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Fase 2 e giochi: su slot si attende il governo, decisione nel prossimo decreto

14 maggio 2020 - 08:46

Bisognerà attendere il prossimo Dpcm (o, stavolta, potrà trattarsi di un decreto legge), atteso per il week end, per sapere quando verranno riaccese le slot nei locali.

Scritto da Ac
Fase 2 e giochi: su slot si attende il governo, decisione nel prossimo decreto

Nulla è ancora deciso, per quanto riguarda la ripartenza dei giochi. E nulla, pertanto, è ancora perduto, per gli addetti ai lavori del comparto, che attendono da tempo di ripartire. O, almeno, di avere indicazioni certe su quando e come potranno riaprire i locali da gioco e, quindi, riattivare i propri servizi a terra. Che si tratti di slot, scommesse, bingo e quant'altro. Per il comparto, ancora in preda alla più totale incertezza riguardo all'avvio della cosiddetta “fase 2”, bisognerà tuttavia aspettare ancora qualche giorno, con la possibilità che – come già successo per altre attività economiche – le indicazioni definitive arriveranno soltanto all'ultimo momento. A stabilire se le attività di gioco potranno ripartire già da lunedì 18 maggio, infatti, sarà il prossimo decreto (e, stavolta, dovrebbe trattarsi di un Dl e non dell'ennesimo Dpcm), atteso tra domani – venerdì 15 maggio – e sabato. Nel provvedimento, con il quale il governo darà il formale via libera alla ripartenza di molte attività su scala regionale, come già anticipato a margine del recente vertice con gli enti locali, ci saranno quindi indicazioni anche per quanto riguarda il gioco. Che potranno essere dirette o indirette. Al momento, secondo quanto apprendere GiocoNews.it da fonti istituzionali, non è ancora deciso. Ma il nodo verrà sciolto a breve, e forse già nelle prossime ore.

LA DOPPIA PARTITA SUI GIOCHI - La partita relativa ai giochi è duplice: da un lato bisogna infatti stabilire se nei pubblici esercizi che potranno riaprire già da lunedì 18, in molte regioni, le slot potranno essere riaccese (seguendo tutte le misure di sicurezza che verranno eventualmente indicate dai tecnici governativi e dall'Inail), come pure i terminali di accettazione scommesse nei cosiddetti “corner” di scommesse che si trovano in alcuni bar. Dall'altro, invece, bisogna stabilire se e quali locali di gioco potranno tornare ad alzare la saracinesca oltre ai bar e ai ristoranti, per capire se tra i pubblici esercizi che potranno ripartire già dal 18 si potranno includere anche sale slot, vlt, sale bingo e agenzie di scommesse. Oppure se questi locali specializzati dovranno attendere la cosiddetta “fase 3”. Sul primo punto, cioè quello relativo ai bar, sarà il governo a decidere: anche semplicemente indicando, nel prossimo decreto, se in questi locali bisognerà evitare ogni forma di stazionamento, e non solo di assembramento, come per esempio previsto nel caso dei tabacchi durante la “fase uno”. Bisogna infatti considerare che, se oggi non si possono utilizzare gli apparecchi da intrattenimento nei tabacchi, non è a causa di una iniziativa dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, bensì a causa delle norme previste dai precedenti Dpcm, dai quali derivano i conseguenti provvedimenti di AdM. Dunque, se le slot sono rimaste spente, fino ad oggi, è proprio per via della prescrizione governativa di evitare gli stazionamenti nei locali. Quindi, anche se il governo non dovesse esprimersi direttamente sui giochi, come è lecito attendersi, la possibilità di accendere o meno le slot verrà ricavata di conseguenza dall'Agenzia e sarà legata alla eventuale presenza di clausole relative allo stazionamento o di altre eventuali misure. Per questo, non potrà essere noto agli addetti ai lavori prima del prossimo fine settimana, cioè soltanto in seguito all'emanazione del decreto sulle riaperture.
Per quanto riguarda, invece, la riapertura dei locali di gioco specializzati (agenzia di scommesse, sale vlt e bingo), anche qui la parola spetta al governo: e anche in questo caso, nel momento in cui scriviamo, non è ancora nota la lista definitiva delle attività che potranno ripartire già dalla prossima settimana. Anche se per i locali di intrattenimento ci sarebbe una volontà dei tecnici di aspettare almeno giugno, per via della maggiore propensione agli assembramenti. In ogni caso, il decreto del governo potrebbe optare, come uno dei precedenti Dpcm, per la pubblicazione di un elenco di codici Ateco autorizzati alla riapertura e da quella lista si dovrebbe andare a ricavare la disciplina delle sale da gioco, se non espressamente rimandate a giugno. Anche se l'esecutivo, stavolta, potrebbe optare per una soluzione diversa, in virtù della semi-autonomia concordata con le regioni, dando la possibilità ai singoli territori di stabilire chi potrà riaprire: fermo restando che, anche in caso di un “liberi tutti” da parte del governo (che comunque non è affatto previsto, anzi), le singole regioni potrebbero comunque optare per far rimanere chiusi determinati locali. E tra questi, manco a dirlo, potrebbero esserci proprio i locali da gioco: soprattutto in quei territori in cui si ravvisa un'ostilità ormai esplicita nei confronti di questo settore, come confermano le varie leggi regionali restrittive. In questo senso, dunque, l'accordo raggiunto tra governo e regioni durante i giorni scorsi per le riaperture della fase due, è destinato a ri-acutizzare la famosa “Questione territoriale”, invece di ridurla, smarcarla o meglio ancora superarla, come ci si poteva augurare fino a qualche tempo fa.
 
