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Rubiera: 'Fuori il gioco dal centro', Emilia Romagna sempre più No slot

31 agosto 2018 - 09:27

Rubiera (Re) si aggiunge alla lista dei Comuni dell'Emilia Romagna che invitano le sale gioco a chiudere o a trasferirsi per mancato rispetto del distanziometro regionale.

Scritto da Fm
Rubiera: 'Fuori il gioco dal centro', Emilia Romagna sempre più No slot

"Entro sei mesi si devono spostare, se riescono a delocalizzarsi ad una distanza superiore ai 500 metri dai luoghi sensibili poi hanno altri sei mesi di tempo per farlo".

Così, i tecnici del comune di Rubiera, in provincia di Reggio nell’Emilia, confermano a Gioconews.it la lettera inviata dall'amministrazione a tre sale da gioco del territorio, per ricordargli che entro un anno dovranno lasciare le sedi ubicate in centro storico, ai sensi della normativa vigente.


"Per dimostrare che hanno la possibilità di trasferirsi - proseguono i tecnici - entro sei mesi, alla data del 20 febbraio 2019, dovranno presentare il titolo abilitativo e il permesso di costruire".

Infine, gli esercizi che ospitano apparecchi ma che non hanno il gioco come attività prevalente "si fa riferimento alle concessioni attualmente in essere, in genere in scadenza fra il 2020 e il 2022".

Il caso di Rubiera non è ovviamente isolato, visto che negli ultimi tempi, in attuazione della legge regionale dell'Emilia Romagna sul gioco (varata nel 2013), tutti i Comuni hanno iniziato a "espellere" il gioco lecito nelle vicinanze di scuole, chiese e altri luoghi sensibili. Fra questi, ad esempio c'è Parma, che a fine maggio ha approvato una delibera urbanistica che impone alle attività di gioco che non rispettano il distanziometro di trasferirsi altrove entro il 2018.
 
 
Stessa storia a Modena, dove sono 24 le sale gioco destinate alla delocalizzazionee a Bologna, che lo scorso maggio ha approvato il proprio regolamento per vietare gli apparecchi  da gioco entro i 500 metri dai luoghi sensibili e ad agosto anche un'ordinanza  che ne limita il funzionamento a otto ore al giorno. 
 

Inevitabili quindi i ricorsi ai tribunali amministrativi degli operatori, che per tutta risposta vengono invitati dai giudici a "provare le perdite economiche"  derivanti dalle misure previste dalla normativa vigente.

 

 

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