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Regione Friuli, Riccardi: 'Gioco, tutelare la salute e il lavoro'

11 maggio 2021 - 13:16

Uno studio dell'Università di Udine evidenzia la riduzione del gioco in Friuli Venezia Giulia, per il vice governatore Riccardi bisogna tutelare i posti di lavoro nel settore.

Scritto da Redazione
Regione Friuli, Riccardi: 'Gioco, tutelare la salute e il lavoro'

"Il regolamento della legge regionale sulla prevenzione, il trattamento e il contrasto della dipendenza da gioco d'azzardo, nonché delle problematiche e patologie correlate è pronto. Ma, essendo mutato completamente a causa della pandemia il contesto socioeconomico, credo sia necessario valutare con attenzione se proseguire il percorso intrapreso in passato. Su un tema che oggi pone sui piatti della bilancia la tutela di cittadini dal rischio della ludopatia e quello della tutela dei posti di lavoro e degli introiti di realtà pesantemente penalizzate a causa del Covid-19, ritengo sia necessario trovare una sintesi tra le posizioni di tutte le parti politiche, considerando che anche all'interno delle singole forze non ci sono pareri unanimi su tale tema".

A dichiararlo il vice governatore del Friuli Venezia Giulia con delega a Salute e Politiche sociali, Riccardo Riccardi, nel corso dall'audizione di oggi, 11 maggio, richiesta da Andrea Ussai (M5S) nella III commissione consiliare presieduta da Ivo Moras (Lega), con il direttore del dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell'università di Udine, Andrea Garlatti, sugli effetti dell'applicazione della legge regionale 26/2017 per il contrasto del gioco patologico e sue possibili evoluzioni. Dal lavoro emerge una forte contrazione della diffusione di tali apparecchiature dopo l'introduzione della normativa che ne regola l'installazione e introduce incentivi per gli esercizi che rinunciano a tale tipo di terminali.
 
Riccardi quindi evidenzia che "è necessario garantire il dovuto supporto alle persone colpite dalla ludopatia e adottare misure preventive adeguate, ma al contempo vanno tenute in considerazione le difficoltà economiche degli esercizi pubblici per i quali i terminali per il gioco legale rappresentano anche occasione di occupazione. Si tratta di una materia molto delicata, sulla quale è necessario trovare una sintesi".
 