LE DIFFERENZE TRA REGIONI - Già oggi, in attesa di conoscere la linea che intenderà seguire il governo, alcune regioni hanno già manifestato numerose perplessità sulla riapertura che potrebbero portarle a far rimanere chiuse molte attività anche dietro a esplicito consenso del governo. Per ragioni di sicurezza o di opportunità, viste le difficoltà di molti enti locali di organizzare o gestire i trasporti pubblici in sicurezza, che sembrano suggerire la linea della prudenza, prolungando il più possibile il lockdown. Anche se, ormai ovunque, comincia a diffondersi una preoccupazione sempre più forte in termini di crisi economica e di disoccupazione che non può certo passare inosservata agli amministratori locali. Ci sono infatti Regioni come l'Emilia Romagna e il Veneto che puntano a riaprire “tutto” già da lunedì (e vedremo più avanti se in quel tutto ci saranno anche i giochi): altre, come il Piemonte, che scelgono la cautela. A condizionare le scelte saranno le prime pagelle regionali, attese per oggi, giovedì 14 maggio, che fotograferanno, dopo il monitoraggio avviato dal ministero della Salute, la diffusione del virus e la capacità dei territori di mettere in campo le difese (dai tamponi ai posti letto) per arginarlo, individuando l'indice di rischio di ciascuna regione. Una linea più “aperta” sembra essere quella prevista dalla Lombardia che opta per un liberi tutti già da lunedì, ma con giudizio. Con la seconda ondata della Fase due in Lombardia che non dovrebbe discriminare tra categorie ma tra modalità. In sostanza, l’orientamento che oggi il presidente della Regione Attilio Fontana trasformerà in decisione non si sofferma tanto su “chi” potrà ripartire ma su “come” lo farà. E cioè via libera indistintamente a bar, ristoranti, negozi, parrucchieri, centri estetici, purché siano garantite le misure di sicurezza sanitaria. Un profilo che, in teoria, dovrebbe rivelarsi utile anche per il gioco: anche se nei confronti di queste attività il governatore lombardo ha già espresso un qualche pregiudizio nelle scorse settimane che potrebbe condizionare anche le scelte di questa nuova fase. 
In ogni caso, i limiti generali nella Penisola. dovrebbero essere rimossi dal 1° giugno, data in cui si potrà tornare anche a cambiare regione: sempre se non ci sarà un aumento dei contagi, che potrebbe far rivedere tutti i piani “ottimistici” delle ultime ore.
 

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