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Gioco fuori dalla Manovra, le associazioni: 'Dare segnale di stabilità al settore'

15 dicembre 2021 - 10:04

I rappresentanti di alcune delle principali associazioni del settore commentano la decisione del Governo di non intervenire più in materia di gioco nella legge di Bilancio.

Scritto da Fm
Gioco fuori dalla Manovra, le associazioni: 'Dare segnale di stabilità al settore'

Un fulmine a ciel sereno, ma non troppo. Anzi.

Viene accolta così la decisione del Governo di non occuparsi di gioco nell'ambito della Manovra 2022, secondo quanto confermato a GiocoNews.it da fonti dello stesso Esecutivo, facendo così decadere l'ipotesi di un emendamento da presentare in quinta commissione Bilancio del Senato (che sta esaminando in sede referente il disegno di legge di Bilancio per il 2022) che sarebbe intervenuto soprattutto sul delicato tema delle proroghe onerose delle concessioni e dei relativi bandi di gara.

Nel testo quindi allo stato attuale resta solo l'emendamento a firma dei senatori del Movimento 5 Stelle Croatti e Gallicchio riguardante la sospensione del pagamento dell'imposta sugli intrattenimenti.

Un dietrofront che era nell'aria, secondo quanto affermano alla nostra testata i rappresentanti di alcune delle principali associazioni del comparto.

 
PASTORINO (STS): "RIPENSARE LE PROROGHE" - “Non sono stupito da questa decisione. Anche nei colloqui con alcuni parlamentari nelle scorse settimane si era intuito che la politica è attualmente concentrata sull'elezione del presidente della Repubblica e su quello che verrà dopo”, esordisce Giorgio Pastorino, presidente di Sts – Sindacato totoricevitori sportivi.
“D'altro canto, la questione del gioco continua ad essere delicata e divisiva. Si continua a parlare di riordino ma necessita di tempo, è non semplice se la coalizione di Governo resta ampia come quella attuale. Ci sono alcuni temi che restano in sospeso, specie la proroga delle concessioni: probabilmente si andrà all'ennesima proroga di quella per le scommesse, come accade da alcuni anni, e si troverà una soluzione per gli apparecchi, per evitare che il settore si blocchi.
Si era parlato di proroga onerosa ma il punto di partenza non era corretto: era difficile pensare di fare una proroga onerosa per i comparti che sono stati in lockdown per così tanti mesi, considerando che c'è ancora da recuperare quello che si è perso, e che la ripartenza non è stata formidabile come ci si aspettava.
Si poteva ricorrere alla proroga onerosa per le concessioni che sono andate meglio, e avrebbero garantito entrate all'Erario, come l'online, le lotterie istantanee e i giochi numerici, prodotti che anche in pandemia hanno funzionato”.
Quanto agli “auspici” per il prossimo futuro, Pastorino si aspetta “un ripensamento sulla questione delle proroghe, e che vengano fatte pagare a chi è in grado di sostenerle, limitandosi a prorogare senza oneri il resto.
Mi auguro che a nessuno venga in mente di mettere a bilancio le gare: andrebbero deserte e non ci sarebbe nessun segnale di stabilità per il settore.
È da qualche anno ormai che parliamo di riordino, ed è impossibile credere che nel giro di qualche mese arrivi raggiungendo l'intesa con i territori.
Se c'è necessita di fare cassa e di tenere il settore in piedi nel frattempo andrebbe data un forma equilibrata.
Capiremo il quadro politico nazionale dopo l'elezione del presidente della Repubblica: fino ad allora non si sa se il Governo continuerà, chi farà il presidente...”.
Quanto allo “strumento” da utilizzare per procedere con il riordino secondo il presidente di Sts, sarebbe interessante avvalersi della “legge di stabilità, ma non so se ci sarà il tempo; altrimenti si potrebbe ricorrere ad una legge delega di riordino, che consenta di chiudere un accordo serio con i territori, se no si può parlare solo di proroghe.
Dopo la pandemia e la crisi che ha portato al gioco legale, le aziende hanno bisogno di poter programmare. Ad oggi è troppo complicato per le imprese capire se fare investimenti o no, dove va il settore. Ci vuole un segnale di stabilità, non si può navigare a vista, a sei mesi, un anno.
Vale anche nell'ottica di lanciare nuovi prodotti – come ad esempio il nuovo Totocalcio, che partirà a gennaio - perché è necessario ripensare il modo in cui sfruttare certi prodotti sulle reti. Altrimenti rischiano di restate fermi nell'incertezza generale”.
 