UNIVERSITÀ UDINE: "GIOCO PIÙ DIFFUSO NEI CENTRI DI MONTAGNA" - Secondo quanto emerso dall'audizione, ogni anno in Friuli Venezia Giulia si puntano dai 630 ai 640 milioni di euro (42 miliardi a livello nazionale), mentre c'è una legge regionale modificata negli anni ma mai completamente applicata per mancanza del previsto regolamento, la n° 1 del 2014, contenente disposizioni per la prevenzione e il contrasto della dipendenza da gioco, aggiornata dalla n° 26 del 2017 che consente sino al 31 agosto 2021 ai gestori di slot machine (il 90 percento degli esercenti, 1.343 soggetti) di disinstallarle o spostarle oltre un raggio di 500 metri dai luoghi cosiddetti sensibili: scuole, aree di culto, impianti sportivi, residenze per categorie protette, ambienti di aggregazione giovanile compresi ludoteche e biblioteche, sportelli bancomat, stazioni ferroviarie. Dei circa 640 milioni, 32 vanno agli esercenti (circa il 5 percento), ovvero più o meno 23mila euro a singolo esercizio: tra i 15mila e i 18mila euro per quei bar, ristoranti, ricevitorie, edicole, tabaccherie che fanno delle macchinette un'attività secondaria rispetto al resto delle vendite, di più per coloro (agenzie scommesse, sale bingo, sale giochi) che le considerano un introito primario.
"Da luglio 2017 - ricorda Ussai - la Regione aveva 60 giorni per scrivere il regolamento con cui elargire il contributo per la riconversione delle sale ospitanti le slot machine, siamo nel 2021 e non lo abbiamo ancora visto. Nel 2018, è stata bocciata la nostra mozione con cui chiedevamo un accompagnamento a tale conversione. Oggi l'Università di Udine ci dice che quell'accompagnamento è indispensabile per tutelare i cittadini, ma anche salvaguardare i posti di lavoro coinvolti dal mondi delle scommesse e del gioco d'azzardo". "Il regolamento è pronto - puntualizza Riccardi - ma la situazione da chiusura forzata degli esercizi commerciali causata dalla pandemia ha cambiato le cose e ci porta a rivedere le nostre scelte. L'approccio al problema deve essere laico. I dati rimostrano che non riguarda in particolare le grandi città, bensì in proporzione molto di più i piccoli centri come quelli di montagna. Bene l'idea del presidente Moras di creare un tavolo tecnico ristretto, dove affrontare la questione e le soluzioni da prendere".
Dai dati raccolti dall'esame condotto da Andrea Garlatti con Silvia Iacuzzi, sempre dell'ateneo udinese, emerge in effetti che la maggiore concentrazione di slot per abitanti è a Resiutta: 12, collocate in 3 esercizi commerciali, per una percentuale rispetto al numero di abitanti (284) pari al 42,25 per mille. La percentuale a Palmanova, che conta 5.447 abitanti con 40 slot in 6 esercizi, è invece del 7,34 per mille; Monfalcone, che di abitanti ne ha 28,816, 279 slot in 53 esercizi, registra il 9,68 per mille; i 6.837 abitanti di Lignano Sabbiadoro possono contare su 69 slot in 13 esercizi, con un gradimento del 10,09 per mille. Oltre al fatto di essere aree poco abitate, emerge che si tratta di Comuni attraversati dalle principali arterie stradali della regione oppure sono località turistiche.
Un confronto degli ultimi 5 anni (2015-19) evidenzia che si registravano 8.294 macchinette in 2.140 esercizi, scese a 5.410 in 1.343 luoghi, ovvero -34,8 percento slot in -37,2 percento esercizi. Il calo è stato causato da due fattori: il doversi adeguare alle leggi regionali; l'aver chiuso l'attività per la crisi innescata dalla pandemia.
Da Uniud vengono proposte tre tipologie di intervento: il primo è fiscale, con l'abbattimento della Tari (la Lombardia interviene con un abbattimento fino al 50 percento; Comuni come Porcia sono intervenute autonomamente) non legata alla base imponibile reddituale; il secondo è culturale, con una spinta all'innovazione per riconfigurare le attività dell'azienda (ad esempio realizzare corsi orientati a stimolare l'innovazione del commercio; il terzo di affiancamento con dei consulenti che ti aiutano a sviluppare un'idea; utilizzare il crowdfunding); offerta di nuovi servizi, valorizzando la capillarità territoriale dei gestori e prevedendo un interfaccia con la pubblica amministrazione. "In merito al crowdfunding - entra nel dettaglio Garlatti - possiamo dire che è tra le soluzioni migliori perchè si tratta di far partire una start up innovativa con il supporto tecnico della Regione, dove il crowdfunding dà diritto al cittadino che ha investito una somma nella start up un credito di imposta, immediatamente fruibile, del 50 percento del capitale sottoscritto, basta mantenga le proprie quote per almeno 3 anni".
 
IL DIBATTITO - Dando il via al dibattito, Antonio Lippolis (Lega) afferma che si dovrebbero analizzare le conseguenze che ci sono state con la chiusura forzata delle sale giochi e verificare a cosa si sono rivolti i cittadini come alternativa, vedi il gioco on line piuttosto che ancor più il Gratta e Vinci; si dovrebbe rivedere la lista dei luoghi sensibili, dove compaiono ad esempio i cimiteri; nella legge regionale si dovrebbe sottolineare la notevole differenza tra gioco compulsivo, da cui devono essere difesi i più deboli, e gioco tecnico, ragionato.
"Quella sul gioco d'azzardo è una tassa sulla stupidità", esordisce Furio Honsell (Open Fvg), che rimarca la differenza tra giochi che sottendono anche una certa cultura da quelli più rozzi che innescano solo dipendenza. Per lui, si dovrebbe studiare come convincere gli esercenti a sostituire le slot con altri giochi che non hanno la stessa contropartita in termini di denaro, ma offrono medesimo appagamento e aiutare chi confida nelle entrate dalle macchinette proponendo nuove attività. Franco Mattiussi (FI) afferma di non essere contrario al gioco d'azzardo, ma poco favorevole che sia concesso all'interno dei bar senza una regolamentazione; l'azzardopatia forse è vero che non può essere eliminata, ma deve essere controllata, anche perché implica dei costi sociali; negli ultimi 10 anni c'è stato un rivolgersi alle macchinette, da parte degli esercenti, per aumentare gli introiti invece di puntare su una maggiore professionalizzazione.
Se anche il presidente Moras fa proprio questo pensiero, per Alfonso Singh (Lega) si deve trovare un compromesso tra chi resta aperto proprio grazie ai soldi di chi punta al gioco e chi crede di non avere altra "alternativa che giocare per portare a casa qualche soldo in più, ritrovandosi invece senza niente e cadendo nell'azzardopatia".
 
