2015 l’utenza è quasi raddoppiata (+89 percento), passando da 199 a 357 unità”.
 
 
“La legge regionale sul contrasto al gioco d’azzardo patologico prevede la riduzione dell’aliquota Irap solo agli esercizi che disinstallino le slot e definisce la distanza minima di 500 metri dei luoghi sensibili dalle sale da gioco”, scrivono Bucci ed Arcaleni, “oltre a molte attività mirate al contenimento del fenomeno e alla regolamentazione dell’attività dei locali con apparecchi per il gioco lecito, come ad esempio la definizione della distanza dei locali da luoghi sensibili come scuole, spazi di aggregazione giovanile e strutture sanitarie residenziali”.
Il comune tifernate che cosa vuole fare? - chiede Castello Cambia - in particolare rispetto a un modello d’intervento omogeneo a partire dal sistema dei servizi socio-sanitari. I dati della diffusione, nonché della pubblicizzazione, del marchio 'No Slot' per gli esercizi ricadenti nel Comune di Città di Castello e la realizzazione dei corsi di formazione obbligatori per i gestori e il personale che opera nelle sale da gioco; i dati degli gli sgravi fiscali a favore dei locali eticamente corretti, così come previsto dalla normativa regionale; i dati degli accessi dei tifernati al numero verde regionale per il gioco d’azzardo patologico”.
 

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