MARCOTTI (FEDERBINGO): "RICORRERE ALLA DELEGA, COINVOLGENDO ADM" - Italo Marcotti, presidente di Federbingo, commenta: “Purtroppo dobbiamo registrare che nonostante le dichiarazioni di importanti membri del Governo e della maggioranza, allo stato attuale pare che l’Esecutivo abbia deciso di non intervenire in alcun modo sul settore del gioco pubblico. Se da un lato posso comprendere tale decisione alla luce della delega al sottosegretario Freni, dall’altra ignoro come le sorti di un settore così importante dal punto di vista occupazionale, erariale e di contrasto all’illegalità possa rimettere le sorti del proprio destino ai tribunali amministrativi”. Marcotti quindi riporta un caso specifico che riguarda i concessionari del Bingo. “Nell’anno 2020 a seguito della prima ondata pandemica le sale Bingo vennero chiuse e nel Dpcm pubblicato in Gazzetta il 17 marzo 2020 'Cura Italia' all’articolo 69 comma 2 il legislatore ha giustamente cancellato i canoni concessori non dovuti, scrivendo: 'A seguito della sospensione dell’attività delle sale bingo prevista dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri dell’8 marzo 2020 e successive modificazioni ed integrazioni, non è dovuto il canone di cui all'articolo 1, comma 636, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 e ss.mm. e ii. a decorrere dal mese di marzo e per tutto il periodo di sospensione dell’attività'. Le nostre attività hanno subito la medesima sorte nel periodo compreso fra il 28 ottobre 2020 sino al 30 maggio 2021, con sospensione della concessione e chiusura delle attività ma il canone concessorio alla data attuale risulta ancora dovuto. Scriviamo di 52.500 euro per ogni singola concessione”, rimarca. Se il Governo non interverrà “l’Agenzia delle dogane e dei monopoli si troverà costretta a porre all’incasso tale cifra, aprendo un periodo di contenzioso fra le oltre 100 società concessionarie e l’Amministrazione. Abbiamo per mesi attenzionato tale tema in tutte le sedi competenti, incassando comprensione e sensibilità per le nostre richieste, azioni di manutenzione normativa ordinaria. Oggi stesso invieremo una nuova missiva ad Adm ed al Governo alla quale farà seguito un formale atto di significazione. L’Esecutivo non può più esimersi dal prendere atto che il settore necessita di azioni di riordino ed un radicale cambio di modello per poter rispondere alle richieste del mercato e dei territori. Vista la complessità del settore e le diverse tematiche economiche, sociali e sanitarie interessate, ritengo che solo una delega con forte interessamento di Adm possa portarci ad un assetto capace di risolvere le problematiche emerse”.
 
PUCCI (AS.TRO): "PROGETTARE INTERVENTO ORGANICO DI RIORDINO" - Anche Massimiliano Pucci, presidente dell'associazione As.tro, dice la sua sul dietrofront dell'Esecutivo. "Sembra che, contrariamente a quanto annunciato, non ci sarà, entro la fine di quest’anno, alcun intervento di riordino del comparto del gioco legale. Nell’imminenza di questo storico appuntamento avevamo tristemente assistito ad un imbarazzante protagonismo di alcune componenti del settore, le quali si erano subito messe all’opera per ottenere una riforma modellata sui loro specifici interessi di filiera, da soddisfare a scapito delle altre componenti. Inoltre, per ciò che attiene al ruolo della politica, avevamo letto, tra le righe delle bozze di riforma che sono circolate, che l’esigenza che avrebbe ispirato tali interventi sarebbe stata solamente quella di fare cassa anziché quella di rimodellare un settore economico del Paese, già martoriato dalle conseguenze della pandemia e che, come tutti gli altri settori industriali, sta vivendo un periodo di profonde incertezze dovute alla crisi economica ancora in atto, all’impennata dei costi energetici e alle profonde trasformazioni socio-economiche connesse alla transizione ecologica".
Il presidente di As.tro quindi auspica "che questa pausa di riflessione sia frutto di una presa di coscienza della politica sulla necessità di progettare un intervento organico di riordino che non lasci indietro nessuno ma che tenga conto di tutte le realtà di cui si compone il comparto: un intervento, inoltre, che sia di politica industriale e non semplicemente finalizzato ad ottenere coperture di bilancio. Ci auguriamo quindi che il tempo che trascorrerà da oggi, fino il momento in cui verrà messa all’ordine del giorno la riforma del sistema del gioco pubblico legale, sia dedicato ad un costruttivo confronto tra tutte le componenti del nostro settore e tra esse e gli organismi politici deputati ad assumere le decisioni.

Non bisogna dimenticarsi che è in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese che fanno parte del tessuto economico del paese e che occupano centinaia di migliaia di lavoratori".

 

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