USSAI (M5S): "CAMBIO DI PASSO PER COMBATTERE IL GAP" - "Si è perso troppo tempo prima di affrontare temi importanti come il contrasto all'azzardo patologico e la riconversione delle sale ospitanti slot machine. Ci auguriamo di assistere a un cambio di passo da parte del Centrodestra per un'azione incisiva a favore della tutela della salute dei cittadini e dei posti di lavoro, attraverso un accompagnamento delle attività economiche che dovranno disinstallare gli apparecchi". Lo afferma Andrea Ussai, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, dopo l'audizione. "L'assessore alla Salute, Riccardi, ha annunciato come il regolamento per incentivare la disinstallazione delle slot machine dai locali sia pronto. Meglio tardi che mai - osserva Ussai -, considerato che per legge questo regolamento sarebbe dovuto essere approvato a settembre 2017. A marzo dell'anno scorso è stato approvato un nostro ordine del giorno che sollecitava la Giunta ad adottare nei tempi più rapidi possibili il regolamento, ora speriamo che le tempistiche siano brevi.
Lo studio dell'Università di Udine, presentato oggi ma che avrebbe dovuto essere messo a disposizione di tutti i consiglieri regionali alla fine del 2018, ci dà ragione su due fronti. Da una parte, infatti, il calo e l'allontanamento dai luoghi sensibili delle slot presenti in regione tra il 2017 e il 2018 dimostra che la norma da noi proposta e approvata proprio nel 2017 ha funzionato; dall'altra, la relazione dell'ateneo punta l'attenzione sull'accompagnamento dei gestori all'applicazione della legge, che era quello che chiedevamo con una mozione a ottobre 2018, poi ritirata davanti alla reticenza del Centrodestra. Con le scadenze per la dismissione delle slot machine fissate all'agosto di quest'anno, per i locali che le ospitano e allo stesso mese del 2022 per le sale giochi, i tempi sono già piuttosto ristretti. Sperando che non ci siano nuove proroghe dopo quella approvata lo scorso anno e quella proposta, ma poi scongiurata, nell'ultima legge Omnibus.
L'audizione di oggi si è incentrata sull'aspetto economico della questione - conclude Ussai -. Avevamo chiesto di ascoltare anche il tavolo tecnico regionale del gioco d'azzardo patologico, che coinvolge anche le Aziende sanitarie e le associazioni che si occupano di contrasto alla dipendenza, in modo da affrontare il tema sotto tutti i punti di vista. Auspichiamo che sia possibile farlo nella sottocommissione dedicata a questa materia, che verrà istituita in seno alla III Commissione".
 
MORAS-SINGH (LEGA): "UNIRE GLI SFORZI PER TROVARE SOLUZIONE CONDIVISA" - "Occorre giungere ad una sintesi al rialzo per tutelare chi soffre di azzardopatia e al contempo preservare l'occupazione nel settore dei giochi leciti". Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale e presidente della III Commissione, Ivo Moras (Lega), a margine dei lavori della Commissione. "In un contesto fortemente alterato dalla pandemia - continua il presidente di Commissione - è fondamentale unire gli sforzi per trovare una soluzione quanto più condivisa possibile. L'obiettivo è di attivare già nel prossimo futuro il tavolo ristretto della III Commissione per dare spazio alle audizioni che riterremo più opportune. Ringrazio Andrea Garlatti per il grandissimo impegno e per la disponibilità dimostrata in questa proficua fase di ascolto e raccolta dati. Sono certo che il lavoro svolto dall'Università di Udine, in particolare dal Dipartimento di scienze economiche e statistiche, sarà un'ottima base di partenza per affrontare il tema del contrasto al gioco d'azzardo e del sostegno alla dismissione degli apparecchi per il gioco lecito. Il gioco d'azzardo è un problema sociale, l'impegno va rivolto per fornire un'alternativa a quei locali, come bar, ristoranti o alimentari, che si sostengono anche grazie al gioco lecito. Inoltre, è ugualmente prioritario consentire alle persone più fragili di non cadere negli ingranaggi dell'azzardopatia, ovvero una vera e propria tassa sulla speranza di chi non ha più speranza".

 

 

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