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Mef: 'Gioco oggetto di attenzione, si riapre quando pandemia consentirà'

16 marzo 2021 - 18:20

Il ministero dell'Economia e delle finanze assicura al senatore di Forza Italia Marco Perosino la massima attenzione sul settore del gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo
Mef: 'Gioco oggetto di attenzione, si riapre quando pandemia consentirà'

"Il Governo assicura" che "il settore del gioco, con i suoi 150mila occupati e le sue migliaia di aziende sarà, come tutto il resto del mondo produttivo, oggetto di forte attenzione e ne sarà consentita la riapertura, paritariamente a tutti gli altri settori produttivi, appena la diffusione dell'epidemia da Covid-19 lo consentirà".

Questa l'assicurazione che il ministero dell'Economia e delle Finanze, per voce del sottosegretario Maria Cecilia Guerra, ha dato al senatore di Forza Italia Marco Perosino, in risposta all'interrogazione con cui l'onorevole "dopo aver richiamato i drammatici effetti che la pandemia in corso ha prodotto con riferimento all'intero settore del gioco pubblico", ha fatto presente come, a suo avviso, "le scelte operate dal Governo non abbiano mostrato un atteggiamento coerente tutelando adeguatamente tale settore nel contesto del'lemergenza epidemiologia in atto" e chiedeva dunque di "conoscere quali iniziative si intendano adottare per garantire, quanto prima, la riapertura dei luoghi adibiti al gioco legale".

LE SCELTE DEL GOVERNO - Nella risposta a Perosino, il Mef ricorda che "fin dalle prime manifestazioni dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 che hanno portato alle prime zone rosse in alcuni comuni della Lombardia e del Veneto la scelta del Governo è stata quella di evitare il più possibile le occasioni di contagio, intervenendo con prontezza in particolare in quei luoghi ed esercizi nei quali, per loro caratteristiche o per le attività ospitanti, potesse esserci la presenza di più persone o la formazione di assembramenti".
Con l’inasprirsi dell’emergenza, "prima il Dpcm de11’8 marzo e poi i successivi hanno decretato la sospensione delle attività di tutti gli esercizi non necessari fra i quali, per ovvi motivi, sono sempre stati ricompresi tutti i luoghi di intrattenimento, risultando in tale categoria 'cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati...', cioè luoghi di grande socialità ove è prevista la presenza di un numero elevato di persone che ivi si trattengono per lungo tempo".

IL RUOLO DELL'ADM - Tali misure, sottolinea il Mef, "sono state semplicemente attuate, senza nulla aggiungere, da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con propri provvedimenti che hanno declinato tali direttive adattandole alle specifiche tipologie di gioco o di esercizi ad essi dedicati ed hanno, peraltro, resistito a ricorsi amministrativi proposti da diversi operatori del gioco, a riprova della legittimità delle scelte operate.
Scelte che sono state assolutamente lineari e consequenziali a11’evolversi dell’emergenza sanitaria".

LA RIAPERTURA DI GIUGNO - Infatti, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli riferisce che "quando le condizioni sanitarie lo hanno consentito, in accordo con le associazioni di categoria sono stati approvati i protocolli di sicurezza per la riapertura delle sale, delegando alle singole Regioni la scelta sulla data di riapertura, in ossequio alle richieste di differenziazione sul territorio delle riaperture (in funzione dell’andamento dei contagi) e di delega di tali scelte alle Amministrazioni Regionali.
Fin quando l’emergenza lo ha consentito, quindi, il gioco pubblico ha regolarmente funzionato e anche quando, nel mese di agosto, a seguito di un nuovo inasprimento della pandemia, si è deciso di intervenire sospendendo le attività di altri luoghi di intrattenimento (come, ad esempio, le discoteche), le attività di raccolta del gioco sono proseguite, a riprova di una forte attenzione per il settore ma, soprattutto, della ricerca della necessaria minimizzazione del danno alle imprese, per le quali si provvede alla chiusura solamente in caso di estrema necessità".

LA CHIUSURA DI OTTOBRE - Ma "detta situazione di necessità si è ripresentata con la stessa forza nello scorso mese di ottobre, determinando il Governo ad adottare le stesse misure, con riguardo alle sale giochi ma, più in generale, ai luoghi di divertimenti ed intrattenimento già utilizzate a partire dal mese di marzo 2020. Il Governo, anche per ovvie ragioni di entrate erariali legate al gioco pubblico, ha sempre tenuto in grande considerazione il settore che, però, con può in alcun modo travalicare il superiore interesse (costituzionalmente tutelato) alla salute pubblica.
Ne sono dimostrazione i diversi incontri avuti dalle associazioni di categoria con i rappresentanti del Governo e con la stessa Agenzia delle dogane e dei monopoli, volti ad individuare protocolli di sicurezza che consentano, appena la decelerazione dell’epidemia lo permetta, la pronta riapertura dell’intero comparto del gioco pubblico".

L'INTERVENTO CON I RISTORI - Il ministero richiama "l’inserimento dei Codici Ateco degli operatori del gioco pubblico fra quelli che hanno potuto e potranno beneficiare dei cd. Ristori, nonché le numerose norme di legge e determinazioni del Direttore de11’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che hanno previsto proroghe o rateazioni di impostre, riduzioni di obblighi e condizioni, sospensioni di oneri amministrativi, tutti nell'ottica di alleviare il forte peso derivante dalla sospensione delle attività".

LA REPLICA DI PEROSINO - Nel replicare, il senatore Perosino rileva "una certa discrasia temporale tra la presentazione dell’atto di sindacato ispettivo in oggetto e la risposta del Governo", della quale si dichiara comunque soddisfatto. "L’obiettivo dell’interrogazione era infatti quello di evidenziare la rilevanza del settore del gioco legale, la cui chiusura prolungata a causa della pandemia ha comportato un incremento del gioco illegale e del fenomeno della ludopatia, e del suo contributo all’occupazione e alle entrate erariali".

 

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