skin

Piemonte, Sambaldi (Eurispes): 'Legge gioco, valutare effetti a 360°'

10 ottobre 2019 - 10:50

Sambaldi, direttore dell'Osservatorio su giochi, legalità e patologie di Eurispes, analizza gli effetti della legge sul gioco in audizione al Consiglio Piemonte.

Scritto da Redazione
Piemonte, Sambaldi (Eurispes): 'Legge gioco, valutare effetti a 360°'

 

Mattinata di audizioni dei rapppresentanti delle associazioni del gioco e degli istituti di ricerca nella seduta congiunta delle commissioni Economia e Sanità e del Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche del Consiglio del Piemonte di oggi, giovedì 10 ottobre.

Fra coloro che si sono confrontati con i consiglieri in merito alle ricadute conseguenti all’applicazione della legge regionale n. 9/2016 recante “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” c'è l'Eurispes, intervenuto con Chiara Sambaldi, direttore dell'Osservatorio su giochi, legalità e patologie.

 

"Mettiamo a disposizione della III e IV Commissione permanente e del Comitato per la valutazione della normazione e valutazione delle politiche del consiglio regionale il nostro studio dedicato al gioco pubblico e alle dipendenze in Piemonte (presentato a Torino lo scorso 7 maggio, presso la sede della Città metropolitana), ribadendo l’importanza di considerare il fenomeno del gioco nella sua complessità e non a compartimenti stagni", ha dichiarato in audizione Sambaldi.
 
Spiega il direttore dell'Osservatorio Eurispes: "La tutela della salute pubblica va perseguita tenendo conto dei riflessi delle singole misure rispetto alla prevenzione della degenerazione criminale. Quelle previste dalla legge regionale n. 9/2016, già attivate per la restrizione dell’offerta di gioco pubblico, meritano un ripensamento alla luce degli effetti già prodotti e dei rischi concreti in termini di consegna o riconsegna del territorio urbano all’illegalità e alla criminalità organizzata. Il Piemonte non è un’isola e le mafie operano in questo àmbito in modo congiunto che potremmo definire 'federato'. A fronte, quindi, di un 'federalismo del gioco pubblico', che non può essere la soluzione, è auspicabile la ripresa dello spirito dell’intesa e, quindi, l’urgenza di una cornice di regole generali e chiare che solo lo Stato centrale può disegnare, in un rinnovato clima che persegua il principio di 'leale collaborazione' costituzionalmente contemplato".
 
 
"I dati ricavati dal Libro Blu 2018 dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, reso disponibile successivamente al nostro studio, –  prosegue Sambaldi – confermano che tra il 2017 e il 2018 il volume del 'giocato' attraverso apparecchi si è ridotto segnando un -414 milioni di euro ma, nello stesso periodo, complessivamente il gioco fisico ha perso 'solo' 225 milioni. Ciò significa che la propensione al gioco è trasmigrata dagli apparecchi ad altre tipologie di offerta in una misura che si assesta appena al di sotto del 50 percento. Quindi, poco meno della metà della riduzione del gioco attraverso apparecchi è stata compensata da maggiori volumi per le altre tipologie di offerta di gioco fisico, senza poter valutare l’impatto della limitazione dell’offerta fisica di gioco sull’andamento dell’online che registra una costante crescita. Nella ricerca, l’Eurispes ha segnalato che complessivamente in Piemonte, tra il 2016 e il 2018, i volumi di gioco sono infatti aumentati. Sul fronte occupazionale, d’altra parte, la stima dell’effetto sui redditi da lavoro nella Regione Piemonte, conseguente alla piena applicazione della legge regionale vigente, ha prodotto una previsione di perdita occupazionale complessiva tra la fine del 2017 e il 2019, di oltre 5.200 addetti".
 
Il direttore dell'Osservatorio Eurispes quindi conclude: "In assenza di mappature dei luoghi sensibili in buona parte dei Comuni piemontesi, la ricerca ha indagato l’insediabilità del gioco pubblico attraverso apparecchi in tre centri urbani, tra cui Torino. Il capoluogo ha restituito un’area insediabile rilevata pari allo 0,68 percento. In sintesi, è possibile affermare che, a valle della piena applicazione della legge regionale, l’offerta di gioco pubblico può interessare assai poco i centri urbani e si può collocare nelle aree periferiche e ancor più in quelle rurali, con i segnalati rischi di 'ghettizzazione' e praterie spalancate per il gioco illegale come rilevato dal procuratore nazionale Antimafia, Cafiero De Raho".
 
 
RINAUDO: "DIVIETO GIOCO LEGALE APRE PORTE A ILLEGALE" - Dal canto suo, il direttore dell'Eurispes Piemonte, Antonio Rinaudo, ha evidenziato come i risultati della ricerca su “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte”, realizzata in seno all’Osservatorio giochi, legalità e patologie dell’Istituto, mettano in evidenza le criticità della legge regionale. "È indubbio che l’area del gioco presenti rischi per la salute dei cittadini ma vietare di giocare legalmente oltre a limitare una libertà costituzionale (art. 41) apre nuove rischiose opportunità per il gioco illegale. Le organizzazioni criminali molto attente alle attività dove vi è consistente flusso di denaro non si sono lasciate sfuggire l’opportunità". Per poi evidenziare che "i dati forniti dalle Forze dell’ordine dimostrano come il volume di giocate con meccanismi di frode nelle scommesse ammonta a 4,5 miliardi di euro. Attraverso i sistemi illeciti che interessano gli apparecchi da gioco si è riscontrata una evasione fiscale di oltre 44 milioni di euro. La diffusione dei cosiddetti 'totem' è in forte aumento. In sintesi gli apparecchi da gioco illegali funzionano nonostante il divieto regionale. I totem rappresentano una delle forme di offerta di gioco non autorizzata e gestita dalla criminalità come alternativa all’offerta di gioco pubblico tramite apparecchi Awp e Vlt che sono oggetto delle limitazioni previste dalla legge regionale per contrastare la dipendenza da gioco".
 
 

 

Articoli correlati