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Vincono Bonaccini e Santelli, quale futuro per il gioco in Emilia e Calabria?

27 gennaio 2020 - 09:00

Le elezioni in Emilia Romagna e Calabria segnano la sconfitta delle posizioni (M5S) più radicali contro il gioco ed inaugurano una nuova fase di confronto per il settore.

Scritto da Fm
Vincono Bonaccini e Santelli, quale futuro per il gioco in Emilia e Calabria?

È un risultato "bifronte" quello che emerge dalla lettura dei risultati della tornata elettorale in Emilia Romagna e Calabria.

Nel primo caso l'affermazione del governatore uscente del Partito democratico, Stefano Bonaccini, che ha prevalso con il 51 percento sulla candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni (ferma al 43,7 percento).

Nel secondo la vittoria di Jole Santelli, che ha raggiunto il 55,3 percento, con il sostegno di una coalizione composta da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, distanziando lo sfidante Pippo Callipo (centrosinistra) di oltre 25 punti.

Ma c'è un unico comune demoninatore: il crollo verticale del Movimento 5 stelle, che in Emilia Romagna ha visto Simone Benini ottenere il 3,5 percento, e in Calabria ha registrato il 7,3 percento dei voti per Francesco Aiello.

Interessanti anche i dati dell''affluenza alle urne: in Emilia Romagna è stata del 67,67 percento, 30 punti in più rispetto al 37,76% del 2014; in Calabria si è raggiunto il 44,32 percento, poco più del 44,16 percento della precedente consultazione di riferimento.
 
Ma cosa vogliono dire questi numeri per il settore del gioco?
 
IL CROLLO DEI CINQUE STELLE - Guardando all'Emilia Romagna sembra piuttosto evidente.
È stata indubbiamente bocciata la linea dei 5 stelle, che hanno puntato parte della propria campagna elettorale, fra presidi no slot e dichiarazioni ad effetto, proprio sulla volontà di ridimensionare il gioco pubblico e di non cedere assolutamente alle richieste di modificare o prorogare la legge regionale vigente portate avanti a gran voce dagli operatori del settore.
Ma i pentastellati, anche se ancora all'opposizione, si sono detti già decisi a continuare la propria battaglia. Ribadendo tale concetto in una delle prime dichiarazioni post sconfitta: "Grazie a tutti e ora le #sentinelleutili (così si sono autodefiniti, con tanto di tag, Ndr) sotto con i temi: autobus gratuiti, 4.5 milioni di alberi, riapertura punti nascite, legge acqua pubblica, riconversione ecologica, nessuna deroga alla legge azzardo".
 
LA CONFERMA DI BONACCINI - Non ha parlato di gioco il vincitore di queste elezioni, Stefano Bonaccini: "Noi abbiamo cercato di parlare di argomenti che dovevano interessare, altri hanno scelto un campo completamente diverso, addirittura spettacolarizzando e cercando show, laddove gli emiliano romagnoli mi hanno detto che non è che gradiscano che viene qualcuno di persona a suonare il campanello.
Abbiamo vinto e l’abbiamo fatto sul terreno che più ci è congeniale, quello delle proposte di governo, ma immaginando una Emilia Romagna che non si fermasse solo ai risultati degli anni scorsi, ma che si guardasse anche i suoi difetti e provasse a costruire le condizioni di una prospettiva che la potesse migliorare", ha detto.
Anche nel gioco? La vittoria di Bonaccini rischia di mettere la definitiva pietra tombale sulla possibile modifica della normativa sul tema.
In campagna elettorale il neo-presidente aveva manifestato la volontà di "riflettere" in tal senso, poi rafforzata da una possibile firma su una delibera di giunta in materia, ventilata nelle ultime ore del 2019, poco prima della scadenza del termine del 31 dicembre, che ha segnato l'entrata in vigore del distanziometro regionale anche per i corner di scommesse, e poi sfumata. Ma ora?
Non dimentichiamoci che in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, Bonaccini è stato anche uno dei principali artefici dell'intesa sul riordino dei giochi raggiunta in Conferenza unificata nel settembre 2017.
 
 
LA PRIMA VOLTA DI SANTELLI - Passando alla Calabria, forse c'è qualche "speranza" in più per il settore, vista "l'aria di modifica" delle leggi sul gioco, o comunque di "migliorie" a tutela dell'occupazione, che spira in alcune delle regioni governate dal centrodestra, dal Piemonte alla Basilicata. Senza dimenticare la proroga a data da destinarsi della piena applicazione della normativa decisa in Liguria dalla giunta forzista guidata da Giovanni Toti, nel maggio 2018.
"Cominciamo a lavorare partendo dai mille problemi ma anche dalle mille opportunità che la Calabria offre. Lavoreremo tutti insieme per raccontare una regione diversa, è questo il primo obiettivo”, ha dichiarato la neo-governatrice della Calabria, Jole Santelli.
È da capire se fra tali priorità potrebbe figurare anche la modifica della legge sul gioco, chiesta dagli operatori attraverso un confronto avviato qualche mese fa fra i rappresentanti dell'associazione Sapar e il consigliere Arturo Bova, allora presidente della commissione contro la 'Ndrangheta e principale artefice della normativa vigente attraverso un articolo ad hoc inserito nel testo sulla legalità (la legge "Interventi regionali per la prevenzione ed il contrasto della criminalità organizzata e per la promozione di una cultura della legalità e dell'economia responsabile"), prevedendo per i Comuni la facoltà di limitare l'apertura delle sale da gioco e scommesse e di tutti i locali pubblici con offerta di gioco per otto ore giornaliere, e non oltre le ore 22, un distanziometro di 300 metri per i Comuni con popolazione fino ai 5mila abitanti e di 500 per quelli con popolazione superiore e un piano integrato per il contrasto e la prevenzione del Gap.
Una legge poco attuata dai Comuni, stando ai rilievi dello stesso Bova.
Resta ora da capire se Santelli lavorerà per dare impulso alla piena attuazione di distanziometro e limiti orari o se "aprirà" alle istanze del settore, che, sicuramente, non tarderanno ad essere rinnovate.
 

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